LE UNIFORMI E I DISTINTIVI DEL CORPO TRUPPE VOLONTARIE ITALIANA IN SPAGNA 1936-1939

Page 1

STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

LE UNIFORMI EIDISTINTIVI DEL CORPO TRUPPE VOLONTARIE JTALIANE IN SPAGNA 1936-1939 Testo e tavole di dettaglio di

Stefano Ales Tavole di uniformi di

Andrea Viotti


© 2004 - STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO - UFFICIO STORICO

Tutti i dfritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali. È illegale e vietata la riproduzione, la memorizzazione, la traduzione, la trasmissione, nonché l'adattamento totale o parziale, di qualsiasi parte (testi, imm agini o altri allegati) di quest'opera, in qualsiasi forma o tramite qualsiasi mezzo (fotomeccanico, elettronico o altro), o su supporto informatico, per qualunque scopo e senza l'apposito permesso scritto da parte dello Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico. ISBN 88-87940-43-6


PRESENTAZIONE

on questo volume, dedicato alla struttura o rganica ed alle uniformi del "Corpo Truppe Volontarie", l'Ufficio Storico ha inteso arricchire, con un ulteriore tassello, lo studio sulla storia e sull'evoluzione del costume militare italiano, che da molti anni sta portando avanti. A sessantacinque anni dalla conclusione del conflitto che per quasi tre aru1i insanguinò la Spagna tornano, nelle pagine di questo volume, le uniformi kaki-oliva del Corpo Truppe Volontarie adottate tra la fine del 1936 e l'inizio del 1937. Si trattava, fondamentalmente, del1' uniforme italiana adottata nel 1934 in seguito alla riforma Baistrocchi, ma realizzata, appunto, con le stoffe di colore kaki-oliva dei nostri reparti coloniali anziché grigio-verdi - tranne rare eccezioni - e, almeno all'inizio, indossate con l'elmetto Adrian, con distintivi di grado di derivazione spagnola e con mostreggiature di foggia del tutto particolare. Queste uniformi erano state adottate con l'intenzione, assai poco realizzata, di impedire - o almeno rendere difficile l'identificazione, come italiani, dei "Legionari", che, a tale scopo, erano sbarcati a Cadice in abiti borghesi e con documenti falsi e che, almeno inizialmente, erano stati incorporati nel "Raggruppamento Italo-Spagnolo" e rivestiti con le uniformi della legione straniera iberica, il "Tercio de Los Estranjeros ". Una volta resa nota la presenza italiana - con l'abbandono degli pseudonimi

e

da parte dei comandanti - si procedette ad una prima riorganizzazione; anche stavolta però, per continuare a sostenere ufficialmente l'idea che non si trattava di reparti organici del Regio Esercito e della Milizia, ma di semplici volontari, sulle uniformi - che pure sfoggiavano i nastrini delle decorazioni e delle campagne italiane - non vennero poste né le stellette - caso unico nella storia delle nostre forze armate a partire dal 1870 - né i fasci della Milizia. Pur con la successiva adozione di differenti sistemi di distintivi di grado e di mostreggiature le uniformi del C.T.V. mantennero la loro impronta italiana, che si andò poi attenuando con la costituzione delle "Flechas", unità miste italospagnole, quando entrarono in uso anche capi di abbigliamento tipicamente spagnoli come il "garro", la bustina dotata di fiocchetto anteriore, oppure il "capote-manta", in lana pesante per difendersi dal temibile inverno iberico. Diversi capi di abbigliamento spa• • , cazad.oras gno 11. - canad.iensi teresianas" - vennero poi usati, su iniziativa personale, soprattutto dagli ufficiali superiori e dai generali che potevano permetterseli. D'altra parte, quella di Spagna, fu forse l'unica guerra "da signori" mai fatta dal nostro esercito; eravamo infatti considerati dagli spagnoli come poi noi avremmo considerato gli americani. I padroni di casa non perdevano occasione per sottolineare il nostro eccesso di motorizzazione - e gli automezzi persi o lasciati sul posto ci mancheranno poi in Libia qualche anno più tardi - e, per la Il

Il

/I

V

Il

I


prima volta, come punizione si poterono infliggere, almeno ai conducenti degli automezzi, delle robuste multe, sicuri di colpirli nella tasca, ciò che era praticamente impossibile in patria, vista l'inadeguatezza della cinquina. Le nostre uniformi influenzarono, a loro volta, quelle spagnole e la "sahariana11 divenne l'oggetto del desiderio dei giovanissimi alferez provisional ", i sottotenenti iberici. Il carattere fortemente ideologico di quella guerra si ripercosse anche sui distintivi dei reparti ma soprattutto sui labari, sui gagliardetti e sulle fiamme II

delle diverse unità, con motti, fregi e colorir per l'epoca, politicamente corretti. Un'ultima osservazione sul volume: allo scopo di facilitarne la comprensione esso è preceduto da una dettagliata esposizione dell'evoluzione organica del Corpo Truppe Volontarie. Questo non è certamente l'ultimo dei meriti degli autori che, con il loro lavoro, completano l'opera edita dall'Ufficio nel 1992-93 a cura dei compianti generali Rovighi e Stefani. IL CAPO DELL'UFFICIO STORICO Col. Massimo Multari


CAPITOLO PRIMO

La struttura del Corpo Truppe Volon arie

.) •

-


\


niziata il 18 luglio del 1936 la sollevazione militare, il governo italiano, su richiesta del comando nazionalista spagnolo, decise l'invio degli aerei necessari al trasferimento in Spagna delle truppe di stanza in Marocco, che rappresentavano la forza armata più importante di cui disponesse al momento il generale Franco. Agli aerei seguirono un plotone di carri veloci con un sottotenente ed otto carristi sbarcati il 14 agosto a Melilla dopo un viaggio aereo effettuato con abiti borghesi e con passaporti falsi; questo primo piccolo nucleo fu seguito da una intera compagnia carri veloci 13/35 che sbarcò a Vigo il 29 settembre. L'unità era costituita da 10 carri, tre dei qualì lanciafiamme, e da 38 pezzi da 65/17 accompagnati da 16 ufficiali e da144 uomini ripartiti in 8 batterie e 3 sezioni anticarro, da 4 stazioni radio, da 4 autocarri e da una vettura; il persona.le, ovviamente in borghese, aveva viaggiato in nave insieme ai materiali accuratamente nascosti. La cattiva traduzione del testo cifrato spagnolo fece sì che venissero inviati i pezzi da 65/17 anziché le batterie controaerei da 20 mm. effettivamente richieste dal comando nazionalista.. Questi reparti erano giunti in Spagna con compiti meramente istruttivi ma quasi subito, rivestiti dell'uniforme del "Tercio de los Estranjeros", vennero incorporati, insieme al personale iberico, nel "Raggruppamento ltaloSpagnolo" che fu impegnato poco dopo nel combattimento di Na.valca.rnero del 21 ottobre e in altri successivi. .Da quel momento l'afflusso dei volontari italiani verso la Spagna divem1e continuo, andando ad accrescere sensibilmente la forza del "Tercio", soprattutto tra la fine del dicembre 1936 e il febbraio del 1937. In Italia il personale veniva prima riunito in battaglioni provvisori o in reparti di for-

I

mazione a seconda della specialità, poi imbarcato a Napoli e a Gaeta e sp~dito celermente in Spagna con indosso gli abiti borghesi forniti da.11' amministrazione militare in modo da non poter essere individuati come componenti delle forze armate italiane durante i frequenti controlli effettuati dagli inglesi sulle navi che, dirette a Cadice, transitavano per Gibilterra. Giunti a destinazione i volontari vennero vestiti, armati ed equipaggiati rapidamente e quasi subito spediti al fronte tant'è che uno di questi reparti, sbarcato a Cadice il 18 gennaio 1937, venne impiegato nella battaglia di Malaga del 5 febbraio. Alla fine del fe bbraio del 1937 erano presenti in Spagna circa 15.000 soldati provenienti dalle unità del Regio Esercito ed inquadrati nella Divisione 11Littorio" e in reparti di artiglieria e dei servizi, e circa 29.000 Camicie Nere, effettivi riuniti nel "Corpo Italiano per l' O. M. S." (Operazioni militari in Spagna). Tutti i repaTti di volontari italiani seguitarono comunque ad essere considerati parte integrante del "Tercio 11 ma conservarono un comando autonomo, esistente già dal settembre 1936 e denominato "Missione Militare Italiana Spagna" (M.M.I.S.) che stabilì la sua sede a Tal.a.vera de la Reina. Con gli uomini sbarcati tra il dicembre del 1936 e il gennaio 1937 vennero costituiti 3 reggimenti chiamati "Gruppi Banderas ", due dei quali forti di 3 battaglioni o "Banderas" ed uno su quattro, per -un totale di 10 battaglioni; nel corso del gennaio del 1937 sbarcarono in grande quantità armi, artiglierie, autocarri, stazioni radio, materiale della sussistenza, materiale sanitario, ecc. La "Bandera" era ed è tutt'ora l'unità tattica del "Tercio" spagnolo, equivalente al nostro battaglione di fanteria; ogni "Bandera" di CC. NN. comprendeva 4 compagnie fuci-


lieri ed una sezione di mortai da 45 mm. Ognuna di esse era distinta da un numero scelto nelle centinaia 5, 6, 7 ed 8 e da un nome italiano scelto tra quelli abitualmente usati dalla M.VS.N. (Milizia Volontaria Sicu-

rezza Nazionale) La riunione di tre "Banderas" formava un "Gruppo" o reggimento, ognuno dei quali era distinto da un numero progressivo e dal nome del proprio comandante. Poco prima del germaio 1937, data di arrivo del secondo contingente di volontari, era sbarcato a Cadice il "Raggruppamento Artiglieria Contro Aerea" costituito appositamente con elementi della M.A.C.A. (Milizia Artiglieria Contro Aerea) di Roma, di Milano, di Bologna e di Napoli, che diedero il nome alle quattro batterie che la componevano. La batteria "Milano" venne in realtà sbarcata a Palma de Maiorca nelle Baleari, già occupate da un contingente italiano al comando di Arconovaldo Bonaccorsi, con compiti di protezione da eventuali attacchi aerei repubblicani. Nel 1937 i vari reparti presenti sul territorio iberico vennero così organizzati: - 10 gennaio, in Siviglia: • I 0 Gruppo Banderas, costituito dalle banderas "Aquila", "Carroccio" e "Leone", guest' ultima detta anche "battaglione speciale A", con la 1,A batteria da 65/17; • 2° Gruppo Banderas, costituito dalle banderas "Folgore", "Indomita" e "Falco", quest'ultimo detto anche "battaglione speciale B", con la 2" batteria da 65/17; - 15 gennaio, in Siviglia: • Brigata mista costituita da: - Compagnia comando; - 1° reggimento misto su compagnia comando, lA batteria da 65/17, 1°, 2°e 3° battaglione, 1°, 2°e 3° plotone mortai d'assalto; - 2° reggimento misto su compagnia comando, 2" batteria da 65/17, 1°1 2° e 3° battaglione, 4°, 5°e 6° plotone mortai d'assalto;

- 4° Gruppo Banderas costituito dalle banderas "Bufalo\ "Toro" e "Bisonte"; - 5081\ batteria da 65/17; - 508° plotone mortai d' assaltOi - 8° plotone mortai d'assalto;

- compagnia mista del genio; - aliquote varie di servizi.

- 16 gennaio in Siviglia: • 3° Gruppo Banderas costituito dalle bandera.s "Uragano", "Freccia", "Tempesta" e "Lupi"e sulla 3/\ batteria da 65/17; - 17 gennaio in Siviglia: • 1 A Brigata Volontari "Dio lo Vuole'1 costituito dal Quartier Generale, dal 1°, 2° e 3° Gruppo Banderas, dalla l" sezione di sanità e dalla JAsezione di sussistenza. -

18 gennaio in Badajoz:

2A Brigata Mista su: - Compagnia Con-1andOi - 3° reggimento misto su compagnia comando, 3/\ batteria da 65/17, J 0 , 2° e 3° battaglione1 9° e 10° plotone mortai d'assalto; - 4° reggimento misto su compagnia comando, 4" batteria da 65/17, 1°1 2° e 3° bat taglione, 11°1 12° e 13° plotone mortai d'assalto; - 5° Gruppo Banderas sulle banderas

'' Implacabile" e Ardente"; II

- 6QSA batteria da 65/17; - 608° plotone mortai d'assalto; - compagnia mista del genio; - aJiquote varie di servizi. Il 31 gennaio del 1937 la 1 A e la 2" Brigata mista, composte da elementi spagnoli, da soldati del Regio Esercito e da Camicie Nere della M.V.S.N ., assunsero rispettivamente la denominazione di "1 A Brigada Mixta Flecltas Azules 11 o "Frecce Azzurre" e di "2A Brigada 1W.ixta Flechas N egras" o "Frecce Nere". Dal 3 al 6 febbraio del 1937 vennero costituite tre nuove unità1 la 2" e la 3" brigata Volontari composta da CC. NN. e la Divisione "Littorio" composta da soldati del Regio Esercito, che ebbero la seguente formazione:

• 2" Brigata Volontari: 6° Gruppo Banderas, già 4°, sulle banderas "In.trepida", "Ardita" e "Audace", sulla 6" batteria da 65/17, già 4A, e sul 5° plotone mortai d'assalto; - 7° Gruppo Banderas, già 5° Gruppo battaglioni speciali CC. NN., suJle banderas "Inflessibile", '' invincibile" ed "Implacabile\ sulla 7A batteria da 65/17, già 5", e sul 9° plotone mortai d 'assalto;


. . ..¡.

... <....".'.>- ..¡.

-:

..,

.

-

-:.. -,._-'

-

,r

N. 1 - Legionario in cappotto. Inverno 1936. Appartiene ad uno dei primi contingenti sbarcati nella penisola iberica; indossa, è vero, il cappotto regolamentare grigio verde ma, al posto del berretto basco, indossa la bustina con la granata che aveva alla partenza dall'ltalia e soprattutto il pullover a collo alto nero ed il cinturone da ufficiale col pugnale da ardito.


- 8° Gruppo Banderas, già 6° Gruppo battaglioni speciali CC. NN., sulle ban-1 "I.mpavi.da" , "A rd1·t.a e "'T'. oeras 1emerarin.", sull'8/\ batteria da 65/17, già 6/\, sul 6° plotone mortai d'assalto, sulla 638/\ sezione di sanità CC. NN. e sulla 638/\ sezione sussistenza CC. NN. li

• 3" Brigata Volontari: - 9° Gruppo Banderas, già 3° Gruppo battaglioni speciali CC. NN., sulle banderas "Uragano" ,"Tempesta" e "Lupi", sulla 911 batteria da 65/17 già 3/\, e sul 4° plotone rn.o rtai d'assalto; - 10° Gruppo Banderas, già 7° Gruppo battaglioni speciali CC. NN., sulle banderas "Tembien", Scirè" e" Carso", sulla 10" batteria da 65 / 17, già 711 , e sul 7° plotone mortai d'assalto; - 11° Gruppo Banderas, già 8° Gruppo battaglioni speciali CC. NN., sulJe banderas "Montenero", ,,Pasubio" ed "Amba Work", sull'll II batteria da 65/17, già 8/\, sull' 8° plotone mortai, sulla 2/\ sezione sanità, sulJa 2/\ sezione sussistenza e sul 5° ospedale da campo; li

• Divisione "Volontari del Littorio": - Quartier Generale costituito dal reparto comando, da un autodrappello, dalla 1 A sezione speciale CC. RR. e dal nucleo speciale CC. RR. addetti all'ufficio postale N. 0 3; - 1° reggimento di fanteria su comando, 3 battaglioni, 10 11 batteria da 65/17 e 10° plotone mortai; - 2° reggimento di fanteria su comando, 3 battaglioni, 2QAbatteria da 65/17 e 20° plotone mortai; - Battaglione mitraglieri; - 1 ° reggimento d'artiglieria, già 3° reggimento, su 2 gruppi cannoni da 65/17; - compagnia mista del genio; - 10° reparto speciale ·lanciafianune e chimico; - 1 /\ sezione sanità; - '1 /\ sezione sussistenza; - 2°, 3° e 4° ospedale da campo; - 10° autoreparto nùsto; Sempre nel mese di febbraio del 1937 alcune unjtà di artiglieria vennero trasformate ed altre vennero costituite ex novo ovvero:

- il giorno 15 vennero costituiti il 3° Gruppo cannoni da 105/28, ottenuto dalla scissione del 1 ° gruppo, il 3° Gruppo obici da 149/12 ottenuto dalJa scissione del 2° gruppo ed il 9° gruppo misto obici da 100/17 ottenuto dalla scissione del 1 ° gruppo misto; - il giorno 18 vennero costituiti l' 8° Gruppo obici da 100/17 e la 1/\ e 2/\ batteria da 65/17, destinate queste ultime al 1° e al 2° reggimento nùsto della 1/\ e della 2/\ brigata omonima. Il 18 febbraio 1937 cambiarono molte delle denominazioni in uso: - la Missione Militare Italiana in Spagna (M. M. I. S.) assunse quella di "Corpo Truppe Volontarie" (C. T. V.); - la 2/\ e la 3/\ Brigata Volontari assunsero rispettivamente quella di "2A e 3A Divisione Volontari"; - venne infine costituito il "Comando Reparti Specializzati" alle cui dipendenze vennero poste tutte le unità carri, autoblindo, motomitraglieri e lanciafiamme. L'ordine di battaglia del C.T.V. alla vigilia della battaglia di Guadalajara (18-23 m.arzo 1937), alla quale non presero parte le brigate nùste "Frecce Azzurre" e '' Frecce Nere" ancora in addestramento, era il seguente: • 1A Divisione "Dio lo Vuole". - 1° Gruppo Banderas sulle banderas "Aquila", "Leone" e "Carroccio", una batteria da 65/17 e un reparto del genio; - 2° Gruppo Banderas sulle banderas "Folgore", "Indomita" e "Falco", una batteria da 65/17 ed un reparto del genio; - 3° Gruppo Banderas sulle banderas ,., Uragano", " Freccia" e "Tempesta", una batteria da 65/17 ed un reparto del genio; •

2A Divisione "Fiamme Nere".

6° Gruppo Banderas sulle banderas "Intrepida", "Ardita" ed "Audace", una batteria da 65/1.7 ed m1 reparto del genio; 7° Gruppo Banderas sulle banderas

"Inflessibile", "Invincibile" e "Implacabile", una batteria da 65/17 ed un reparto del genio; - 8° Gruppo Banderas sulle banderas "Impavida", "Ardita" e "Temeraria", una


batteria da 65/1.7 ed un reparto del genio;

su 3 battaglioni, una batteria da 65/17 ed un reparto del genio; - 3° reggimento d'artiglieria Littorio su due gruppi da 65/17 autocarrati ed una batteria da 20 millimetri; battaglione mitraglieri divisionale su una. compagnia comando e quattro compagnie dotate di mitragliatrici pesanti Fiat 1914. Ognuna delle quattro Divisioni aveva .inoltre a disposizione una sezione CC. RR., una sezione di sanità, una sezione sussistenza ed un autoparco. 11

3A Divisione "Penne Nere''.

- 9° Gruppo Banderas sulle banderas "u··.ra8an.o u , /'Tiempes t.a.1, e 1,Lup1.,,, una batteria da 65/17 ed un reparto genio; - 10° Gruppo Banderas sulle banderas "Tembien", "Scirè" e "Carso' una batteria da 65/17 ed un reparto del genio; - 11° Gruppo Banderas sulle banderas A1ontenero°, "Pasubio" ed "Amba Work", una batteria da 65/ 17 ed un reparto del genio; • 4A Divisione "Volontari del Littorio". 1 ,

11

- 1° reggimento fanteria "Onore non onesu 3 battaglioni, una batteria da 65/17 ed un reparto del genio; - 2° reggimento fanteria "Osa I1inosabile" ri11

11

• Gruppi Banderas Autonomi. (Raggruppamento Francisci) - 4° Gruppo, sulle banderas Toro", "Bisonte,! e ,tBi~fnlo111 una batteria da 65/17 ed un reparto genio; 11

N. 2 - Gruppo misto di legionari e di soldati della Croce Rossa. È interessante notare in questa fotografia i quath·o appartenenti alla Croce Rossa; costoro erano gli

w1ìci ad indossare in Spagna I1 uniforme grigio-verde del Regio Esercito. Tutti gli altri indossano la tenuta kakì oliva completata dalla camicia kaki e dalla cravatta nera. Il quarto ed il sesto personaggio da sinistra appartenevano alla Legione °Condor" tedesca.


- 5° Gruppo, sulle banderas "Lupi" e "Ardente", una batteria da 65/17 ed un reparto del genio.

• Artiglieria. - 7 ° ed 8° gruppo cannoni da 75/27, ognuno su 3 batterie di 4 pezzi; - 3°, 5° e 6° Gruppo cannoni da 100/17, ognuno su 2 batterie di 4 pezzi; - 2° e 4° Gruppo da 105/28, ognuno su 2 batterie di 3 pezzi; - 1 ° Gruppo da 149/ 12, su 2 batterie di 3 pezzi; - Batteria da 75 C. K. (1); - 2 batterie da 20 mill. controaerei; - Sezione del genio; - Sezione parco. • Genio. Una compagnia mista; Una compagnia radiotTasmissioni; Un nucleo intercettazione; • Comando Reparti Specializzati. (C.R.S.) - Raggruppamento Carri Veloci ed Autoblindo su 4 compagnie carri, una compagnia autoblindo, una compagnia mitraglieri, una sezione cannoni da 47 mm. ed una compagnia" Chimica e Lanciafiamme". A questa complessa struttura si aggiunsero nuovi reparti di artiglieria costituiti tra il 15 febbraio ed il 7 marzo 1937, ovvero: - il 3° Gruppo cannoni da 105/28; - il 2° Gruppo cannoni da 149/12; - 1'8° Gruppo cannoni da J.00/17i - il 9° Gruppo misto da 100/17; - la J.A e la 2/\ batteria da 65/17 addette al 1° e 2° reggimento della 1/\ e 2/\ Brigata mista; - la 4/\ batteria da 65/1.7 addetta al reggimento della 2/\ Brigata mista. Dopo la battaglia di Guadalajara, il C. T. V. venne ritirato dal fronte e concentrato nella zona di Valladolid-Plasencia per essere riorga1ùzzato; la fase riorganizzativa ebbe inizio il 1 ° di aprile con la costituzione provvisoria del "Comando Gruppi Divisioni Volontarie" (C.G.D.V.) con sede a Palencia, che ebbe il compito di selezionare gli ele-

(1) Acronimo di "Commissione Kru.pp".

menti più adatti per ìl proseguimento della campagna. A seguito di ciò la Divisione "Volontari del Littorio" venne rinforzata da 3 gruppi, da una batteria d'artiglieria e da 3 compagnie carri, il "Raggrupparnento Francisd' assunse la denominazione di "Raggruppamento XXIII Mnrzo", e le tre Divisioni CC. NN. Assunsero lo stesso assetto della "Littorio": tra il 10 aprile ed il 7 maggio vennero poi sciolte le Divisioni "Penne Nere"e"Dio lo Vuole". Il 13 giugno 1937 la ristrutturazione era praticamente conclusa: il C.T.V. risultava ora organizzato come un robusto corpo d'armata, composto da un comando, da 2 divisioni, da 2 brigate miste, dal raggruppamento autonomo, dal raggruppamento Banderas autonomo, dal raggruppamento reparti specializzati, dal comando d' artiglieria, dal comando del genio, dall'intendenza, dal "Centro Italiano Addestramento Ufficiali Spagnoli" (C.I.A.U.S.), dal comando CC. RR., da reparti della Milizia stradale e portuaria, dalla Delegazione Italiana presso il quartier generale del Generalissimo Franco, dal Comando dell'Aviazione Legionaria e dall' Ufficio Marina. Scendiamo nel dettaglio di questa nuova struttura:

• Divisione "Volontari del Littorio": - 1° e 2° reggimento di fanteria, ognuno su comando e 3 battaglioni ciascuno su 1 plotone arditi, 3 compagnie fucilieri ed 1 compagnia mitraglieri; 1 batteria di accompagnamento da 65/17 su 4 pezzi; - 1° reggimento d'artiglieria "Littorio su 3 Gruppi (1° e 2° da 65/17, il 3° da 100/17) autoh·asportati e 1 compagnia contraerei da 20 mm. su 2 sezioni; - 1 reparto speciale "L. C." (Lanciafiamme & Chimico); - 1 compagnia del genio; - 1 sezione di sanità; - 1 nucleo chirurgico; - 2 ospedali da campo; - 1 sezione sussistenza; - 1 autoreparto mistoi 11


- 1 reparto salmerie; 1 compagnia ausiliari; 1 sezione CC. RR.; 1 ufficio postale; • Divisione "Volontari Fiamme Nere": 7° Gruppo Banderas, sulle banderas "Inflessibile'', "Implacabile" e "Disperata"; 8° Gruppo Banderas, sulle banderas "Iriflessibile", "Invincibile" e "Te1neraria"; 1.0° Gruppo Banderas, sulle banderas "Tembien", "Scirè" e "Carso"; 3 gruppi d'artiglieria, ognuno su 1 batteria cannoni d'accompagnamento da

65/17, 1 plotone mortai d'assalto da 45 mm. ed 1 sezione del genio. La Divisione era completata da: 1 battaglione mitraglieri; 1 compagnia carri leggeri; 1 plotone trasnùssioni; 1 sezione sanità; 1 nucleo chirurgico; 2 ospedali da campo; - 1 sezione sussistenza; - 1 autoreparto misto; 1 reparto salmerie; 1 compagnia ausiliari; 'J sezione CC.RR.; 1 ufficio postale.

Sopra: N. 3 - Gruppo di legionari appena sbarcati in Spagna. Autunno 1936 Indossano tutti il cappotto grigio-verde e la bustina kaki-oliva; si noti l'assoluta mancanza di qualunque distintivo, eccezion fatta per le famose granate di raion nero cucite sulle bustine all'imbarco a Napoli e per il piccolo fregio rn.etallico - forse da bersaglieri - sul bavero del soldato seduto a destra.


• Raggruppamento "XXIU Marzo": - 4° Gruppo Banderas, sulle banderas

"Bufalo", "Vampa" e "Toro"; - 5° Gruppo Banderas, sulle banderas "Lupi'', "Ardente" ed "inesorabile"; Il raggruppamento disponeva inoltre di 1 batteria cannoni d'accompagnamento da 65/17, di 1 plotone mortai d'assalto da 45 mm. e di 1 sezione del genio, ed era completato da: - 1 plotone autonomo mortai d'assalto da45 mm.; - 1 plotone trasmissioni; - 1 sezione sanità; - 1 ospedale da campo; - 1 sezione sussistenza; - 1 ufficio postale; - 1 autosezione; - 1 reparto salmerie; - 1 sezione CC. RR. • Gruppo Banderas autonomo "JX Maggio": - Banderas "Carroccio" e "Tempesta" con 1 plotone mortai d'assalto da 45 mm. • Brigate Miste d'Assalto "Frecce Azzurre" e11Frecce Nere'' (Brigadas Mixtas de asalto 11Flechas Azules" e ".Flechas Negras") Ognuna delle Brigate era costituita da: - 1° e 2° reggimento di fanteria; - 1 batteria cannoni d' accompagnamento 65/17; - 3 plotoni mortai d'assalto da 45 mm.; - J. battaglione d'assalto (2); - 1 plotone misto mortai d'assalto; - 1 batteria contraerea da 20 mm. su 2 sezioni; - 1 gruppo cannoni da 75/27 mod. 1911 "Extremadum" su 3 batterie di 4 pezzi; - 1 sezione controcarri da 37 mm. su 2 pezzi; - 1 compagnia del genio italiana con 1 plotone trasmissi01ù; - 1 compagnia "Zapadores" spagnola; - 1 sezione di sanità; 2 ospedali da campo italiani; - 1 sezione CC. RR. con alcune "Guardias Civiles" spagnole;

- 1 sezione di sussistenza speciale; - 1 ufficio postale. La Brigata "Frecce Nere" aveva un battaglione autonomo al posto di quello d'assalto . pm, . ' 1 compagrna · ''Guara·.ie d'A 1to" e, m . ssa ... spagnole ed 1 sezione autoambulanze. Ogni reggimento di fanteria aveva 3 battaglioni; i battaglioni delle" Frecce Nere" avevano un nome, ovvero: - 1 ° reggimento: 1 ° btg."Monte fata", 2° . "; bt· 0o-• "B ermeo" e 3° btg. "Munguia - 2° reggimento: 1 ° btg. "Peiia Amarilla", 2° btg. "Santona" e 3° btg." A1gorta".

• Raggruppamento Reparti Specializzati o 1 Raggruppamento Celere Babini11 : - 1 battaglioni carri d'assalto ognuno su 2 compagnie carri veloci 33/35; - 1 battaglione motomeccanizzato su 1 compagnia motomitraglieri ed 1 compagnia autoblinde Ansaldo-Lancia; - 1 compagnia speciale "L. C. 11 (Lar\iafiamme & Chimica); - 1 compagnia cannoni controcarro da 37mm. - 1 gruppo di esplorazione su 2 squadroni di cavalleria, u no italiano ed uno spagnolo; - 1 battaglione bersaglieri motociclisti;

'

• Comando Artiglieria: era suddiviso in tre comandi autonomi, "Medi Calibri", "Piccoli Calibri" e "Controaerei:', così organizzati: - Comando Artiglieria Medi Calibri: - 1 ° e 3° Gruppo cannoni da 105/28, 2° e 4° Gruppo cannoni da 149/12; Comando Artiglieria Piccoli Calibri: 1 ° e 9° Gruppo cannoni da 100/17, 3° Gruppo cannoni da 75/27; - Comando Artigtieria Controaerea: 5 batterie cannoni da 75 C.K. 1 2 batterie da 20mm. • Comando del Genio: - battaglione artieri su 2 compagnie; - 2 compagnie trasmissioni (telegrafisti & radiotelegrafisti);

Il battaglione d'assalto era composto da circa 500 soldati italiani condannati in patria a pene varie e che erano stati inviati in Spagna per riscattarsi sul campo. (2)


N. 4 - Gruppo di ufficiali. Il tenente coknu1ello a sinistra, appartenente ad m1 comaDdo di unitĂ come dimostrano le 1nostrine triangolari d.i parn10 bianco, indossa l'w1ifonne di panno kaki oliva con la bustina mod. 1935 mentre il generale BergonzolĂŹ (a destra della fotografia) indossa la g iacca a vento di stoffa chiara, quasi bianca, guarnita da inserti in pelle marrone sulle spalle.


1 compagnia fotoelettriche. A questi importanti provvedimenti, tra la fine di giugno e l'inizio di luglio, ne seguirono altri quali la costituzione del battaglione artieri del C. T. V. (Comando del Genio) avvenuta il 23, quella di 6 batterie controcarri da 37 mm. di 6 pezzi ognuna avvenuta il 26, e la trasformazione del raggruppamento "XXIIJ Marzo" in divisione, effettuata il 3 luglio. La nuova unità ebbe ora in organico 1 gruppo di cannoni d'accompagnamento da 65/17, reparti del gerùo e dei servizi. Il 1° agosto 1937 venne decisa la formazione della Divisione "Frecce" (Division Flechns) riunendo le due briga te autonome "Frecce Azzurre" e "Frecce Nere'', operazione puramente formale poiché la prima brigata era dislocata in Andalusia e la seconda in Biscaglia dove aveva preso parte, con la" XXIII Marzo", alla conquista di Bilbao. Durante la battaglia di Santander del 1° settembre, il C. T. V era quindi costituito da tre divisioru italiane, la "Volontari del Littorio" che distaccò il proprio 3° Gruppo cannoru da 100 alla "XXIII Marzo", la " Volontari Fiamme Nere" con il Gruppo Banderas " fX Maggio" e 3 compagnie carri e la "Volontari XXIIJ Marzo", dal 4° e dal 5° reggimento fanteria legionaria ciascuno con 3 battaglioni, 1 batteda da 65/17 cd 1 plotone mortai, dall'artiglieria, dal raggruppamen to celere e dalle unità del genio. Dopo la battaglia di Santander e la conseguente resa dei Paesi Baschi, la mancata affluenza di rinforzi dall' Italia causò una nuova contrazione degli organici del C.T.V. che si trovò strutturato su Divisioru di fanteria totalmente italiane e sulla la Divisione mista "Frecce". La Divisione "Volontari del Littorio" non subì modifiche organiche, al contrario della "Volontari Fiamme Nere" che il 20 ottobre venne fu sa con la "XXIII Marzo" assumendo la denominazione di "Divisione XXIII Ma1'Zo-Fiamme Nere", il cui organico fu il seguente:

5° reggimento fanteria legionaria sui battaglioru "Ardente", "Lupi" e II Inesorabile" ed una con1pagnia cannoni da 65/17; - 7° reggimento fanteria legionaria sui battaglioni "Inflessibile", "Tnvincibile" ed "Implacabile" ed una compagnia cannoni da. 65/17; - 1 compagnia arditi divisionale; -1 battaglione del gemo; - 1 sezione CC.RR.; - aliquote varie di servizi. All'atto della fusione la nuova unità non ebbe artiglieria divisionale, che le fu assegnata solo alla fine di ottobre. La Divisione mista "frecce" riunì, come abbiamo detto, le due brigate esistenti che non mutarono la loro composizione organica. Dell'organico del C. T. V. continuò a far parte il raggruppamento specializzato, che il 25 settembre prese il nome di "Rnggruppnmen.to Carristi", il comando d' artigl~~ria, il comando del genio, la sussistenza ed ~lcune nuove unità quali il battaglione "Radiot:e/egrnfisti C. T V", il 7° reparto salmerie, la 3A compagni.a del battaglione artieri del comando genio, I' 8A batteria contraerei da 20 mm. e i reggimenti d'artiglieria nelle Divisioru ''Fiamnie Nere-XXIII Marzo" e J/Frecce1' . Tra l'inizio di novembre e la fine di dicembre del 1937 vennero poi costituiti i seguenti reparti: - il 1°, il 2° e il 3° gruppo misto d'artiglieria in ciascuna delle tre Divisioni; - la 1 A e la 2A compagnia mitraglierj addette al comando C. T. V ed al raggruppamento carri; - la 9A batteria controaerei da 20 mm. Vennero invece sciolte tutte le batterìe d'accompagnamento da 65/17 inquadrate nei reggimenti di fanteria, che conservarono solo una sezione cannoni di quel calibro. All' inizio del gennaio 1938 la struttura orgaruca del Corpo Truppe volontarie era quindi la seguente:

• Divisione 11XXI1I Marzo - Fiamme Nere": 4° reggimento fanteria legionaria sui battaglioni "Vampa", "Bufalo" e"Toro" ed una compagiùa cannonj da 65/17;

• Divisione "Frecce" costituita da: - comando; - battaglione mitraglieri; - reggimento d'artiglieria su comando,

• Com ando del C.T.V.;


N.5 - Legionari appartenenti ad un reparto di artiglieria. Autunno/inverno 1937. Si noti la piccola granata fu.ori ordinanza cucita sul berretto basco, le mostrine triangolari di panno giallo cucite sul bavero e la bandoliera mod. 89.


N. 6 - Consegna delle decorazioni agJi appartenenti alla Divisione "Fiamme Nere". Da notare il distintivo divisionale rotondo in panno azzurro ornato da cinque fiamme nere e dal gladio ricamato in filo bianco: si tratta della variante alla prima versione adottata nel 1.937.

3° gruppo misto, 91\ batteria da 20mm. e compagnia mitraglieri antiaerei; plotone autonomo del genio; - plotone di cavalleria; - sezione CC. RR.; - brigate" Frecce Azzurre" e" Frecce Nere". Le brigate erano così composte:

-

a) Brigata ".Frecce Azzurre": - 1° reggimento di fanteria su compa-

gnia comando, 3 battaglioni" Cerro del Toro" (1 °), "Sierra Lazaro" (2°), e "Sierra Artezuela" (3°) ognuno su 4 compagnie, 1 I\ batteria d'accompagnamento "Cerro Ciguefia'' con 6 cannoni da

-

65/17 e sezione controcarri da 37 mm.; 2° reggimento di fanteria su compagnia comando, 3 battaglioni "Sierra Grana" (1°), "Sierra Argallen" (2°), e ''Maggiore Roero" (3°) ognuno su 4 compagnie, 21\ batteria d'accompagnamento "Cerro Navalcarazo" con 6 cannoni da 65/17 e sezione controcarri da 37 mm.; battaglione d'assalto "Sierra Avila"; battaglione mitragliatrici; 10° gruppo d'artiglieria "Extremadura" da 75/27 su 3 batterie di 2 pezzi, 41\batteria da 20 mm. "Guadamez" e 541\


batteria da 37 mm. "Aragona cornpagnìa genìo trasmìssìoni; compagnia genio zappatori; sezione ridotta autoarnbulanzei ospedali da campo" A" e "C"; 9° nucleo chirurgicoi 1A sezione sussistenza. 11

;

-

-

b) Brigata "Frecce Nere":

- 3° reggimento di fanteria su compagnìa comando, 3 battaglionj "Mon te fata'' (1 °), "Bermeo" (2°) e "Munguia" (3°) ognuno su 4 compagnìe, 3A batteria d'accompagnamento "Bermeo" con 6 cannoni da 65/17; - 4 ° reggimento su compagnia comando, 3 battaglioni II Peiìa Amarilla" (1 °), "Santona" (2°) e" Algorta" (3°) ognuno su 4 compagnie, 4/\ batteria d' accom-

-

pagnamento "Neguri" con 6 cannonj da 65/17; compagnia arditi battaglione autonomo "Laredo" su 4 compagnie ed l plotone arditi; 4° Gruppo d'artiglieria da 75/27 "Vizcaya'1 su 3 batterìe da 6 pezzi; 2/\batteria da 20 mm. "Vizcayna"; 55/\ batteria da 37 mm. "Sornorrostro'' su 6 pezzi; sezione "F" di sanità; ospedali da campo "B" e "U'; nucleo chirurgico "A sezione sussistenza; 11

;

• Divisione Volontari "Frecce Nere-XXIII Marzo" costìtuìta da: - comando; - 4°, 5° e 7° reggimento CC. NN.;

N. 7- Gruppo di ufficiali del C.T.V. Inverno 1937/38 Da notare le stelle distintive del grado cucite sul petto d elle giubbe e dei cappotti.


• Divisione ''Volontari del Littorio": conservò la propria struttura con le aggiunte seguenti: - 3°reggimento di fanteria organizzato come gli allTi due; battaglione artieri su 3 compagnie; - battaglione telegrafisti su 2 compagnie; - battaglione radiotelegrafisti pure su 2 compagnie. • "Raggruppamento Celere" costituito da: battaglione carri di 4 compagnie; battaglione bersaglieri motomeccanizzato;

- compagnia motomitraglieri; - compagnia "LC."(Lanciafiamme & Chimica); - compagnia controcarro da 37 1mn.; - compagnfa ge1ùo; - centro recupero e riparazioru. • Intendenza del C.T.V. costituita da: - quartier generale; - 2 compagnie servizi d'intendenza; sezione CC. RR.; - reparto autonomo materiali del genio; reparto milìzia stradale; - autogruppo di manovra; - il S.I.P.A.;

N. 10 - Gruppo di ufficiali superiori. Il primo da sinistra indossa un cappotto da h·uppa col collo di pelliccia, il secondo un cappotto da ufficiale con mostrine triangolari di panno bianco sul bavero che denotano l'appartenenza ad un comando di brigata. L'ufficiale a sinistra, un tenente come denotano le due stelle cucìte sul paramano, indossa invece l'uniforme di panno sotto la quale appare un pullover di lana il cui collo è s tato rovesciato sul bavero della giubba.


N. 11 - Soldato in farsetto a maglia . Si notino i "protettori" raffigurati dietro di lui.


i.I RAD .A.; autogruppo servizi d'intendenza; autoreparto d'istruzione; officina pesante mobile; officina parco automobilistico; reparto autonomo salmerie; comando di tappa; 43°ospedale militare; 5° ed 8° ospedale da campo; 31 °, 71° e 75° ospedale della C. R. I.; nucleo chirurgico della C. R. I.; 12° nucleo chirurgico; 1" compagnia artificieri; comandi Legionari di Siviglia e di Cadice; - convalescenz.ario di El Piftar. Del Corpo Truppe Volontarie faceva parte infine anche il "Comando Centro Complementi ed Addestramento" il quale comprendeva: - il reggimento misto su 4 battaglioni; - un gruppo d'artiglieria; - una compagnia mista; - un deposito.

"Divisione d'Assalto Litto·rio".

Il 1° ottobre del 1938 Franco decretò che tutti i legionari italiani con più di diciotto mesi di servizio in campagna dovevano essere congedati con effetto immediato; in conseguenza di ciò le Divisioni '' Volontari Fiamme Nere-XXIII Marzo" e "Volontari del Littorio" vennero sciolte. Gli uomini che rientravano nei limiti stabiliti, circa 360 ufficiali e 10.000 soldati, vennero concentrati a Cadice e rimpatriati a partire dal 15 d i ottobre . Con i s uperstiti delle due divisioni disciolte si costituirono due reggimenti di fanteria, il primo com.posto da solda ti dell' esercito e il secondo da CC. NN., ai quali si aggiunsero poco dopo un reggimento d'artiglieria, un battaglione mortai ed un battaglione del genio che andarono a costituire una nuova grande unità chiamata inizialmente "Divisione di nuova fo1mazione" poi " Divisione d'A ssalto IX Maggio" ed infine

- 1 reggimento d'artiglieria d'assalto "Littorio" con il comando e 3 gruppi, il 1° da 65/17 someggiato, il 2° da 65/17 e i] 3° da 100/17; ebbe inoltre 1 batteria au ton.orna da 75/17 ed 1 batteria controaerei da 20 mm. - 1 battag.lione genio con 3 compagnie, artieri, telegrafisti e radiotelegrafisti. - servizi vari divisionali. Il 22 ottobre del 1938, nell'ambito del p otenziamento del Corpo Truppe Volontarie venne costituita una nuova grande unità, la "Divisione Mista Frecce Verdi", per la quale si u tilizzarono i volontari ancora dispotùbili della "Fiamme Nere-XXIII Marzo", gli uomini eccedenti della "Frecce Nere" e della "Frecce Azzurre" ed ufficiali de]]a disciolta

-

La costituzione della nuova unità fu la seguente: - Comando; 1° reggimento di fanteria su compagnia comando, quattro battaglioni di 4 compagni.e ciascuno, 1 batteria can noni d'accompagnamento da 65/ l7, 1 plotone carri veloci 33/35 e 1 plotone artieri del genio; 2° reggimen to di fanteria CC.NN. d ' assalto su quattro battaglioni "Ardente", "Inflessibile", "Lupi" e "Vnmpn" di 4 compagni.e ciascuno,1 batteria cannoni d'accompagnamento da 65/17, 1 plotoni carri veloci 33/35 e 1 plotone artieri del genio; 1 compagni.a d i arditi divisionali, resa autonoma poco tempo dopo; 1 battaglione mortai da 81 mm. somegiato su 3 compagnie, la l" chiamata "Ln Dispernta", la 2" di bersaglieri e la 3" senza denominazione particolare; (3)

" Vo lontari del Littorio". L'organizzazione dell'unità prevedeva: - il comando; - 2 reggimenti di fanteria ciascu no s u 3 bat-

(3) Il 14 dicembre 1938 venne aggregal'a al battaglione una compngnin mortai da 81 compostn dn. soldati spngnoli e denominata "Valero"; l'unità venne poi mandnta in appoggio alla Divisione Mista Frecce Azzurre nel gennaio del 1939.


N. 12- Gruppo di ufficiali del C.T.V. Nella fotografia appare w1a vera e propria campionatma di tenute: - il generale ritratto al centro indossa la sahariana di panno con il distintivo del grado sul bavero e con l'emblema della "Legion" sulla tasca destra del petto; - il tenente alla sua destra indossa l'uniforme di panno fregiata dalle stelle del grado poste sulla tasca sinistra del petto, abbinata al pullover scuro; - l'ufficiale alla sua sinistra indossa il cappotto da truppa con il collo guarnito di pelliccia; - il secondo ufficiale che appare dietro il generale appartiene allo stato maggiore della Divisione "Frecce", come testim01Ăša il fregio metallico sovrapposto alle mostrine a forma di scudo che ornano il bavero.

-

-

-

taglioni di 4 compagnie e su 1 batteria caimoni da 65/17; 2 battaglioni di complementi; 1 battaglione nĂštraglieri su 2 compagnie; 1 reggimento d'artiglieria su 3 Gruppi, di cui 2 da 75/27 ed 1 da 100/17, oltre ad 1 batteria controaerei da 20 mm. ed 1 batteria controcarri da 37 mm.; 1 battaglione del genio su 2 compagnie, artieri e trasmettitori; 1 plotone carri d'assalto 33/35; aliquote di vari servizi divisionali; 1 sezione mista di CC.RR. e di "Guardias

Civiles". 11 25 ottobre l' incarico di comandante del Corpo Truppe Volontarie venne soppresso e al suo posto ve1me istituito quello di "Capo di S. M. del Generalissim.o Franco per le Truppe Le-

gionarie e Miste" che ebbe alle sue dipendenze una divisione italiana - la "Littorio d'Assalto" - tre divisioni miste - "Frecce Nere", "Frecce Azzurre" e "Frecce Verdi" - il raggruppamento carri, un reggimento d 'artiglieria, il centro d'istruzione oltre a reparti del genio e della sussistenza. Questo assetto rimase invariato fino al termine della guerra: vi furono infatti apportate solo varianti. dettate dalle .esigenze tattiche del momento, ovvero: - 1° novembre 1938: vem1e costituito il "Gruppo Celere Scuola" posto alle dipendenze del "Centro Complementi ed Addestramento" che ebbe in organico: - Il comando di gruppo; - lo squadrone di cavalleria con 1 plotone mitraglieri;


N. 13 - Legionari in marcia. Autunno 1937. Si noti l'equipaggiamento rnmpleto in dotazione.


o


la compagnia ciclisti con 1 plotone rnitra­ glieri ciclisti; - il plotone armi leggere; - il plotone motomitraglieri; - il plotone motociclisti; - il nucleo trasmissioni; - gennaio-febbraio 1939: vennero mobilitati in Italia i battaglioni alpini" Edolo" del 5 ° reggimento e "Vestone" del 6 ° reggimento, olh·e alla 33 A batteria da montagna del grup­ po "Bergamo" e la 19 A batteria da montagna del gruppo "Vicenza", entrambi facenti parte del 2 ° reggimento d'artiglieria alpina; i due battaglioni assunsero nell'ambito dell' O. M. S. la denominazione di" 1 ° e 2 ° battaglione Al­ pini" e sbarcarono a Cadice ai primi di mar­ zo. (Circ. N. 5610/369 di Prot/ Ilo, Min. del­ la Guerra, Comando Corpo di S. M., Ufficio Ordinamento e Mobilitazione, 27 febbraio 1939-XVII)

N. 14 - Gruppo di ufficiali.

Le due unità fecero un viaggio a vuoto dato che, essendo ormai praticamente finjta la guerra, non si trovò modo di impiegarli e si dovette quindi rimpatriarli nel corso dello stesso mese di marzo. 21 gennaio 1939: venne ordinata la costi­ tuzione del battaglione Arditi "Fiamme Ver­ di" costituito dal comando, da 3 compagnie e da una sezione cannoni da 65/17 su 2 pez­ zi; ognuna delle compagnie comprendeva due plotoni moschettieri ed un plotone fu­ cilieri; il battaglione disponeva anche di 22 autocarri Lancia Ro adibiti al trasporto truppe. 16 febbraio 1939: Venne riordinata l'arti­ glieria del C.T.V. che risultò così organizzata: - Raggruppamento "Santa Barbara" su 3 gruppi, 1 °e 2 ° da 105/28 e 3 ° da152/37; - Raggruppamento "Vittorio Veneto" su 4 gruppi da 149/12;

li generale ritratto al centro con il binocolo indossa il cappotto da ufficiale di paimo kaki oliva, mentre l'ufficiale alle sue spalle, inquadrato in un reparto di "Frecce", indossa la "canndiense" spagnola. Degli altri, quello all'estrema sinistra indossa sahariana e pantaloni dì panno, il "garro" con fiocchetto probabilmente nero, ed è distinto dalle mosb:ine triangolari dì panno bianco dei comandi di brigata; il "gorro" fa pensare che provenisse da un reparto di "Frecce". L'ufficiale all'estrema destra indossa l'uniforme regolamentare sb:anamente priva dei distintivi di grado, portata senza cravatta ma con le cordelline, distintivo degli aiutanti di campo.


Raggruppamento leggero su 2 gruppi 5°e 6° - da 75/27; - Reggimento "15 Giugno" composto da 2 gruppi conh·aerei, il primo su 4 batterie, 2 da 75 CK e 2 da 20 mm., il secondo su 2 batterie da 75 CK ed 1 da 20 mm.; - 7A batteria contraerea da 75/ 46. 5 marzo 1939: il raggruppamento Carristi assunse l'ordinamento seguente: - comando di gruppo; - l' "A.grupacion de Carros Espafioles" i - il 1° e 2° nucleo celere, ognuno su plotone comando, battaglione carri forte di 2 compagnje carri d'assalto e di 2 sezioni controcarri da 37 e da 47 mm., compagnia Bersaglieri su 2 plotonj motociclisti e 2

plotoni motomitragliatori, sezione autoblindo con 5 veicoli oltre ad. aliquote varie di servizi. Vennero inoltre sciolti H battaglione motomeccanizzato, la compagnia anticarro e Io squadrone autoblindo. 111° aprile 1939 la guerra terminò e, a partire dal 1° giugno, iniziò il rinpatrio dei volontari che si concluse a Napoli il 20 ottobre, quando S.M.il Re Vittorio Emanuele III passò in rassegna i reparti legionari: era durata in tutto 39 mesi, aveva visto l'impiego di circa 60.000 uomini ed era costata ai reparti del Corpo Truppe Volontarie 5.000 caduti e 10.000 tra feriti e mutilati.

N. 15 - Reparto di legionari sulla strada per Guadalajara. Tutti indossano la tenu ta da combattimento regolamentare con elmetto mod. 16, cappotto ed equipaggiamento completo; il prim.o a destra è un tenente - si notino le due stelle applicate sul paramano del cappotto - dotato anch'egli di equipaggiamento regolamentare e di moschetto mod. 91 TS.


...

...


CAPITOLO SECONDO

Le Ufil form] 0

rarmamento



er tutto quanto riguarda le uniformi indossate dalle truppe impiegate in Spagna, si deve tener conto del fatto che inizialmente vennero inviati nella penisola iberica esclusivamente volontari dal cui equipaggiamento non doveva essere possibile individuarne la nazionalità; in conseguenza di ciò, non solo si rese necessario l'acquisto di 5000 serie di abiti borghesi e la confezione di oggetti speciali - come, ad esempio, i "capotes mantas" ma si dovettero togliere alle dotazioni individuali e di reparto tutti i segni distintivi tipici del Regio Esercito, e prime fra tutti le steJlette: dopo il 1870 quindi, e con la sola eccezione dei soldati della R.S.I., la guerra civile spagnola sarà la prima e finora unica combattuta da soldati italiani senza quel simbolo sulle uniformi. Per ovvi motivi di sicurezza, tali operazioni si effettuarono spesso all'ultimo momento quando cioè i reparti erano già imbarcati su.Ile navi, accrescendo sensibilmente le difficoltà di approntamento. Tutto ciò fu superato grazie all' attivazione di reparti dell'intendenza in Spagna, cosicché il rifornimento del C.T.V. potè proseguire con regolarità; occorre tuttavia tenere conto che i comandi si trovarono spesso di fronte a necessità impreviste alle quali si dovette far fronte con provvedimenti urgenti e, in alcuni casi, eccezionali. Per un'esatta valutazione delle gravi difficoltà incontrate si debbano infatti considerare sia la natura particolare dei rifornimenti occorrenti sia il modo con il quale questi vennero effettua ti. Si rese infatti necessario distribuire entro breve tempo grandi quantitativi di oggetti confezionati con materie prime speciali previste nel nostro esercito per le sole truppe coloniali quali, ad esempio, il panno kaki-oliva con i relativi accessori; la scarsezza di mate-

P

rie prime e l'embargo alle importazioni dal1'estero imposto dalla Società delle Nazioni all'Italia fascista, posero l'amministrazione militare, che certo non brillava per efficienza, di fronte a serie difficoltà. Andando incontro alle particolari necessità della nostra industria, limitando al mhùmo indispensabile l'acquisto di oggetti da allestire con materiali di importazione e adottanto su larga scala tessuti misti con fibre sintetiche, fu comunque possibile sostenere in maniera soddisfacente lo sforzo necessario al rifornimento dell' O.M.S. A testimonianza di ciò riportiamo in dettaglio le quantità di capi di vestiario e di oggetti di equipaggiamento inviate in Spagna durante la guerra: (dalla relazione dello S. M. E., Ufficio Servizi I, N. 207958 di prot. Segreto, P. M. 9, 8 luglio 1942) - 71.683 divise di panno kaki-oliva; - 160.606 giubbe di tela kaki oliva; - 171.005 pantaloni di tela kaki oliva; - 85.051 cappotti, pastrani e mantelline; - 198.100 paia di stivaletti; - 11.000 paia di scarpe da riposo; - 158.241 teli da tenda; - 196.561 coperte da campo; - 113.106 sacchi alpini e borse a zaino; - 100.063 borracce da 2 litri; - 18.619 tascapane; - 26.516 combinazioni di tela rasata blu; - 2.500 sacchi da branda; - 360.810 camicie di tela con colletto; - 60.006 corpetti a maglia; - 308.810 paia di mutande; - 3.350 tagli di stoffa per abiti civili; - 28.848 "capote-mantas" - 4.318 bidoni da 6 litri; - 2.615 bidoni da 10 litri; - 2.355 bidoni da 15 litri; - 3.903 casse di cottura; - 15.000 camicie di flanella con colletto; - 2.819 marmitte da campo;


N. 16 - Legionari in tenuta estiva ed invernale. li primo da sinistra indossa la tenuta di tela kaki sabbia d'ordinanza per la stagione calda, caratterizzata però dalla fascia di tela dello stesso colore indossata sulla giubba anzichÊ sui pantaloni, quando si era in camicia, e dalla camicia aperta, priva di cravatta e con il colletto rovesciato sul bavero. L'altro indossa invece la corretta tenuta invernale con il cinturino stretto in vita.


f J, . ~ ~

...

- .,

.

~·1=J,

,I,

.•" -<t'· ,~· ·.

r

,.r.

N. 17 - Appartenenti alla Divisione "Fiamme Nere-XXIII Marzo". Autunno inverno 1938. Al centro della foto appare un ufficìale generale che indossa la sahariana invernale con i distintivi di grado cuciti al bavero ed ai polsini; sullo sfondo un ufficiale in giubba e pantaloni di pa1U10 e due legionari, le cui wi.iformi sono contraddistinte dallo scudetto divisionale di panno ricamato in filo metallico e dalle fiamme nere con numero reggimentale sul bavero.


-

1.287 barilotti someggiabili da 35-45; 254 casse da cancelleria; 580 cofani; 1.100 metri di tela kaki-oliva; 12.500 pigiami per infernù; 70.740 serie di vestiario ed equipaggiamento complete; 2.551 serie di vestiario ed equipaggiamento complete per truppe alpine; 11.127,857 quintali di oggetti vari di vestiario; 1.520 colli di oggetti per le riparazioni da calzolaio; 3.166, 490 quintali di materiale di servizio generale e cucina; 820 cucine per ufficiali;

L'osservanza delle prescrizioni in materia di uniforme da parte delle truppe impegnate in terra spagnola lasciò sempre a desiderare, soprattutto nelle occasioni in cui i reparti erano a riposo o in caserma; stando alle numerose circolari emesse con regolarità dal comando del C.T.V le più frequenti infrazioni in materia erano: - l'uso di magliette di vario colore o "delle jòggie le più eccentriche" indossate al posto della camicia o sopra la camicia stessa; - l'uso di camicie di vari colori, soprattutto il rosa e il celeste chiaro, in sostituzione di quelle d'ordinanza, alle quali, tra l'altro, venivano spesso scu-

N. 18 - Gruppo di ufficiali. Il primo da sinistra indossa l'uniforme prescritta per libera uscita con i pantaloni lunghi e, almeno in questo caso, con l'impermeabile mentre il secondo indossa invece l'uniforme completa di panno kaki oliva con stivali e cappotto da truppa; l'ultimo, infine probabilmente un ufficiale di artiglieria, abbina alla stessa tenuta gli scarponi, i calzettoni e le cavigliere.


cite o tagliate le maniche; - l'assenza di fasce gambiere e di calzettoni; molti soldati giravano a gambe nude, spesso lasciando vedere le mutande lunghe che uscivano dal pantalone corto; - l'uso di giubbe e di tute da carristi alle quali venivano spesso scucite le maniche; - l'uso di scarpe con i lacci allentati o addirittura prive degli stessi, dalle quali uscivano in parte le pezze da piedi; - l'uso di pantofole di tela di modello e di colore vari;

- l'uso di svariati tipi di copricapo non d'ordinanza, spesso di modeUo spagnolo; - l'uso di capi di vestiario borghesi indossati sull'uniforme, quali i giubbotti, le sciarpe ed i maglioni, "spesso in numero tale dn occultare la caratteristica di legionario". A tutto ciò si aggiungano anche la differenze di colore e di taglio riscontrabili soprattutto nelle uniformi degli ufficiali; il colore kaki- oliva era presente in tutte le sfumature di marrone e di verde, mentre il kakisabbia diveniva spesso quasi bianco a seguito dei frequenti lavaggi.

N. 19 - Legionari in marcia. Autunno 1937. Si notino, tra l'altro, i tascapane e le custodie per maschera antigas; il 2° soldato da sinistra indossa il telo tenda mimetico mod. 1929.


N. 20- Ingresso dei reparti del C.T.V. a Guernica. Maggio 1937. La maggior parte degli ufficiali ritratti in questa fotografia indossa l'uniforme di panno kaki oliva abbinata al berretto basco, ad eccezione di due che indossano la sahariana ed i pantaloni in tela kaki sabbia e di uno che sfoggia il giubbetto di pelle con colletto e polsini in maglia di lana.


o

N. 21 - Gruppo

di ufficiali.

I due ufficiali a sinistra appartengono al C.T.V: il primo indossa il cappotto da truppa, il secondo quello da ufficiale interamente abbottonato e con le mostrine tt¡iangolari di panno bianco, che denotano l'appartenenza ad un comando di brigata. Gli altri due ufficiali sono spagnoli: il tenente colorn1ello all'estrema destra indossa la "Cnnadiense" senza guarnizioni di pelliccia al collo e le uose caratteristiche dell'esercito spagnolo.


N. 22 - Gruppo di legionari delle "Banderas" in tenuta estiva. Gli ufficiali al centro indossano la sahariana di tela: l'ufficiale con la bustina a visiera abbassata porta sul braccio sinistro il primo tipo di scudetto adottato dalla Divisione "Fiamme Nere" nel 1937. Si noti anche la coesistenza delle bustine e dei berretti baschi.


1.Le uniformi dei reparti italiani. primi nuclei di volontari italiani affluiti in Spagna con i quali vennero formate unitĂ di artiglieria e di carristi, furono incorporati nel "Tercio de Estranjeros" - la Legione Straniera spagnola e ne indossarono l'uniforme pur conservando alcuni capi di vestiario tipici quali il casco e la giubba di cuoio nero dei carristi. Solo con la costituzione dei "Gruppi di Banderas si giunse alJ'adozione di una uniforme con caratteristiche peculiari, quella delle nostre trnppe coloniali di colore "kakĂŹoliva" dalla quale vennero appunto eliminate le stellette, i nastrini delle decorazioni ed i bottoni metallici, sostituiti da quelli di frutto dello stesso colore della stoffa. Questo tipo di uniforme venne data in dotazione sia ai reparti costituiti da volontari italiani sia a quelli misti italo-spagnoli pur con alcune differenze che evidenzierer:no in seguito, e rimase praticamente invariata per J'intera durata della guerra a parte le piccole modifiche apportate alle mostreggiature,

I

0

agli scudetti divisionali ed ai distintivi di grado. A tutto ciò si aggiunsero gli inevitabili "fuori ordinanza" dettati, oltre che dal gusto personale, anche da obiettive situazioni logistiche ed ambientali. Le uniformi erano classificate in quattro categorie principali come avveniva per l' esercito metropolitano e coloniale: l'uniforme degli ufficiali, quella dei marescialli, quella dei sergenti e dei graduati e quella della truppa; non esistevano, come in patria, la grande uniforme, l'uniforme ordinaria, l'uniforme di marcia e similari poichÊ i reparti impegnati erano di primo impiego ed indossavano abitualmente quella da combattimento che veniva poi adattata anche ad eventuali circostanze particolari.

a. Gli ufficiali. Gli ufficiali impiegati in Spagna, contrariamente a quanto avveniva in patria e in colonia, ebbero in dotazione una serie di oggetti di vestiario il cui abbinamento, salvo poche eccezioni, non seguiva regole particolari ma quasi- sempre la situazione del moN. 23 - Gruppo di legionari in uniforme invernale

Si noti l'assenza totale di mostrine e di distintivi di reparto: tutti indossano la camicia di flanella grigio-verde mod. 35 con chiusura lampo e l'equipaggiamento della fanteria. Alcuni indossano il farsetto di lana sotto la giubba.


mento. Il corredo base degli ufficiali comprendeva il copricapo, la giubba, i pantaloni corti, i pantaloni lunghi, la camicia, la cravatta e le calzature. Esaminiamolo in dettaglio:

• I copricapi. il primo copricapo utilizzato dai volonta-

ri giunti per primi in Spagna fu il berretto a busta m/1935 sul quale appariva spesso una granata a fiamma dritta ricarn.ata in filo nero. Questo fregio aveva un'origine curiosai ai volontari che si imbarcavano per la Spagna era stato ordinato di indossare gli abiti civili oppure l'uniforme purchè priva delle stellette e di tutti i distintivi che potessero tradirne la provenienza. La cosa non fu ben accolta dai reparti che non resistettero alla tentazione di utilizzare un qualche segno di appartenenza alI' esercito e così, dato che presso la sede napoletana dell' Unione Militare erano disponibili le granate utilizzate dai "Granatieri di Savoia" di stanza in colonia, le acquistarono e le cucirono sulla bustina d 'ordinanza. Trascorso il primo periodo di assestamento venne decisa l'adozione di un copricapo particolare che caratterizzasse in maniera definitiva le truppe italiane; dopo varie proposte1 che avevano preso in considerazione tra l'altro il cappello alpino, scartato perché considerato troppo "italiano" 1 ed il casco colonia]e1 scartato perché avrebbe urtato la suscettibilità spagnola, si scelse la "boina" basca, caratteristico copricapo a tesa larga e rotonda che veniva indossato tirandolo un po' sull'orecchio. Il primo documento ufficiale in cui venne citato il berretto basco fu la circolare segreta inviata al Capo Ufficio Spagna presso il Ministero degli Affari Esteri nel dicembre 1936 nella quale, tra l'altro, si affermava: "E' risul-

tato indispensabile pure di dare al personale italiano un segno distintivo che ne faciliti le relazioni di servizio. S.E. il Capo del Governo ha approvato il berretto basco; questo potrebbe essere di colore azzurro, essendo gli altri colori già adottati da unità o milizie spagnole, e dai tedeschi." (La Legione Condor Nda) Alla nota seguì nel 1937 la circolare riguardante la definizione dei vari tipi di uniforme adottati (Ordine di massima N. 5 -

M. M. I. S. -Ufficio del Capo di S. M. dell'8 febbraio) nella quale, alla voce "Copricapi" si stabiliva quanto segue: "per tutti: provvisoria-

mente berretto a. busta oppure basco- in seguito: berretto basco." A seguito di questo provvedimento in Italia erano stati approntati. 700 berretti baschi di panno kaki-oliva (Circolare S. M. - Ufficio Servizio, 19 dicembre 1936) risultati in seguito inutilizzabili in quanto "miseri, perché tutti

molto poco ampi come giro esterno e parecchi stretti anche nel giro interno" (Telegramma del 20 germaio 1937 - Ministero della Guerra Gabinetto). Il tipo di berretto basco definitivamente adottato aveva la tesa abbastanza piccola e doveva essere indossato inclinandolo sul1' occhio destro per evidenziare i distintivi di grado cuciti verticalmente sul lato sinistro. Il colore adottato fu senza dubbio il blu scuro, in alcuni casi il nero, come si evince dagli esemplari d'epoca, da alcune fotografie a colori ma soprattutto dalle testimonianze scritte di alcuni superstiti, anche se in alcuni documenti d'epoca si citano colori come il blu Savoia e l'azzurro chiaro. Uno di questi documenti datato 7 agosto 1938 (Intendenza CTv, Circolare 7012/2, Commissariato, 2" Sezione) comunicava al Mirùstero delJa Guerra la disponibilità per la vendita di ben 56.015 berretti baschi "di di-

mensioni molto piccole e di colore azzurro chiaro", 8015 dei quali restituiti dai reparti all' atto della soppressione del basco: è quindi certo che furono distribuiti ai volontari berretti baschi di quattro colorazioni diverse, tra le quali l'azzurro chiaro. Il berretto basco venne rimesso in discussione nell'estate del 1937 perché "non pratico

si

specialmente d'estate e perché confonde con altri, soprattutto con quello dei carristi tedeschi" (Ministero Affari Esteri-UH.Spagna, Circolare 09343 del 3 giugno) e quindi definitivamente soppresso per gli ufficiali a partire dal 20 luglio di quel!' anno. Riapparve quindi il berretto a busta rn/1935 adottato dal Regio Esercito il 18 aprile di quell'anno (G.M. Circ. N. 275), che ve1me citato dalla Circolare 01076 (Comando CTV - Ufficio Servizi) del 23 giugno 1937, che recitava:

"quanto prima il berretto basco sarà sostituì-


N. 24 - Gruppo di ufficia1i. Il primo da sinistra è un ufficiale appartenente ad uno Stato Maggiore di brigata ed indossa la sahariana con le caratteristiche mosh"ìne bianche ed i pantaloni dì panno Kaki oliva e gli stivali; quello al cenh·o indossa la stessa tenuta ma con la sahariana di tela e un modello di stivali molto in voga presso i nosh·i reparti coloniali. L'ultimo a desh·a, infine, è un ufficiale dei Reali Carabinieri, come attesta l'alamaro sul bavero della giubba: indossa una tenuta perfettamente regolamentare ad eccezione del soprabito in pelle.


to col berretto a busta kaki e quindi i signori ufficiali sono pregati di segnalare entro il giorno successivo il numero - e relativa misura - dei berretti a busta di panno diagonalino kaki, tipo Unione Militare, che desideravano acquistare". Il 28 giugno il comando si accorse che "molti ufficiali e militari di truppa portano già il berretto di panno kaki a busta" creando difformità nella tenuta; i reprobi vennero immediatamente richiamati all'ordine e si ribadì l'uso del berretto basco fino a nuovo ordine. Il 13 luglio (Comando CTV, Ufficio Servizi, Circ. 01638) si stabilì che "l'adozione del berretto a busta kaki, in sostituzione del berretto basco è obbligatoria per gli ufficiali dal giorno 20 c.m." La bustina era confezionata con diagonalino o con panno impermeabilizzato di colore kaki -oliva ed era costituita da h·e pal'ti principali, la cupola, la visiera ed il coprinuca ed orecchie. La cupola era ricavata da 5 pezzi di tessuto, dei quali due a forma di losanga costituenti la parte superiore, due la fascia l.aterale ed uno la soprafascia anteriore, tutti cuciti a macchina tra loro. La visiera era suddivisa in parte sinistra e parte destra, entrambe costituite da due pezzi di tessuto doppio ri11forzato internamente con fibra vulcanizzata che poteva essere portata sia abbassata che rialzata; in quest'ultimo caso doveva risultare aderente alla fascia circolare. A tale scopo la visiera recava nella parte superiore tre bottoni automatici di metallo verniciato di nero. Il coprinuca ed orecchie era costituito da due pezzi di stoffa e poteva anch'esso essere portato sia abbassato che rialzato; a ta le scopo il rovescio della parte destra era munito di tre bottoni simili a quelli già citati. Il berretto era munito internamente di fascia realizza ta con sottile pelle nera.

Su Ila faccia anteriore della visiera dovevano essere applicati esclusivamente i distintivi di grado cuciti su pan110 kaki-oliva; le uniche eccezioni a questa regola furono: - gli ufficiali della Divisione " Volontari del Littorio": potevano cucirvi un fascio ricamato in oro o in metallo dorato recante nel tondino il numero reggimentale (Intendenza CTV, Dir.. Commissariato, 2/ a Sez. N. 3965/2 del 26 settembre 1937); gli ufficia li dei Reali Carabinieri: potevano cucirvi il fregio del!' arma costituito da una granata a fiamme sfuggenti ricamata in oro con il tondino d'argento privo però delle cifre reali "V. E." (Ministero della Guerra, Dir. Gen. Servizi Logistici, Div. V. E. Sez. 1"', N. 026374 del 19 settembre 1937). I fregi dovevano essere cuciti al centro della parte frontale del berretto, spostando leggermente verso l'esterno le stellette distintive del grado. Per la stagione estiva era stato previsto l'uso della bustina prescritta per i reparti metropolitani in servizio coloniale, del tutto simile a quella di panno ma confe:.donata con tela kaki sabbia e provvista di due fori d' aereazione laterali rinforzati da occhielli. in metallo verniciato; una. circolare del Ministero della Guerra (Comando S. M. Ufficio Servizi N. 18100) emanata il primo di agosto 1937 constatava, tra l'altro, la mancata distribuzione delle bustine di tela, sostituite quindi da quelle pesanti anche durante la torrida estate iberica. Il berretto basco e poi la bustina, in caso di combattimento o di cerimonie, potevano essere sostituiti dall 'elmetto d'acciaio mod. 1916 adottato il 24 aprile di quell'anno con la denominazione di " Elmetto metallico rnod.1916°, e rimasto in uso fino all'adozione del mod.1931, a sua volta sostituito definitivamente dal mod.1933. (4)

(4) In una foto d'e-pocn appaiono tre ufficiali della "Penne Nere" che portano sul lato sinistro della bustina la penna dei reparti alpini con tanto di nappina di metallo dorato: grazie alla lettera di un superstite apprendiamo che gli ufficiali delln foto erano i c01nandanti di battaglione,i quali, provenendo da reparti alpini, avevano pensato bene di continuare n portarne lo speciale distintivo anche in Spagna ! Sembra inoltre che alcuni ufficiali abbiano montato In penna alpina anche sul lato sinistro del berretto basco.


L'uso dell'elmetto era comunque obbligatorio durante il servizio di guardia e durante le esercitazioni. Il mod. 1916 era realizzato in due pezzi, mì.o comprendente la calotta con sfiatatoio alla sommità, la visiera ed il coprinuca, l' altro comprendente la crestina coprisfiatatoio saldata con quattro ribattini. L'imbottitura interna era costituita da un'alta fascia in pelle di capra nera o marrone, nella quale erano intagliate sette linguette strette alla sommità, utilizzate anche da regolo; il tutto era circondato da un bordo di parmo e fissato all'elmetto. Fra l'imbottitura e la parte interna dell' elmetto erano applicati quattro lamierini ondulati; il sottogola era di pelle marrone con fibbia in ferro annerito mentre l'elmetto era dipinto con vernice di colore grigio-verde. L'elmetto mod. 1916 venne sostituito nel secondo sem.e stre del 1938 dal nuovo 11.1.od.

1933, anche se risulta che numerosi ufficiali lo avessero in dotazione già prima della battaglia di Guadalajara combattuta nel marzo 1937. 11 nuovo modello, adottato ufficialmente nel 1934 (G.M. del 29 novembre, Circ. N . 915) era dipinto con vernice speciale kakioliva o grigio-verde, ed era composto da un casco di acciaio speciale trattato termicamente e da una cuffia interna fissata al primo ntediante tre coppiglie a bottone. La cuffia si componeva di cinque parti: un'armatura elastica in acciaio, un feltro di guarnizione, una guarnitura in pelle di capra ed un soggolo in vacchetta dipinta in kakioliva o in grigio-verde. Veniva fabbricato in tre taglie; grande (JA) che prevedeva un perimetro interno della cuffia pari a 59, a 60 o a 61 centimetri, la media (2/\) con un perimetro pari a 57 o a 58 centimetri e la piccola (3"'') con uno pari a

N. 25 - Legionari in marcia. Inverno 1937. LI soldato posto all'estrema desb·a è un ufficiale in tenuta da campagna.

...

l

••


55 o a 56 centimetri. Quello destinato alle truppe del C.T.V. doveva essere privo di qualsiasi fregio d'arma dipinto sulla parte anteriore; questa disposizione restò lettera morta dato che in quasi tutti i reparti gli uf­ ficiali vi fecero d"pinger fasci littori, fregi d'arma simili a qu lii portati. in pab·ia, teschi ed altri distintivi oltre alle stellette distintive del grado. Gli ufficiali dei plotoni Bersaglieri moto­ mitraglieri delle compagnie B rsaglieri ci­ clisti erano autorizzati a montar sull'elmet­ to il b·adiz"onale pi.umetto in penne di gallo, utilizzando il sist ma di fissaggi prescritto in pah·ia. A proposito della tinteggiatura degli el-

. 26 - Legionari in marcia. Si noti il telo mimetico mod. 29 portato ad armacollo.

metti, sembra che i repa ti si comporta sera come più gli pareva causando notevoli di­ scordanze cromatiche: a questo proposito il comando del C.T.V. dovette intervenire emanando la circolare del 20 aprile 1937 (N. 5030, allegato . 58 Diario Storico C.T.V., mese di aprile 1937 - XV) in cui si affermava eh "la tinteggiatura degli elmetti non è unifor­

me ma. bensì di colori vari e varie tonalità. Sin provveduto ad w1iformnrli. L'Intendenzn prov­ vedn ln tintn che deve essere grigio-verde ed uni­ cn per tutti i corpi, che nell'uso non devono alte­ rnrln." Gli ufficiali di tutti i reparti indossavano q fr uentemente durante la stagione rigida, in ostituzione del copricapo d'ordinanza o


sotto di esso, il passamontagna regolamen tare della truppa di lana kaki-oliva o grigioverde. Gli ufficiali dei reparti di carristi e dei reparti motorizzati dovevano indossare a bordo dei propri mezzi lo speciale casco in pelle di cui parleremo nel capitolo dedicato alle uniformi della truppa. Gli ufficiali utilizzavano spesso, almeno stando alle numerose foto d'epoca, la "Teresiaun", cara tteristico berretto spagnolo ornato dal fregio della specialità ricamato in -oro . L'uso della "Teresinnn" era però di fatto riservato agli ufficiali dei reparti misti e tassativamente proibito nei rcpartj italiani, come testimonia il fonogramma del generale Gam-

bara, riporta to in un foglio d'ordine datato 19 settembre 1938 (Intendenza C.T.V., Ufficio Stato Maggiore, n. 0 416) che recitava: "Trascrivo per l'ottemperanza il fono n.2018 P. C. in dnta 30 maggio u.s. del C.T.V: "Ricordo che nt Legionari Ttnlin.n.i non (dico non) est consentito uso berretto Teresiana (n.lt) Comandanti reparti sono pregati darne comunicazione tutti dipendenH et impedirne uso (nit) Assicurnre (alt) F/to GAMBARA" Nonostante tutto gli ufficiali dei reparti italiani continuarono ad indossarlo: in una foto appare addirittura uno degli ufficiali della milizia stradale conta "Teresiana", sulla quale spicca il fregio del reparto.

N. 27 - Legionari in marcia. Inverno 1937/38 Si noti in questa fotografia L'uso di indossare l'elmetto mod. 1933 sopra il passamontagna di lana.


•Le giubbe. La giubbe in uso erano come d'abitudine di due tipi, invernale ed estiva. Il tipo invernale era confezionato in diagonale o in cordellino d' ordinanza per le truppe in servizio coloniale di colore kakioliva. Era tagliata ad un petto, con quattro bottoni di composizione cachi per tutte le armi, i corpi e i servizi. 11 bavero, aperto e rovesciato, era tagliato a punta ed era privo di qualsiasi filettatura colorata; doveva in compenso essere guarnito dalle mostreggiature in panno che

N. 28- Legionari

distinguevano i vari reparti secondo loschema riportato nella apposita tabella. La giubba era provvista di quattro tasche a toppa con cannello centrale, due al petto e due ai fianchi chiuse da alette orizzontali dritte e da un bottoncino kaki, i paramanj a fascia alti da 8 a 9 centimetri privi di filettature ed uno spacco centrale posteriore aperto dal giro vita ali' orlo inferiore. Le controspalline, della stessa stoffa della giubba, erano mobili ed erano dotate di una linguet ta interna di panno che dopo essere stata introdotta in un passante cucito sulla spalla, veniva fissata ad un bottoncino kaki cucito vicino al bavero; le controspalline do-

in marcia. Inverno 1937/38.

Si noti, anche in questo gruppo, l' etereogenitĂ dell'abbigliamento costituito da "capotes-mantas" abbi.nati alle bustine ed ai berretti baschi. Da sottolineare l'equipaggiamento di dotazione, qui al completo, costituito dalle coperte da campo, dalle bonacce, dallo zaino, ecc.


vevano essere prive di qualsiasi filettatura e fregio d'arma, anche se era frequente l'usanza di cucirvi il fregio della "Legione" . Era in uso anche un altro modello di gĂŹubba simile a quella usata dagli ufficiah dell'esercito spagnolo, con le tasche ai fianchi prive di soffietto e con le patte tagliate a punta, dotata di spalline semlfisse, e giubbe di stoffe e di colori diversi da quelli regolamentart quali il gabardine e addirittura la seta grigio-verde; da alcune foto risulta inoltre come gli ufficiali generali usassero spesso delle spalline bordate da un galloncino dorato. Sulla giubba, oltre alle mostrine, era ob-

bligatorio l'uso dei distintivi di grado sotto forma di stellette applicate su rettangoli di panno kaki cuciti sul lato sinistro del petto, sopra la tasca. (M. M. I. S., Ufficio del Capo di S. M., Ordine di massima N. 5 dell'8 febbraio 1937) ll 20 febbraio 1938 (Intendenza C.T.V., Ufficio Stato Maggiore, Foglio d'Ordini N. 254) si. stabilĂŹ che le stellette distintive del grado venissero cucite, secondo l'uso spagnolo, anche sui paramani della giubba, ma limitatamente ai seguenti gradi: - Primi Capitani e Primi Centurioni; - Tenenti incaricati del grado superiore con Decreto Reale;

N. 29 - Gruppo di ufficiali. Autunno/inverno 1937. Indossano tutti il cappotto mod. 34 da truppa ad eccezione del prirn.o da sinistra ritratto con un impermeabile a doppio petto non regolamentare e del sesto sempre da sinistra, che è avvolto nel" capote-manta" .


- Primi Tenenti ed ufficiali in genere incaricati del grado superiorei l Tenentì e i Capi Manipolo e i Sottotenenti e i Sotto Capi Manipolo invece, a partire da quella data avrebbero dovuto portare i distintivi di grado solo sui paramani. Questa disposizione venne però annullata il 7 dicembre 1938 (Intendenza C.T.V1 Ufficio Stato Maggiore, Foglio d'Ordini N. 479) quando venne prescritto il rìtorno alle origini stabilendo che i distintìvi di grado dovevano essere portati solo ed esclusivamente sul petto della giubba, sopra la tasca sinistra. Appena il giorno dopo il Foglio d'Ordini N. 480, riferendosi alla circolare del giorno

prima, comunicava che la "la parte riguardante gli ufficiali è abrogata" ! La disposizione del febbraio' 37 consentì l'uso dei nastrini di decorazione fino ad allora proibiti, (la circolare che li proibiva venne diramata il 19 gennaio 1937) limitatamente però a quelli relativi alle medaglie al valor militare e alle croci di guerra. Il 3 marzo di quell'anno venne poi concesso l'uso dei nastrini relativi all'Ordine Militare di Savoia ed alla croce al merito di guerra, oltre ai distintivi di mutilato e di ferita di guerra. (M. M. T. S., Ufficio del Capo di S.M., Ordine di massima N. 10) Alh·o distintivo consentito sulla giubba

N. 30 - Gruppo di ufficiali di fanteria di unità non identificata. Da notare l'impermeabile chiaro ma soprattutto il" capote-manta" da ufficiale.


N. 31 - Soldato di fanteria. Trattandosi di una fotografia da mandare a casa, il nostro sfoggia una tenuta perfettamente regolamentare composta da giubba e pantaloni di pam10 kaki oliva, camicia di flanella grigi.o verde, cravatta nera, calzettoni grigio verdi e calzette arrotolate di lana grezza ma indossa anche un cinturone da ufficiale nel quale ha infilato la baionetta del suo fucile mod. 91. Da notare anche la penna stilografica che fa bella mosh¡a di se nel taschino della giubba.


era quello divisionale costituito dagli scudetti inizialmente ricamati su panno e poi realizzati in metallo, adottati ufficialmente nell'aprile 1937 ma solo per le divisioni "Littorio" e "Fia111.111.e Nere"; dovevano essere cuciti sul braccio sinistro a 13 centimetri di distanza dalla spalla. Durante la stagione estiva veniva utilizzata giubbe del tutto identiche a quelle descritte confezionate però in tela kaki sabbia, sulla quale si applicavano tutti i distintivi di reparto e di grado prescritti su quella invernale.

• Le camicie. Le camicie in dotazione potevano essere confezionate indifferentemente in tela, in seta o in lana kaki, con colletto floscio a punte dritte e chiuse, cucito oppure staccabile, do-

tata di sparato verticale praticato nella parte anteriore, rinforzato da una striscia di tessuto e munito di sei bottoncini di corozo dello stesso colore a quattro fori; sul petto aveva due tasche munite di pattine tagliate a punta con asola e bottoncino. Le controspalline erano semifisse e dotate di bottoncino mentre i polsini erano chiusi da due bottoncini e spesso rovesciati e chiusi con gemelli. La cravatta era di seta opaca o di maglia di seta o lana color kaki. A partire dal 20 maggio 1937 (Comando C.T.V., Uff.Servizi, Circ. N. 0107) venne stabilito che indossando la divisa con i pantaloni lunghi, gli ufficiali dovevano indossare esclusivamente la camicia bianca con cravatta nera.

N. 32 - Gruppo di ufficiali Nella foto sono ritratti, tra gli altri, due ufficiali di Stato Maggiore contraddistinti dalla sciarpa azzurra e dall'alamaro ricamato in oro su panno azzurro prescritto nel luglio del 1938 per tutti gli appartenenti agli stati maggiori di reparto, di brigata e di divisione, e non piĂš riservato alla divisione "Littorio" come avvenuto fino a quel momento.


• I pantaloni. I pantaloni d'ordinanza, definiti ufficialmente "pantaloni corti", erano confezionati con_i.l cordellina o con il diagonale kaki-oliva per l'inverno e con la tela kaki sabbia per l'estate. Erano ampi sulle cosce e stretti sotto al ginocchio ove terminavano a forma di tubo ed erano muniti di fettucce doppie per poterli stringere; una volta indossati dovevano rimboccare per sei centimetri sopra il gambaletto. Alti in vita, avevano sei bottoni di frutto per le bretelle cuciti sul cinturino e due linguette di panno cucite sul ret,:o che serviva-

no per regolarne l'aderenza ai fianchi. Erano sparati anteriormente e venivano chiusi grazie a quattro bottoni di frutto, ad una linguetta interna con bottone e ad un gancio metallico con riscontro. T pantaloni avevano quattro tasche a taglio, due verticali aperte lungo la cucitura esterna della gamba e due orÏzzontale sul lato posteriore destro, dotate di asola e di bottoncino di frutto tinto di kaki-oliva; sul lato anteriore sinish¡o si apriva un taschino orizzontale pure a taglio. I pantaloni erano dotati di due pieghe praticate sulla parte anteriore in corrispondenza della cintura per dare maggiore am-

N. 33 - Ufficiali di Stato Maggiore. In questa fotografia appaiono gli stessi ufficiali di Stato Maggiore della fotografia N. 32, il colorn1.ello su lla destra indossa la sahariana fregiata, olb¡e che dall'alamaro, dal distintivo della Legione ricamato sulle spalline ma soprattutto dallo scudetto della "Agrupacion de Cavalleria" spagnola cucito sul braccio sinisb:o: questo era di colore azzurro bordato di bianco recante al centro la croce rossa di Santiago sormontata dalla corona reale in argento e sottoposta a due lance incrociate pure d'argento. Lungo i bord i dello scudo appariva il grido di guerra della cavalleria spagnola "ESPANA CIERRASANTlAGO" in lettere d'argento.


piezza ai gambali e di quattro passanti in panno per la cintura. La Circolare N. 0187 del 20 maggio 1937 (Comando Truppe Volontarie, Ufficio Servizi, allegato N.59 del Diario Storico C.T.V mese di maggio 1937-XV) autorizzò l'uso dei pantaloni lunghi affermando "l'uso (facoltativo) della divisa con pantaloni lunghi è consenl'i-

to con le norme prescritte in Patria e nelle sole zone e località dove i reparti possono considerarsi a riposo" I pantaloni lunghi, del tutto identici agli altri per materiale e per colore presentavano tuttavia alcune differenze strutturali, ovvero: - lo sparato era chiuso da cinque bottoni di frutto nero, due dei quali cuciti a vista sulla cintura, da un gancio in .ferro verniciato di nero e da una linguetta interna a due asole; - avevano i risvolti al fondo alti circa cinque centimetri.

Con questo modello di pantalone era obbligatorio l'uso delle calze, delle scarpe basse, della camicia bianca e della cravatta di seta nera opaca.

• Le calzature. Con i pantaloni corti si usavano stivali regolamentari in pelle di colore giallo che, scurendosi con l'uso, assumeva una sfumatura bruno rossiccia, dotati di gambale alto fino a circa 10 centimetri sotto il ginocchio e, spesso, di speroni in ferro lucido fissati da una cinghietta soprapiede affibbiata esternamente e con sottopiede di cuoio necessario per unire i bottoni delle due branche degli speroni stessi. Erano tollerati anche gli stivali di pelle nera ma "soltanto se impossibile procurarsi

quelli gialli".

N. 34 - Interno di un magazzino vestiario della Divisione "Fiamme Nere" Dei due seduti al tavolo, il primo da si.J.ùstra porta cucito al braccio sinistTO il distintivo di "specialista al tiro'' nella variante da sottufficiale in filo dorato, mentre il secondo, W1 sottufficiale dello Stato Maggiore divisionale, porta le mostrine triangolari di panno bianco al bavero e lo scudetto divisionale metallìco al braccio sinish·o.


Insieme ai modelli regolamentari venivano usati altri tipi di stivali quali quelli" completamente allacciati, di gran moda durante la g1:erra d'Etiopia. · Questi erano di pelle marrone completamente allacciati sul davanti fino all'orlo superiore del gambale ove venivano chiusi grazie ad una striscia di cuoio munita di doppia fibbia metallica, che girava intorno al polpaccio. Altro tipo di calzatura regolamentare che, pur riservata ali' uniforme di marcia, veniva spesso indossata anche con l'uniforme ordinaria, erano gli stivaletti mod.1912 del tipo coloniale in pelle marrone dotati di chiusura a lacci e le fasce gambiere di panno kaki-oliva sulle quali spesso venivano indossati calzettoni di colore bianco o crema arrotolati su se stessi. AI posto delle fasce venivano anche utilizzati spesso calzettoni di lana o di cotone

ritorto color kaki-oliva alti fino al ginocchio, dotati di risvolto simile ma fatto a maglia stretta. Con le fasce e con i calzettoni venivano indossate, anche se espressamente proibite, le cavigliere in lana kaki-oliva alte circa 90 millimetrÌj su uno dei due capi, fatto a punta, veniva cucita una striscetta dì tessuto oppure di elastico dello stesso colore alto 120 millimetri con fibbia, rinforzato da due strisce di pelle am1erita su cuì erano cuciti quattro ganci con relativi occhielli che servivano per stringerle; il modello dotato dì linguetta in tessuto elastico era provvisto di sottopiede in pelle con fibbia di metallo.

• Il cappotto. Il cappotto era di panno kaki-oliva, identico a quello dei reparti metropolitani dell' esercito impiegati in colonia.

N. 35 - Gruppo di ufficiali in uniforme estiva. ll primo ufficiale da sinistra indossa la tenuta prescritta per i servizi interni con la camicia aperta sul collo, l'elmetto e la fascia di tela kaki sabbia stretta in vita sopra i pantaloni; l'ufficiale ritratto a·l centro è il maggiore Felice Peyrani che in questa occasione indossa la sahariana con le mostrine rosse del 2° reggimento di fanteria e lo scudetto della Divisione "Littorio" e che ritroveremo in seguito con l'uniforme delle "Frecce Verdi".


Lungo venti centimetri sotto il ginocchio, era a due petti. di tre bottoni di frutto color kaki-oliva ciascuno ed era provvisto di due tasche a taglio orizzontali con aletta sui fianchi; la tasca di sinistra era aperta sotto l' aletta in rn.o do da permettere l'uscita dei pendagli della sciabola e dei fiocchi della sciarpa azzurra. Il bavero del cappotto era aperto e rovesciato ma poteva essere rialzato ed allacciato grazie all'asola aperta sul risvolto sinistro e ad un bottone cucito sotto quello destro; le maniche erano prive di manopole. Il cappotto era dotato posteriormente di martingala in due pezzi sovrapponibili e chiusi da due bottoni; dalla metĂ del dorso partiva un piegone lungo fino al]' orlo inferiore che celava uno sparato chiuso da cinque bottoncini di frutto. Sul bavero del cappotto dovevano essere riportati i distintivi di reparto mentre i di-

N. 36 - Gruppo di soldati in tuta di tela blu ardesia.

stintivi di grado dovevano essere cuciti sul lato sinistro del petto all'altezza del cuore. Gli ufficiali indossavano, soprattutto in zona d' operazioni, lo stesso cappotto dei soldati del proprio reparto aggiungendovi i distintivi di grado e spesso un collo di pelliccia fissato al bavero. Nel mese di novembre 1937 (Intendenza C.T.V., Foglio d'Ordini N. 111) venne stabilito che il cappotto doveva essere indossato esclusivamente nelle seguenti circostanze: - durante la libera uscita; - durante i servizi isolati; - durante i servizi collettivi; stabiliva inoltre che il bavero fosse portato sempre abbassato.

• L'impermeabile. Lo stesso documento appena citato autorizzava gli ufficiali ad usare l'impermeabile


ma solo durante il servizio. L'impermeabile in dotazione era il mod. R. E. 600 prodotto dalla Pirelli e realizzato in gabardina di colore kaki-grigio verde, lungo a:nch' esso venti centimetri sotto il ginocchio e tagliato ad un solo petto dì quattro bottoni di frutto dello stesso colore, con la bottoniera nascosta. Il bavero era rovesciato e poteva anche in questo caso essere chiuso grazie ad un'asola e un bottone; l'impermeabile aveva due tasche sui fianchi a taglio verticale obliquo ed una cintura in vita dello stesso tessuto con fibbia a scorrimento in ferro lucido. Le maniche erano provviste di linguetta regolabile ai polsi con doppio bottoncino di frutto. Sull'impermeabile era vietato l'uso dì qualsiasi distintivo di grado o di reparto: per ovviare a questo divieto gli ufficiali rovesciavano spesso il bavero della giubba su quello

dell'impermeabile in maniera taJe che fossero visibili le mostrine del reparto di appartenenza. Oltre a] modello appena descritto gli ufficiali ne indossavano anche uno simile ma dotato di cuciture ribattute ed un altro a due petti.

• La sahariana. Nell'aprile del 1937 venne ufficialmente introdotto l'uso della giubba sahariana, peralh·o tollerato fù.1 dai primi tempi del nostro intervento, nella variante invernale di panno ed estiva di tela entrambe di colore kaki-oliva. La sahariana era di taglio ampio, ad un petto di cinque bottoni di frutto, con il collo rovesciato, ed era dotata di quath·o tasche due delle quali al petto, a toppa con cannello centrale, e due ai fianchi, a soffietto con aletta a punta. Le spalle erano dotate di sprone sagoma-

N. 37 - Gruppo di ufficiali e di soldati in varie tenute estive.


to, doppio sulle spalle, che faceva corpo unico con la. giubba e fungeva da. aletta per le tasche anteriori del petto. La sahariana era provvista per tutta la sua lunghezza di cannello centrale interamente cucito. Veniva serrata in vita grazie ad una cintura dello stesso tessuto dotata di fibbia metallica a scorrimento, sostenuta da due passanti di tessuto cuciti sui fianchi. Le maniche terminavano con un polsino tipo camicia aperto sul dorso e dotato di fettuccia e di bottoncino di frutto. Sulla sahariana venivano utilizzate le stesse spalline mobili e gli stessi distintivi di reparto e di grado usati sulla giubba di panno o di tela; poteva essere indossata con il colletto aperto o chiuso, con la camicia e la cravatta oppure no. È da notare come la sahariana, pur potendo essere indossata solo in uniforme di mar-

eia, per la sua praticità divenne in pratica la giubba più in voga tra gli ufficiali del C.T.V. anche durante le operazioni: d'inverno poi veniva spesso indossata sotto i cappotti ed i pastrani.

• La giacca a vento. La giacca a vento mod.1934 (G. M. 1 novembre 1934, Circ. N. 868) era di gabardina grigio-v erde tagliata a campana, a due petti di quattro bottoni d'osso ciascuna e con il collo rovesciato e Je maniche raglan; queste ultime erano provviste di linguetta esterna e di due bottoncini d'osso e, internamente, di polsino elastico in tela grigio-verde. La giacca veniva stretta in vita grazie ad una cintura dello stesso tessuto dotata di fibbia a scorrimento in metallo ossidato, sostenuta da due passanti cuciti in vita; spesso era

N. 38 - Gruppo di ufficiali. Il capitano ritratto ìn basso a desh'a fa sfoggio di una " cazadom" con mostrine a scudo su bavero mentre l'ufficiale con gli occhiali si accontenta di un confortevole maglione; da notare poi il capitano dello S.M. di brigata con le mostrine h·iangolari bianche - secondo da sinistra in primo piano - ed il tenente colo1mello di artiglieria con le mosb:ine gialle fregiate di granata - secondo da destra in primo piano.


dotata di colletto mobile realizzato con pellicce di vario tipo e colore. Stando alle numerose foto esaminate, gli ufficiali del C.T.V utilizzavano anche altri rhodelli di giacca a vento, dei quali, nonostante tutte le ricerche fatte, non è stata possibile rintracciare la data di adozione e che si pensava fossero stati utilizzati solamente nel corso del secondo conflitto mondiale. La prima delle giacche in questione, pur simile al mod. 1934, era molto più corta, realizzata in tessuto impermeabUe kaki-sabbia chiaro che dopo numerosi lavaggi, tendeva a scolorire assumendo una tinta biancash·a; veniva chiusa da sei bottoni di osso bianco, era dotata di guarnizioni in pelle marroncina sulle spalle e di tasche a soffietto applicate sui fianchi, dotate di pattina triangolare con bottone d'osso. Un'altra era del tutto simile alla giacca mod.1934 chiusa però da due file di tre bot-

toni d'osso e guarnita da inserti di pelle marrone cuciti sulle spalle; un terzo tipo, completamente diverso da tutti gli altri, era anch'esso confezionato in tessuto di colore grigio-verde, ma era tagliato ad un solo petto di tre bottoni, aveva quattro tasche a soffietto, due al petto e due sui fianchi, la cintura in vita con fibbia metallica, gli inserti in pelle sulle spalle e i paramani chiusi da due bottoni.

• Il giubbone di cuoio. Era del tutto identico a quello prescritto per la truppa dei reparti motorizzati. Benchè il suo uso fosse strettamente riservato ai soli ufficiali dei reparti suddetti e solo a bordo dei mezzi, questo capo di vestiario riscosse un grande successo e gli ufficiali finirono per indossarlo abitualmente costringendo le autorità a continui richiami in merito.

N. 39 - Gruppo di ufficiali. Spicca, tra gli altri, il secondo ufficiale da sinistra, appartenente ad un reparto delle "Frecce", che indossa la tuta blu ardesia destinata ai componenti dei reparti meccanizzati e motorizzati.


Nel dicembre del 1937 a causa dell'inclemenza della stagione gli ufficiali vennero autorizzati ad indossare la giacca a vento e il giubbone di cuoio in servizio e fuori servizio; si fece solo appello al senso di opportunitĂ dell'ufficiale per evitare che presenziasse a qualche cerimonia con addosso uno di questi due capi non regolamentari. Nei mesi estivi durante le istruzioni, le esercitazioni ed altre circostanze similari, gli ufficiali potevano indossare I.a sola camicia con il colletto aperto ed i pantaloni corti con la cintura nascosta da una 'Jascia cintura" di tela kaki; con questa tenuta i distintivi di

grado dovevano essere posti sopra la tasca sinistra della camicia, cuciti su un rettangolo di panno kaki. L'uniforme per riviste e parate era indossata di rado: in quelle rare occasioni tuttavia era obbligatoria l'uniforme di marcia completata dai guanti di pelle marrone scuro e daJl' elmetto oppure, nel caso degli ufficiali carristi, dal casco di pelle; questi ultimi dovevano inoltre indossare a bordo anche la tuta di tela blu in dotazione alla truppa anche se, spesso e soprattutto d'estate, la sostituivano con la sahariana di tela.

N. 40 - Gruppo di ufficiali di fanteria unitĂ non identificata. Notevole la varietĂ di abbinamento dei capi di vestiario e l'uso di sciarpe e di fazzoletti da collo di chiara provenienza civile.


b. I marescialli e i sergenti maggiori. .I marescialli maggi.ori, ĂŹ marescialli ca pi, i marescialli ordinari ed i sergenti maggiori avevano in dotazione Io stesso corredo e le stesse combinazioni di uniforme stabiliti per gli ufficiali, con i propri distintivi di grado. Le differenze era.no le seguenti: - pantaloni: i sergenti maggiori indossavano quelli del modello prescritto per i sergenti, per i graduati e per la truppa; - calzature: tutti i sottufficiali dovevano

utilizzare calza.ture di cuoio di colore naturale abbinate alle fasce gambiere di panno kaki-oliva oppure ai calzettoni di lana. I marescialli indossa.va.no spesso anche gli stivali prescritti per gli ufficiali. Con le calzature d'ordinanza poteva.no indossare anche i gambali a stecca di pelle marrone rossiccio tagliati in un pezzo unico di cuoio suola spesso da 2,5 a 3,2 mm., sagomati in modo da adattarsi al polpaccio ed al collo del piede e aperti anteriormente nel senso della 1un ghezza. I gambali venivano chiusi: - al fondo, mediante una stecca di acciaio

N. 41 - Ufficiale di fanteria. ll tenente indossa l'muforme prescritta per la tenuta fuori servizio con camicia bianca e cravatta di seta nera, sulla quale indossa l'impermeabile ad un solo petto.


dello spessore di 1 mm., larga da 15 a 16 mm. e applicata nella parte interna, in corrispondenza della quale vi era w1' asola cucita sul bordo esterno a circa 15 mm. di distanza dalI' orlo del gambale stesso; - alla parte superiore mediante una striscia di cuoio lunga da 150 a 155 mm. e larga da 1.5 a 16 mm., nella quale erano praticati tre fori: la striscia era provvista inoltre di correggiola in cuoio lunga 60 mm. e ripiegata su se stessa. La correggiola era provvista di fibbia rettangolare doppia con ardiglione di ferro verniciato di nero; striscia e correggiola erano fissate sulla parte esterna del gambale sotto l'orlo superiore, mediante cucitura e bottone a pressione. La striscia era cucita sul gambale per circa 60 mm. La stecca veniva fissata al gambale mediante due bottoni in ferro nero verniciato ed era coperta da una striscia di pelle di montone conciato al naturale posta all'interno del gambale e cucita per tutta la lunghezza. Questo tipo di gambali che nell'esercito metropolitano era riservato ai soli sottufficiali delle armi a piedi, in Spagna veniva utilizzato in tutti i reparti. Nell'ottobre del 1937 verme consentito anche l'uso dei gambali a tubo in dotazione all'esercito spagnolo, detti "tubos", ricavati da un unico pezzo di robusto cuoio rossiccio riunito sulla parte posteriore da una cucitura coperta da una costolatura dello stesso cuoio; anch'essi erano sagomati in modo da adattarsi perfettamente al polpaccio e al collo del piede. I gambali venivano indossati prima dello scarpone dato il loro particolare sistema di chiusura; internamente al lato sinistro, verso il fondo, veniva cucita una cinghietta in cuoio dotata di tre fori che si agganciava ad una fibbia fissata ad una borchia di ferro applicata in posizione analoga ma sul lato destro. - cappotto: era quello prescritto per i graduati e per la truppa dei vari reparti; - impermeabile: ne fu consentito l'uso solo a partire dal novembre 1937, con le stesse modalitĂ d'uso stabilite per gli ufficiali.

c. I sergenti, i graduati e la truppa. La II Serie individuale di vestiario ed equipaggiamento" in dotazione ai sergenti, ai graduati ed ai volontari del C. T. V. era cosĂŹ composta: - 1 fascia ventriera di flanella; - 1 camicia di lana; - 1 camicia di tela; - 2 colletti per camicia di lana e di telai - 2 paia di calze in lana e cotone; - 1 paio di fasce gambiere in panno kakioliva; - 1 paio di pantaloni di tela kaki; - 1 paio di pantaloni di panno kaki-oliva; 1 corpetto a maglia; - 2 paia di stivaletti a gambaletto mod. 1912; - 2 paia di mutande lunghe di lana e di tela; - 1 giubba di paimo kaki-oliva; - 1 giubba di tela kaki; - 1 berretto basco; - 2 asciugatoi; - 1 spazzola da scarpe; - 1 cinghia di cuoio per pantaloni; - 1 sacco alpino; - 1 gavetta; - 1 cucchiaio; - 1 coltello; - 1. telo da tenda; - 2 picchetti in legno; - 1 elmetto; 1 medaglioncino di riconoscimento; - 2 fazzoletti; - 2 paia di lacci per scarpe; - 1 sacchetto per gallette; - 1 tascapane; - 1 tazza; - 1 borraccia Ra veri foderata in tela kaki; - 2 paletti in ferro; - 2 coperte da campo; - 1 maschera antigas; - 1 cappotto di paimo kaki-oliva;

• I copricapi. Il berretto basco era del tutto identico a quello prescritto per gli ufficiali e per i marescialli; il 26 luglio del 1937 venne sostituito dalla bustina (Circ. n. 0 01820 di prot/ serv. del 22 luglio 1937 - XV, Comando C. T.V., Uf-


N. 41 b- Il console generale Francisci Comandante la Divisione "Fiamme Nere-XXIII Marzo". Indossa la sahariana di paimo kaki oliva; si notino le mostrine di panno nere cucite al bavero, lo scudetto divisionale nella versione di stoffa ricamata ed il distintivo di grado cucito al bavero e al polsino.


ficio Servizi) anch'essa identica a quella de­ gli ufficiali e dei marescialli ma realizzata in panno kaki-oliva. A l pari degJi ufficiali, i sottufficiali e la truppa della divisione "Volontari del litto­ rio" e dei Reali Carabinieri erano autorizza­ re a cucire sulla bustina il fregio distintivo del reparto, il fascio in ottone con un disco alla base sul quale era dipinto in nero il nu­ mero del reggimento per i primi, la granata fiammeggiante ricamata in filo nero su pan­ no kaki-oliva per i secondi. A proposito dei fregi da apporre sui copri­ capo, abbiamo rintracciato alcune fotografie di artiglieri e di carabinieri in cui appaiono distintamente i due tipi di granata cucite sul­ la parte anteriore del berretto basco. Anche gli elmetti mod.1916 e mod.1933 erano gli stessi in dotazione ad ufficiali e ai sottufficiali. Durante la stagione fredda veniva indos­ sato il passamontagna di lana da solo o sotto l'elmetto; in alcune occasioni, come testimo­ niano le foto, la truppa lo indossava come un vero e proprio berretto sostituendolo al ber­ retto basco o alla bustina d'ordinanza.

• Le giubbe. Entrambi i tipi di giubba in d:otazione al­ la truppa, invernale di panno kaki-oliva ed estiva di tela kaki sabbia, pur simili a quelle dei sottufficiali e degli ufficiali, ne differiva­ no per la forma del bavero, le cui punte era­ no aperte, per il colore più carico dovuto al­ la qualità inferiore delle stoffe e per il fatto di essere prive di spacco centrale posteriore. Entrambe i tipi derivavano infatti dal mod. 1929 d'ordinanza per truppe coloniali, dal quale differivano solo per essere prive delle cuciture sul dorso. Era in uso anche un modello di giubba dotato di una strana martingala; questo tipo, dèl quale non abbiamo trovato traccia nei documenti cartacei appare in una foto raffi­ gurante la messa al campo celebrata in un re­ parto di artiglieria.

• Le camicie. Le camicie in dotazione erano in lana ed in tela entrambe di colore kaki ed entrambe

dotate di colletto staccabile. Molti reparti avevano in dotazione cami­ cie di flanella grigio-verde modelJo 1935 con chiusura lampo sempre con il colletto stacca­ bile. In entrambe le versioni invernale ed esti­ va la camicia d'ordinanza era sparata ed aperta solo fino alla vita, veniva chiusa gra­ zie a due bottoni di corozo kaki cuciti sul cannello e aveva la parte posteriore più lun­ ga di 8 centimetri. Aveva due tasche a toppa sul petto con cannello centrale e pattine sagomate con bot­ tone e lo sprone dritto davanti e sagomato a punta sul dietro; sul dorso la camicia era do­ tata per tutta la lunghezza di un cannello che la rendeva più ampia. La camicia aveva le maniche lunghe con polsino arrotondato e bottoncino di corozo; altri due bottoncini erano cuciti verso la par­ te superiore della manica per poterla rim­ boccare. Il colletto era, come detto, staccabile e a punte lunghe; si agganciava al listino dritto grazie a tre bottoncini, due dei qualì cuciti anteriormente ed uno posteriormente. Su ogni spalla, in.fine1 era interamente cu­ cita una spallina fissa dotata di bottoncino. La camicia di flanella grigio-verde mod. 1935 (G.M. 13 giugno 1935, circ. n.427, Dir. Gen. Servizi Logistici) era del tutto simile al­ le altre in dotazione ma lo sparato anteriore era rinforzato da una striscia di flanella so­ vrapposta dotata di chiusura lampo esterna munita di fiocchetto in lana. Con tutti i tipi di camicia si portava. la cra­ vatta di seta o di maglia di seta nera opaca, che ve1me poi sostituita da quella di colore kaki: si tenga comunque presente che spesso i soldati ed i graduati non indossavano affat­ to la cravatta.

• I pantaloni. I pantaloni in distribuzione alla truppa erano quelli del mod. 1935 (G.M. 9 ottobre 1935, circ. n. 791, Dir. Gen. Servizi Logistici) ma confezionati ovviamente con il panno kaki-oliva per l'inverno e con la tela kaki­ sabbia: i tipi in distribuzione erano del mo­ dello prescritto per le armi a piedi e per le ar-


N. 42 - Ufficiali del C.T.V. Scattata durante una cerimonia, questa foto mostra due ufficiali entrambi con la sciarpa azzurra a tracolla, il primo appartenente alla "Fiamme Nere-XXIII Mnrzo" - fiamme nere al bavero - e il secondo appartenente allo Stato Maggiore della" Littorio" - alamaro in oro su panno azzurro - caratteristico di quella w.1itĂ a partire dal luglio del 1938. Da notare i diversi modelli di calzatura indossate ed il diverso taglio delle giubbe.


mi a cavallo dell'esercito, questi ultimi in dotazione anche ai reparti motorizzati. I pantaloni erano costituiti da due gambali con cintura ottenuta dal loro prolungamento e da due gambaletti riportati. I gambali, di taglio molto ampio e lunghi .fin sotto il ginocchio, erano provvisti come detto di gambaletti dello stesso panno che servivano per stringerli al polpaccio grazie a due fettucce di cotone dello stesso colore del pantalone, lunghe circa 40 centimetri; una volta indossati i pantaloni dovevano rimboccare sopra il gambaletto per circa sei centimetri. Lo sparato anteriore era formato da due riporti di stoffa, quello destro provvisto di asola e di quattro bottoni di frutto in tinta (5), dei qua1i tre piccoli ed uno grande, quello sinistro fatto a bottoniera coperta fino sotto la cintura e provvisto di quattro asole corrispondenti ai bottoni. Lo sparato era provvisto anche di gancetto e di maglietta di ferro nero verniciato e di un bottoncino cucito internamente sul lato sinistro della cintura. Delle quattro tasche di cui era dotato, due si aprivano in corrispondenza delle cuciture esterne dei gambali e due sulla parte posteriore del pantalone; queste ultime erano dotate di un'asola e di un bottone. Sulla parte anteriore dei gambali, in corrispondenza della cintura, erano p raticate due pieghe che davano una maggiore ampiezza e quindi una maggiore comodità a chi li indossava: sulla cintura erano cuciti quattro passanti per la cinghia e, posteriormente, due linguette con fibbia utilizzate per regolare l'ampiezza della cintura. I pantaloni in dotazione ai reparti montati e motorizzati erano identici ma avevano delle grosse toppe di rinforzo applicate all'interno dei gambali mediante cuciture ad angolo. I pantaloni di tela spesso erano privi di tasche posteriori, avevano uno spacco nella parte posteriore che partiva dalla sommità della cintura ed erano privi di linguette.

• Le mutande. Le mutande in dotazione alla truppa, denomina te ufficialmente "111.utande lunghe nwd. 1935" e confezionate in cotone grezzo, erano costituite da un davanti da un dietro e dalla cintura. La cintura, rinforzata con .fodera di tela, era dotata di un bottone d'osso cucito a destra e di un'asola a sinistra; posteriormente, sotto di essa, venivano applicate due linguette con due fori praticati alle estremità libere nei quali passava il nastro di cotone bianco necessario per stringerle. Lo sparato anteriore aveva a destra un bottoncino d'osso bianco e a sinistra un' asola orizzontale corrispondente; i gambali avevano uno sparato esterno al .fondo lungo ci.rea dieci centimetri, fermato da un travetto. Lo sparato e il fondo del gambale erano rinforzati da un nastro di cotone bianco; ogni gambale era poi provvisto di due fettucce dì cotone lunghe circa trentuno centimetri, una delle quali,anteriore, cucita all'estremità dello sparato, e l'altra, posteriore, cucita invece leggermente sopra il fondo del gambale e dello sparato stesso. D'estate, quando i reparti erano autorizzati ad indossare pantaloni e camicia con maniche rimboccate o addirittura a restare a torso nudo con i soli pantaloni, per impedire la vista della cintura delle mutande che usciva quasi sempre dai pantaloni, ve1me prescritto anche per i soldati l'uso di una fascia di tela kaki da sovrapporre alla cinta dei pantaloni.

• Le calzature. La fanteria indossava ancora stivaletti a gambaletto alto mod. 1912 con o senza chiodatura del tipo in dotazione alle truppe coloniali, confezionate con cuoio di colore marrone rossiccio, con fasce gambiere costituite da 41 centimetri di panno kaki-oliva aJto 1 metro e 30 centimetri. Le fasce erano foderate di tela di cotone dello stesso colore ed erano provviste di una

(5) Alla fine dell'ottocento iniziò la produzione di bottoni per uniforme ricavati da noccioli di frutto o da impasti di fibre vegetali che vennero denominati ufficialmente "bottoni di frutto" anche quando vennero sostituiti da quelli fatti con la galalite.


N. 43 - Ufficiale degli arditi. Da notare i distintivi di grado sul giubbone in cuoio ed il pugnale mod. 1935 da truppa in dotazione aUa Milizia; il fodero in acciaio è decorato dal fascio littorio con sotto la sigla M.V.S.N., il tutto in rilievo.


fettuccia in nastro di cotone alta 15 millimetri. L'artiglieria poteva usare gli stivaletti abbinati alle fasce oppure ai gambali rnod.. J.936 per" truppe di anni a cavallo" (G.M. Circ. n. 897 del 25 novembre, Dir. Gen. Servizi logistici). I reparti di cavalleria, dei carristi e dei motomitraglieri dovevano invece obbligatoriamente calzare gli stivaletti abbinati ai gambali. Questi ultimi erano realizzati con un unico pezzo di cuoio di colore marrone rossiccio piuttosto scuro1 anch'esso sagomato per adattarsi al polpaccio e al collo del piede, aperto sul davanti per tutta la sua lunghezza e con gli spigoli inferiori arrotondati. I gambali si chiudevano grazie ad una cinghia dello stesso cuoio larga 15-1.6 millimetri, che partiva dal]' estremità interna inferiore, girava esternamente attorno al gambale due volte e si allacciava ad una fibbia cucita presso l'estremità superiore. Spesso e volentieri, tuttavia, si vedevano fanti che indossavano calzettoni di grossa lana bianca arrotolati sulle fasce e soldati dei reparti motorizzati che utilizzavano i caratteristici tubos' spagnoli. 11

1

• I cappotti. J cappotti distribuiti a tutti i' reparti del C.T.V indipendentemente dallo loro specialità/ erano del mod. 1934 per armi a piedi(/ nella variante prescritta per le lTuppe coloniali1 ovvero di panno color kaki-oliva. (G.M. Circ. n. 204 del 23 novembre 19341 Dir. Gen. Servizi Logistici). Il cappotto m.od. 1934 era molto ampio1 ad un solo petto/ munito di ampio bavero rovesciato e veniva indossato abitualmente con i risvolti aperti. La parte anteriore era provvista di quattro bottoni grandi cuciti sul lato destro ai quali corrispondeva, sul lato sinistro, una bottoniera coperta con quattro asole; un bottoncino era cucito sotto il risvolto per l' eventuale chiusura del bavero. La parte posteriore era invece realizzata in un solo pezzo a taglio dritto. Le maniche avevano un paramano tagliato a punta che veniva rovesciato e fissa to grazie a: 1

'

- un bottoncino e corrispondente asola esistenti sulle cuciture laterali dei paramani; - un bottone a pressione cucito all'interno della punta del paramano. Nell'attaccatura delle maniche erano cucite due controspalline munite di asola per agganciarle ad un bottoncino cucito sulla spalla. Il cappotto aveva quattro tasche: due al petto verticali dotate di asola e di bottoncino centrale e due sulle falde, orizzontali e dotate di aletta rettangolare. Tutte erano provviste di rinforzo interno in pelle del colore di fondo, applicato internamente in corrispondenza delle parti terminali delle aperture. La falda sinistra del cappotto aveva cucito al fondo un bottoncino interno al quale corrispondeva una linguetta di panno con asola cucita all'interno della falda destra; entrambi servivano per fissare le falde sul retro del cappotto quando queste venivano sollevate durante le marce. Tutti i bottoni erano bombati, di frutto color kaki-oliva. Questo modello di cappotto appare in numerose fotografie d1epoca/ mentre1al contrario, non vi è traccia di pastrani per armi a cavallo anche se probabilmente Yartiglieria lo ebbe in dotazione1né di cappotti confezionati in panno grigio verde anche se questi1 vennero forse indossati dai primi volontari giunti in Spagna nel 1936. Il pastrano degli artiglieri era del tutto identico al cappotto eccezion fatta per la parte posteriore che era composta da due pezzi uniti tra loro fino all'altezza della martingala. Dalla martingala al fondo era praticato uno sparato munito di due bottoncini con asole corrispondenti/ mentre nella parte superiore/ sotto il bavero, era ricavato un piegone.

• Le mantelline di panno. Questo particolare capo di vestiario che in Italia era dotazione dei reparti di bersaglieri e di alpilu, non era stato previsto nelle tabelle di corredo dei volontari; tuttavia ne vennero spedite erroneamente in Spagna ben 5.000 esemplart tutti confezionate in


panno kaki oliva e delle quali nemmeno uno venne rimandata indietro (Ministero della Guerra, Dir. Gen. Servizi Logistici, circ. n. 13~2 / S, 4 marzo 1937). 'E' quindi certo che le mantelline furono distribuite ai reparti secondo il bisogno del momento.

• Il corpetto a maglia. I volontari di tutte le armi ebbero in dotazione il corpetto di maglia mod. 1936 (G.M. Circ. n.496, 24 giugno, Dir. Gen. Servizi Logistici) che sostituì il modello precedente adottato nel 1932. Il corpetto era a maglia elastica, confezionato con lana e cotone oppure con lana e rayon di colore grigio verde; doveva essere

indossato sopra la camicia e aveva la scollatura tonda con apertura anteriore lunga dodici centimetri, rinforzata mediante una striscia di tela cucita internamente allo sparato, che veniva chiuso grazie a due bottoncini e due asole. Molto spesso, soprattutto nelle unità di Camicie Nere, la truppa utilizzava anche maglioni a collo alto di colore nero proibiti dalle disposizio1ù in materia di unifornù.

• Il telo da tenda. Il telo da tenda impermeabile mod.1929 era uno di quegli oggetti multiuso molto apprezzati dai soldati di ogni arma, utilizzato, oltre che come tenda singola o multipla (da

N. 44- Gruppo di ufficiali appartenenti alla Divisione "Fiamme Nere". Da notare il diverso modello di sahariana indossate: il primo da sinistTa porta il distintivo di ardito a destra anziché a sinistra con sotto il distintivo di ferito di guerra cucito anch'esso in maniera anomala. li distintivo da ardito è quello in uso nella Divisione "Littorio" ma con l'orlo sostituito da due rami di quercia ricamati in oro.


quattro a sei uomini) oppure collettiva (dai diciotto a venti uomini), anche per i mascheramenti, come "poncho" da indossare e come sacco per l'addiaccio. Era quadrato, misurava 1 metro e 85 centimetri di lato, era tinto con chiazze mimetiche rosso mattone, verde marcio e giallo ocra pallido al dritto e con "terra d'ombra schiarita" al rovescio, in modo da poter essere utilizzato sia su "terreni dai colori medi dal

passaggio vario nelle di-verse stagioni dell'anno" sia su "terreni arati e su terre di scavo" . Il telo era provvisto di: - un foro per ognuno dei quattro lati, necessari per il passaggio dei picchetti da tenda; - sei asole e relativi bottoni per ogni lato,

necessari per unirlo ad altri teli o per fungere da sacco ripiegato a metà e abbottonato su un lato e al fondo; - un' apertw¡a centrale per la testa, munita di riporto sagomato che si abbottonava sul davanti avvolgendo il collo e le spalle.

• Il piastrino di riconoscimento. Nel marzo del 1937 il comando del C.T.V. richiese in patria l'invio di 40.000 piastrini o "medaglioncini" di riconoscimento del mod. 1931, con l'aggiunta di 2.000 boccette di inchiostro zincografico; il 16 aprile il Ministero ne confermava l'invio insieme ad altri 40.000 piastrini con cordoncino di vecchio modello specificando che erano sprovvisti di tesseri-

N. 45 - Gruppo di ufficiali. Da notare il cappotto da truppa grigio verde indossato dal colonnello a sinistra con i distintivi di grado alle maniche e le mostrine di colore chiaro a scudetto con un fregio non decifrabile e il cappotto civile indossato dal generale al centro; l'ufficiale in posizione arretrata porta sul bavero del cappotto le fiamme nere filettate di rosso della Divisione "Littorio d'A ssalto" prive però di numero del reggimento.


N. 46 - Sottufficiale del 1° reggimento di fanteria

appartenente alla Divisione "Littorio d'Assalto". li sergente maggiore indossa l'uniforme prescritta per la libera uscita con le fiamme profilate di rosso e ornate dal numero reggimentale in ottone e lo scudetto di panno sul braccio sinistro sormontato dallo scaglione di ferito di guerra del modello spagnolo. Porta sul petto il distintivo del grado istituito nell'agosto del 1937, un gallone largo e due stretti in oro. Dettagli interessanti: la bustina di tipo spagnolo introdotta per la truppa dal regolamento del 1920 con il distintivo di grado, e lo scudetto divisionale metallico a spilla fissato al bavero della giubba.


na interna e che "ln predetta tesserina dovrà essere fatta opportunamente compilare dal comando del C. T.V. evitando tutte le indicazioni che si rifèriscono alla provenienza del personale" (Min. Affari Esteri, Ufficio "S"). Il piastrino di vecchio modello era uno scapolare metallico diviso in due parti riunite al centro mediante una cerniera ed en- · trambe munite di una protuberanza semicircolare saldata ad una estremità e forata; nel foro passava il cordoncino con il quale lo si appendeva al collo. Lo scapolare veniva chiuso ripiegando le due parti e premendole. Ali' interno ve1ùva custodita una striscia di carta o "tessera militare" che da un lato riportava i dati del militare (cognome e nome,

N. 47 - Ufficiale

distretto militare, classe, categoria, numero di matricola, luogo e data di nascita, paternità e nnaternità, residenza, data di incorporazione e reparto di appartenenza) e dall'alh·o i dati riguardanti le vaccinazioni antivaiolose, anticoleriche, antitifiche e le iniezioni antitetaniche. Il nuovo modello era simile ma privo di tessera militare poiché i dati venivano direttamente punzonati sulle due piastrine, unite tra loro e ripiegate ma che potevano essere facilmente separate grazie a cinquanta forelIi1ù praticati sulla giuntura. Il cordoncino era sostituito da una catenella a maglia saldata dotata di chiusura e lunga in tutto 53 centimetri.

di fanteria appartenente alla Divisione "Littorio".

L'ufficiale indossa l'uniforme regolamentare caratterizzata però da un elemento "alieno" costituito dalle spalline mobili tolte all'uniforme dei nostri reparti coloniali, in questo caso gli alpini: le spalline sono infatti rivestite di pamto nero, sono filettate di colore distintivo verde e recano il fregio dei reparti da montagna e le tre stellette a cinque punte da capitano, il tutto in oro.


N. 48 - Il sottotenente Ettore Fortini appartenente al 2° btg., 2° rgt. Divisione Littorio. Nella fotografia appaiono parecchi particolari interessanti, tra i quali spicca la cifra del Principe di Piemonte Umberto di Savoia, la "U" coronata ricamata in argento su paimo nero, dettaglio che testimonia l'appartenenza del tenente in questione alla 1" Legione della Milizia Universitaria "Principe di Piemonte" di Torino, unità inquadrata poi nella 4" Divisione CC.NN. "3 Gennaio", con la quale partecipò alla campagna del 1935/36 in Africa Orientale. ll Principe Umberto concesse in seguito l'uso di questo "speciale simbolico distintivo'' a tutti i componenti di quella unità. Da notare anche le solite mostrine rosse con il numero "2", l'assenza delle spalline che permette di vedere il passante sulle spalle della sahariana e le due stellette ricamate in oro su pa1mo probabilmente di colore rosso.


N. 49 - Ufficiale di fanteria appartenente alla Divisione "Littorio". Il tenente indossa la sahariana di panno caratterizzata, oltre che dai soliti distintivi di grado sul petto e dal distintivo divisionale, anche dalle mostrine di fanteria bordate però di nero. Da notare le spalline mobili dell'uniforme d'ordinanza coloniale italiana, nere con filettatura rossa, dalle quali sono stati rimossi il fregio d'arma e le stellette dei distintivi di grado. Il colore rosso della filettatura indica la provenienza dalla fanteria coloniale, cacciatori e fuori corpo.


Capi di vestiario speciali.

• Il giubbone di cuoio.

Gli appartenenti ai reparti di carristi, di 111otociclisti, di au tomitraglieri ed i carabinieri motociclisti, oltre alla normale dotazione di corredo comune a tutte le specialitĂ del C.T.V, ebbero in dotazione alcuni ca.pi di vestiario particolari quali il giubbone di pelle, la tuta, il casco da carrista, i guantoni in pelle e gli occhiali speciali. Nei reparti d'artiglieria era invece frequente l'uso di due copricapo particolari, diversissimi tra loro, ma entrambi utilizzati per proteggere i soldati dal caJore del sole: il cappello usato dal "Tercio" in Marocco durante la campagna del 1920 ed il cappello di paglia mod.1923 della Regia Aeronautica in dotazione all'aviazione legionaria.

Confezionato con pelle di montone nero opaco conciata al cromo, era foderato con flanella di colore marrone. Il taglio era a due petti di tre bottoni di legno ricoperti di pelle nera; aveva il bavero rovesciato, le maniche a raglan dotate di cinturino e di bottoncino entrambi di pelle, provviste internamente di polsino elastico confezionato in satino nero. Il giubbone aveva due tasche a taglio verticale con riporto della stessa pelle, realizzate con tela di cotone felpata grigia; ne esisteva anche una versione dotata di tasche con pattina orizzontali. Poteva essere stretto in vita grazie ad una. cintura di pelle nera resa scorrevole mediante la solita fibbia doppia di metallo ossidato

N. 50 - Ufficiale di fanteria appartenente alla Divisione "Littorio". Il tenente indossa un cappotto da truppa grigio verde con i distintivi di grado cuciti al petto ed il distintivo divisionale sul braccio sinistro: da notare le mostrine sul bavero, di panno rosso con il numero del reggimento bordate petò di bianco forse in base ad un sistema di identificazione interno alla Divisione a noi sconosciuto.


dotata di passante in pelle e sostenuta da altrì due passanti dello stesso materiale cuciti sui fianchi.

• La tuta. Denominata ufficialmente "cornbinazione"1 era confezionata in pesante tela rasata di colore blu ardesia, anche se numerose foto appaiono tute di colore molto chiaro probabilmente kaki-sabbia: la tuta si componeva dì un corpo con colletto, di due maniche, di due gambali e di un cinturino. Il corpo era aperto anteriormente fino all'inforcatura, recava una chiusura lampo verticale ed era dotato di due tasche al petto

a filetto, anch'esse provvìste di chiusura lampo e di controspalline fisse con bottone d'osso; il colletto era rovesciato ed era munito di un bottone e dell'asola corrispondente. Le maniche era prìve di manopole ma avevano una linguetta inserita nella loro cucitura, dotata di asola per assicurarla ad un bottone corrispondente. I gambali erano dotati deIJa medesima linguetta con asola e bottone; su ognuno era applicata e cucite una tasca di forma trapezoidale. Il cinturino era lungo circa un metro e quindici centimetri, era cucìto posteriormente al corpo ali' altezza della vita, veniva infilato attraverso due passanti lunghi seì centi-

N. 51 - Ufficiale di fanteria appartenente alla Divisione "Volonatri del Littorio". Il capitano indossa il cappotto da ufficiale di panno kaki oliva fregiato dalle mostrine triangolari dì panno rosso con il numero del reggimento in metallo dorato, dai distintivi di grado cuciti al petto - tre stelle a sei punte ricamate in oro - e dallo scudetto divisionale. Da notare i guanti di lana grigio verde d'ordinanza per la truppa.


metri e larghi due cuci.ti sui fianchi e si chiudeva grazie ad una fibbia in ferro lucido. Era in distribuzione anche un secondo 1:p.odello di tuta, simile a quello appena de·scritto ma clùusa da tre bottoni e con le due tasche al petto chiuse anch'esse con bottoni d'osso.

• Il casco di cuoio. Adottato nel 1932 (G.M. circ. n. 231 del 12 maggio, Dir. Gen. Servizi Logistici) era considerato come "dotazione di macchina, in ragione di due caschi per carro da usarsi uno dal pilota, l'altro dal capo carro". Era composto da quattro parti distinte tra

loro, lo scheletro, la fascia para urti, il rivestimento esterno e la cuffia, oltre agli accessori.. Lo scheletro comprendeva una coppa in fibra vulcanizzata dotata di due fori con occhiello in ottone e retina per l' aereazione e una fascia circolare cucita al bordo libero della coppa; alla parte inferiore della .fascia circolare era sovrapposta una seconda fascia para urti di feltro alta circa trentacinque millimetri e spessa dieci. La coppa e le due fasce erano rivestite con tre pezzi di pelle di montone annerita, cucite tra loro e aderenti al casco mediante incollatura. Il casco era provvisto di cuffia doppia in-

N. 52 - Ufficiale medico appartenente alla Divisione "Volontari del Littorio". Il capitano indossa l'uniforme d i panno kaki oliva ornata dalle mostrine di panno cremisi con la croce di Malta racchiusa lTa fronde d'alloro: sul braccio sinistro si intravede lo scudetto divisionale.

{Il}

ES PA NOL ... l

"'

I l I t1

\ 11 I\ I' lj \ \.1 t 1 I : f, i I

I I \\. ,11 '\!\ 1 l

~tftr I

·w

. I p ,..~ I' I I J I J~

~

Il\\ I I ~


N. 53 - Ufficiali di fanteria

della Divisione "Littorio".

Nella fotografia appaiono due tenenti di fan teria, uno dei quali indossa il cappotto grigio verde mod. 1934 da truppa con il bavero rialzato fregiato dalle mostrine triangolari rosse stranamente prive del numero del reggimento e con i distintivi di grado cuciti al petto. L'altro ufficiale indossa il giubbone di cuoio nero molto in voga tra gli ufficiali di h1tti i reparti.


N. 54 - Capitano appartenente

al 7° Gruppo Banderas della "Brigata Volontari".

Si notino le mostrine di pa1mo nero a forma di triangolo intagliato con il numero 7 in metallo dorato.


terna, una di feltro e l'altra di pelle naturale di montone, cucite tra loro e a] margine inferiore del casco stesso. Gli accessori prevedevano un coprinuca fatto con sei pezzi di pelle doppia annerita cuciti tra loro, e due copri orecchie dello stessa pelJe sagomati e muniti ognuno di un foro ovale; quello di destra aveva altri cinque fori utilizzati per fissarlo alla fibbia di metallo nichelato cucita all'estremitĂ di quello di sinistra.

• Il cappello di paglia mod.1923 per Regia Aeronautica. In alcune fotografie, riferite soprattutto a reparti di artiglieria, appare uno strano copricapo di paglia, molto simile al" sonibrero" messicano, dotato di tesa molto larga il cui orlo era rinforzato da un nastro di cotone scuro, forse nero.

N. 55 - Reparto di fanteria sfila in parata. Si noti il plotone mih'aglieri che apre lo sfilamento.

Si trattava del" cappello di paglia mod.1923" in dotazione alla Regia Aereonautica che lo u tilizzava d'estate all'interno degli aeroporti e di alLTe istallazi01Ăš militari: probabilmente alcuni esemplari vennero ceduti dall'aviazione legionaria ad alcuni reparti d' artiglieria che lo utilizzarono in circostanze analoghe.

• Gli occhiali. Il modello in dotazione aveva la montatura in ferro nichelato con guarnizione di gomma rossa e due tipi di lenti intercambiabili entrambe di celluloide, uno neuLTo e l'altro di colore ambra scuro; l'occhiale era provvisto di nastro in rayon elasticizzato di colore marrone e di astuccio in ferro verniciato di grigio-verde. Era in uso anche un altro modello di occhiale u tilizzato in colonia che differiva da


quello appena descritto oltre che per la forma triangolare della montatura, anche per ]a guarnizione di gomma e per il nastro elastico, entrambi di colore kaki sabbia molto chiaro. I 116 componenti del reparto di Milizia della Strada, posti al comando del centurione Enzo Fioravanti, indossavano la stessa unjforme degli altri corpi del C.T.V. con particolari distintivi che descriveremo nel relativo capitolo: avevano inoltre in dotazione il casco in cuoio utilizzato esclusivamente durante il servizio in strada, simile a quello dei motorizzati ma in cuoio naturale dotato di visiera di soggolo di tipo diverso. Era inoltre ornato anteriormente dal fregio metallico della specialità in ottone e smalto azzurro per i militi e in metallo dorato per gli ufficiali .

2. Le uniformi delle unità miste italo-spagnole. All'atto della costituzione delle brigate miste "Frecce Azzurre" e "Frecce Nere" solo il colore delJe mostrine, i distintivi di grado e gli scudetti divisionali distinguevano l'uniforme di questi reparti da quelJa dei volontari italia11i. Dopo un breve periodo in cui questi reparti indossarono il berretto basco, questo venne abolito e sostituito dal copricapo caratteristico del Tercio, il "garro de cuartel" o "berretto di quartiere" e si adottarono le caratteristiche mostrine a forma di scudo, elementi questi che ne caratterizzarono l' unjforme di queste unità fi no al termine della guerra. Gli ufficiali tuttavia, insieme alle tenute

N. 56 - Unità di mitraglieri schierata in attesa di essere passata in rivista. Tutti indossano l'uniforme invernale con le mostrine della speicialità, rosse con riga bianca al centro, la camicia grigio verde mod. 1935 con chiusura lampo e l'elmetto mod. 1916; si noti anche l'equipaggiamento e l'armamento da truppa dei due caporali in prima fila e quello per armi a cavallo dei sue sottufficiali di destra.


N. 57 - Gruppo di ufficiali. Gli ufficiali indossano una grande varietà di uniformi, molte delle quali contraddistinte da fiamme nere a due punte che, pur mancanti del numero identificativo del reggimento, denotano l'appartenenza alla Divisione "Fiamme Nere-XXIII Marzo" . Lo scudetto della Divisione "Littorio d'Assalto" cucito su l cappotto del colonnello chiarisce la mancanza dei numeri sulle mostrine; la "Littorio d'Assalto" vemte formata anche con elementi della disciolta "Fiamme Nere-XXIII Marzo" i quali, probabilmente, ne conservano le vecchie fiamme nere. Per tornare alle uniformi si notino: nel gruppo centrale, in piedi: il primo da sinistra che indossa un cappotto da truppa con fiamme al bavero; il secondo da sinish¡a che indossa la sahariana ed il cappotto da ufficiale entrambi con le fiamme al bavero e lo scudetto divisionale in panno ricamato; il terzo da sinistra che indossa un cappotto civile di panno scuro con collo di pelliccia e bottoni di pelle. nel gruppo di desh¡a: il primo da sinistra che indossa un giubbotto in pelle con chiusura lampo e porta la fondina della pistola agganciata alla cintura dei pantaloni; il capitano in secondo piano porta le fiamme della "Littorio d'Assalto" con il numero reggimentale; nel gruppo cenlrnle, accosciati, tutti indossano l'uniforme invernale priva di distintivi visibili.


regolamentari del C.T.V.,indossavano frequen temente alcuni capi di vestiario d' ordinanza nell'esercito spagnolo quali i" capotasnrnntas", la" teresiana" e la" cazadora''. ¡ - Esaminiamo ora in dettaglio le differenze esistenti rispetto alle uniformi dei reparti italiani

a. Gli ufficiali. • I copricapi. Il "garro" era confezionato con panno kaki-oliva, aveva la calotta arrotondata alle due estremità con le cuciture guarnite da cordoncino del colore dell'unità racchiuso

tra due galloncini d'oro; sul davanti era cucito un cordoncino con la testa di seta dorata dal quale pendeva un fiocchetto azzurro, nero o verde misto ad oro, a seconda del rep2u-to; gli ufficiali appartenenti allo stato maggiore della ''Divisione Frecce" costituita nell'agosto del 1937, ebbero il fiocchetto misto nero e azzurro. Gli ufficiali dello squadrone di cavalleria del "Gruppo Esplorante" e dello squadrone di cavalleria misto italo-spagnolo sostituivano ai cordoncini rossi ed ai galloncini d'oro quelli azzurri ed argento, colori del reparto; il fiocchetto era anch'esso :misto, azzurro e argento. Sul davanti del" garro" erano cucite in po-

N. 58 - Madrid 19 maggio 1939, "Desfile de la victoria". Passa il labaro della Divisione "Littorio d'Assalto'' .


sizione verticale le stellette identificative del grado. Alcuni esemplari di questo copricapo erano provvisti di sottogola in cuoio kaki-oliva fissato a bottoncini di frutto dello stesso colore, il quale, quando non era utilizzato, veniva rialzato sulla calotta. Altro copricapo usato frequentemente fuori servizio era la "Teresiana", equivalente del berretto rigido in uso nel nostro esercito; confezionato in panno kaki era costituito da una fascia cilindrica alta circa 3,5 centimetri e da una parte superiore floscia, leggermente sporgente rispetto al diametro della fascia. La parte superiore della fascia, il giro e le cuciture verticaJi della parte superiore erano bordate di cordoncino d'oro. Il berretto era provvisto di visiera circolare e pi.atta di panno kaki sulla quale poggiava un sottogola fisso di galloncino d'oro alto 10 millimetri, munito di bottoncino liscio di frutto da 23 millimetri e di passante dello stesso gallone. Sul davanti era applicato un cappietto d'oro largo 20 milhmetri realizzato con otto cordoncini d'oro, con la punta arrotondata e guarnita da w1 bottoncino di frutto; il cappietto veniva cucito all'interno della parte superiore e all'esterno sopra la fascia. La parte anteriore era guarnita dalle stellette distintive del grado, spesso poste ai lati del fregio di reparto, cucito in asse con il cappietto.

• il "capote-manta". 11

II capote-manta" costituisce uno dei capi di vestiario indubbiarnente più rappresentativi della guerra civile spagnola. Si trattava essenzialmente di un rettangolo di panno kaki aperto anteriormente, lungo fino a metà polpaccio e foderato di lana bianca. Veniva chiuso tramite sei bottoni ricoperti di cuoio cuciti lungo il lato destro e da altrettante asole aperte sul lato opposto, ed era dotato di un ampio collo rovesciato e spesso foderato di pelliccia. Il collo poteva essere alzato e chiuso grazie a due grosse patte della stessa stoffa terminanti a zampa d' oca1 cucite sotto di esso:

la patta di destra era munita di tre bottoni, quella di sinistra di tre asole. In una fotografia si vede un ufficiale appartenente alle ''Frecce Azzurre" che mostra sul lato sinistro del petto del II capote-manta" il fregio dello stato maggiore di reparto, una stella a cinque punte racchiusa tra due rami di quercia in oro, cucita su un rettangolo di parn10 celeste vivo

• la 11Cazadora ". Altro capo caratteristico dell'esercito iberico, la ''cazadora" o ''cacciatora" era un giubbetto di panno marroncino-nocciola ad un petto chiuso da cinque bottoni di pelle marrone scuro, dotato di collo a punta rovesciato e di controspalline fisse; le spalle erano rinforzate da uno sprone sagomato a punta che faceva corpo con il giubbetto stesso e che sul davanti fungeva anche da aletta alle due tasche del petto. Le tasche erano a toppa con cannello centrale clùuse da un bottoncino in pelle. In vita la "cazadora" era chiusa da una cintura dello stesso panno terminante a punta e dotata di due bottmù di pelle; le maniche avevano il polsino a camicia chiuso da una linguetta con doppio bottone di pelle. Della "cazadora" esistevano almeno altri due modelli, che differivano da quello appena descritto uno per la mancanza dello sprone sul petto, per le due tasche a toppa con soffietto dotate di pattina tagliata dritta o a punta, e per essere privo di cinturino in vita, l'altro per avere il fondo ed i polsi tessuti a maglia di lana elastica.

• La 11 Canadiense". Altro capo di vestiario caratteristico del1' ufficialità spagnola, molto diffuso tra gli ufficiali dei reparti misti italo-spagnoli ma anche tra i generali e gli ufficiali superiori dei reparti italiaiù, la II Canadiense" era u n corto giubbone di stoffa kaki molto chiara, tendente al bianco, tagliata a due petti di tre bottoni ognuno, dotata d i collo aperto e rovesciato guarnito di pelliccia generalmente di agnello e di cintura con fibbia in ottone tenuta da due passanti cuciti in vita.


o

N. 59 - Sede del comando della Divisione "Frecce". Si noti, oltre all'insegna divisionale posta all'ingresso del comando, il carabiniere che monta la guardia: da notare la pĂŹstola appesa alla bandoliera e la granata che si intravede d ipinta sul!' elmetto.


Era provvista di quattro tasche, due delle quali applicate con patta rettangolare, e due verticali a filetto aperte dalla vita in su e guarnite da triangolino di pelle marrone alle estremità: i bottoni erano anch'essi ricoperti di pelle dello stesso colore. Una variante di questo soprabito era caratterizzata dallo sprone al petto e dalle tasche a filetto oblique sui fianchi.

b. I sottufficiali, i graduati e la truppa. Anche i marescialli, i sergenti maggiori, i sergentt i graduati e i soldati dei reparti misti vestivano ]'uniforme dei loro colleghi delle unità italiane ma vi abbinavano il "garro" ed il" capote-rnanta". Il "gorro" dei marescialli e dei sergenti maggiori era del tutto simile a quello degli ufficiali con l'ovvia eccezione dei distintivi di grado; i sergenti e i graduati lo avevano guarnito, oltre ai distintivi di grado, da un semplice cordoncino del colore della specialità come quello dei soldati - rosso per la fanteria, azzurro per la cavalleria, cremisi per il genio - e da un fiocchetto del colore della

brigata di appartenenza; i genieri delle "Frecce Nere", ad esempio, avevano il cordoncino e la testa di colore cremisi ed il fiocchetto di lana nera. Oltre alla qualità della stoffa e della confezione, i l " capote-manta" dei graduati e dei soldati era interamente chiuso ad eccezione del collo, che era munito di due bottoni di frutto; era inoltre dotato di cappuccio mobile da agganciare a dei bottoni cuciti sotto il collo. Le autorità spagnole fornirono pochi esemplari di questo capo di vestiario tanto che per coprirne il fabbisogno ne risultarono mancanti ben 20.000; la circolare del 13 dicembre 1936 (Milùstero della Guerra Comando di S.M., Servizio Informazioni Militari, Sezione "S", N.0 S/2013 di prot.) affermava infatti che presto sarebbero giunti in Italia i campioni in modo da poterne confezionare la quantità necessaria '' ...... .anche di panno diverso dai campioni purchè di colore marrone o kaki ". Un ultimo particolare: nei reparti delle Fecce Verdi" si usavano frequentemente cravatte di colore verde vivo, ovviamente fuori ordinanza. 11

N. 60 - Reparto di "Frecce" in marcia. Tutti indossano il "capote-manta" ed un variopinto assortimento di teli da tenda e di coperte da campo.


3.L'equipaggiamento e l'armamento di tutti i -reparti del C.T.V. Tutti gli ufficiali del C. T. V., a qualunque reparto appartenessero, ebbero in dotazione il cinturone di cuoio. Dì colore marrone più o meno scuro, alto mediamente 48 millimetri, era rìnforzato lungo il suo sviluppo da quattro cuciture, due esterne e due centralì, anche se era molto in voga un tipo con le due cuciture centrali a serpentìna. Il cinturone era dotato di uno spallaccio dello stesso materiale con fibbia regolabile in ottone e passante in cuoio; Io spallaccio posto

N . 61 - Ufficiale

di fanteria appartenente alle "Frecce", 1937. Il tenente indossa la sahariana di tela con le mostrine a striscia di panno rosso cucite però in parallelo ali' orlo esterno del bavero e non in diagonale come prescritto nel febbraio del 1937

sotto la controspallina destra e le due estremità venivano fatte passare dentro altrettanti passanti d'ottone cuciti all' ìnterno del cinturone, ripiegate e fissate tramite un bottoncino dello stesso materiale dei passanti. Il cinturone si chiudeva grazie ad una fibbia a scorrìmento e ad un bottone di ottone; lateralmente, all'interno della parte sinistra, erano fissati due anellì pure d'ottone di forma ovale ai quali si appendeva la fondìna della pistola, il binocolo, la borraccia oppure la borsa portacarte. Doveva essere obbligatoriamente indossato al di sopra della giubba, della sahariana, del cappotto e de.Ila fascia di tela che l'ufficiale indossava d'estate ma non al dì sopra dell'impermeabile. L'unico caso in cu i era proibito indossarlo era quando l'ufficiale vestiva l'uniforme con


bustina, camicia bianca, cravatta nera e pantaloni lunghi. L'arma d'ordinanza degli ufficiali di tutte le armi e servizi era la pistola automatica Beretta mod.1934 calibro 9 millimetri, con caricatori a sette colpi; l'arma era dotata di fondina in cuoio marrone, che veniva normalmente agganciata al cinturone, sia sul fianco destro che su quello sinistro. Gli ufficiali subalterni ed i capitani di fanteria, quando erano in marcia con il proprio reparto dovevano usare, come prescritto per

l'esercito metropolitano, il cinturino e le giberne da truppa ed il moschetto mod. 91 TS. Gli ufficiali avevano in dotazione binocoli, bussole e di borse in cuoio per mappe da portare a tracolla; era inoltre frequente l'uso, soprattutto da parte degli ufficiali di grado superiori, di bastoni da passeggio ferrati, di bastoni da montagna e di frustini di varia foggia. I marescialli ed i sergenti maggiori avevano in dotazione lo stesso cinturone prescritto per gli ufficiali; per i sergenti maggiori e

N. 62 - Gruppo di ufficiali appartenenti ad un reparto di

"Frecce".

Tutti gli ufficiali indossano il "gorro" con distintivi di grado: da notare gli ultimi due verso destra, dei quali il primo indossa un giubbetto di pelle con i gradi sul petto e l'altro una" cazadora" di panno con bottoni di pelle. Dei due ufficiali sulla sinistra, il primo indossa uno strano giubbetto di tela chiara con chiusw-a lampo e cintuxino in vita, l'altro la tenuta regolamentare di pa.tmo kaki oliva. Tutti indossano calzettoni di grossa lana grigio verde e sono armati di pistola e di pugnale.


N. 63 - Ufficiali appartenenti alle "Frecce". Si noti oltre alle camicie d'ordinanza in tela kaki, la fascia dello stesso materiale e colore indossata sui pantaloni ma soprattutto il cappello floscio in tela kaki d' ordinanza per le wlitĂ del "Tercio" spagnolo per le campagne d'Africa a partire dal 1926.


per i sergenti di reparto con la pistola in dotazione, tuttavia, il cinturone era privo di spallaccio: questa decisione venne presa da mese di giugno del 1937. I marescialli avevano in dotazione la pistola automatica mod.1915 calibro 9 millimetri, mentre i sergenti maggiori ed i sergenti appartenenti a reparti con pistola in dotazione utilizzavano abitualmente il vecchio mod. 1898 a rotazione e a sei colpi: in entrambi i casi venivano utilizzate fondine in cuoio in varie tonalità di marrone. I sergenti, i graduati ed i militari di truppa erano equipaggiati ed armati diversamente a seconda dell'arma o del servizio cui appartenevano, ovvero: • Personale della Sanità, automobilisti, motociclisti e personale della base 0.M.S.: cinturone da ufficiali senza spallaccio e pistola mod.1898 a rotazione (Comando C.T.V., Ufficio del capo di S.M., Circ.n.5951 di pr.C.S.M. del 3 giugno 1937); • fanteria (comandi di brigata e reggimenti), reparti del genio e della sussistenza: - cinturino mod.91 con borsa per sciabolabaionetta dotato di fibbia con ardiglione e bottoncino per impedire la caduta delle giberne quando era sfibbiato. Era in dotazione anche una g.orsa doppia destinata a contenere la sciabola-baionetta e la piccozza, munita di correggia con fibbia per il fissaggio; - due giberne mod.1907 per pacchetti e caricatori a due scomparti (tasche) capaci ognuno di un caricatore sciolto e di un pacchetto di h·e caricatori; - una cinghia da cartucciera in cuoio per sorreggere le giberne: ognuna delle due estremità era dotata di fibbia senza ardiglione e di gancio per il fissaggio all' anello delle giberne. Tutti i cuoiami erano colorati di grigio-verde. Nei reparti di fanteria delle "Frecce" era in uso anche il cinturone mod.1911 spagnolo dotato di fibbia rettangolare in bronzo sulla quale era saldato il fregio della fanteria iberica, una cornetta sovrapposta ad un fucile e ad una spada incrociati, oppure la granata dell'artiglieria; spesso veniva utilizzato un altro tipo di fibbia con le frecce e il giogo, emblema della Falange.

Al cinturino veniva appesa la borsa porta sciabola-baionetta e due giberne di forma rettangolare dotate di passante fisso; le giberne venivano sorrette da due spallacci dotati di fibbia metallica con ardiglione e passante, muniti ad ogni estremità di anello rettangolare con gancio, assicurato poi all'altro anello cucìto sul dorso delle giberne. I due spallacci venivano fissati posteriormente ad una cinghia grazie ad un bottone metallico passante, la quale cinghfa veniva poi assicurata tramite un gancio all'anello cucito internamente al cinturone; l'insieme appena descritto formava sul dorso dell'uomo una Y. Spesso i due spallacci venivano portati anche incrociati sul petto prima di essere a.gganciati alle giberne. L'armamento di base era il fucile con sciabola-baionetta mod.91 e cinghia ln cuoio colorato d i grigio-verde; la sciabola-baionetta era dotata di fodero in cuoio annerito con cappa e puntale in ottone o in ferro. I genieri e i mitraglieri avevano in dotazione il moschetto con sciabola-baionetta mod.91 T.S. (Truppe Speciali) identico al fucile ma più corto. • Cavalleria, carabinieri, arditi divisionali, bersaglieri motociclisti ed automobilisti: - bandoliera m.od.89 a tre taschette, portata a tracolla dalla spalla sinistra al fianco destro sopra la giubba, il cappotto e la sahariana, con le vaschette sul petto: passava sempre sotto la controspallina e veniva agganciata, mediante l'apposita linguetta, ad un bottone dell'uniforme. Poteva contenere sei cartucce sciolte per pistola mod.89 o un pacchetto di cartucce per moschetto mod.91 . All'anello pentagonale rrietallico posto in corrispondenza del fianco destro poteva essere agganciata la fondina per pistola mod.89. La bandoliera era in cuoio colorato di grigio-verde. L'armamento base di questi reparti era costituito dal moschetto da cavalleria mod.91 con baionetta ripiegabile: i cavalieri sembra avessero in dotazione anche la sciabola per anni a cavallo mod.70 interamente brmùta, con impugnatura liscia in legno, guardia a due else e lama leggermente ricur-


va, dotata di fodero anch'esso brunito corredato da una sola campanella. La sciabola veniva appesa ad un penda~lio costituito da una cinghia in cuoio colorato di grigio-verde, fissata alla cinghia dei pantaloni. Il personale dello squadrone di cavalleria facente parte del "Gruppo Celere Esplorante" di stanza a Valladolid era interamente montato e quindi utilizzava la bardatura in dotazione ai reparti montati del Regio Esercito, ovvero la "bardatura a sella per cavalleria mod.1916''.

La sella era provvista di cinghie in cuoio marrone, tre delle quali fissate all'arcione anteriore che servivano a fissare il cappotto arrotolato e due, fissate alla paletta del seggio, utilizzate per tenere ferma la gavetta.

N. 64 - Ufficiale appartenente

alla Brigata mista "Frecce Nere" 1938. Il tenente indossa il "garro" con filettatura e fiocco neri ed oro e con le due stelle a sei punte in oro sul davanti. Sulla sahariana spicca il primo tipo di mostrine adottato, a forma di triangolo e non di scudo ma sempre di colore nero, il distintivo della Legione ricamato sulle spalline e soprattutt o il distintivo in oro da pilota della Regia Aeronautica, l'aquila coronata col fascio b¡a gli artigli.

Sui lati dell'arco posteriore della sella venivano appesi la sciabola e la custodia del moschetto mod.91; la prima era posta asinistra e fissata mediante lo stesso pendaglio utilizzato per appenderla al cinturino, il secondo a destra mediante due corregge di cuoio. La sciabola doveva essere collocata in modo tale che il taglio fosse rivolto aJJ'indietro, come stabiliva il regolamento del 1931. Su.Ila parte posteriore della sella venivano infine collocate le due bisacce di tela olona rivestite esternamente di pelliccia nera di montone, all'interno delle quali dovevano essere riposti tutti gli oggetti costituenti la dotazione di guerra ovvero: - nelle taschette: • di destra: un fazzoletto, un asciugatoio, una cravatta, un paio di calze;


• di sinistra: gli accessori per il moschetto, la borsa di pulizia, il berretto a busta; - nelle saccoccie: • di destra: una razione di galletta, una scatoletta di carne in conserva, la taschetta di governo con la brusca e la striglia, la taschetta da biada con la catena da collare e la cassetta per caricatori per M. L.; • di sinistra: il tascapane con 5 pacchetti di cartucce, un caricatore, 2 bombe a mano la razione di pane giornaliera, una cassetta per caricatori per M.L.. Gli arditi erano armati anche di pugnale che portavano appeso al cinturone, e di bombe a mano di tipo O.T.0. e Breda S.R.C.M. • Artiglieria e carristi: - bandoliera da cavalleria mod.89 a due taschette anch'essa realizzata in cuoio colo-

rato di grigio-verde che veniva indossata come prescritto pet quella da cavalleria, con quattro scomparti interni capaci di un caricatore per armi mod.91 ciascuna. L'armamento degli artiglieri era costituito dal moschetto da cavalleria mod.91 con baionetta ripiegabile mentre i carristi erano dotati della sola pistola mod.89, che utilizzavano tuttavia solo raramente e mai a bordo dei carri. L'equipaggiamento comune a tutti i reparti era completato dal telo tenda, già descritto in precedenza, dalla borraccia, dallo zaino per le armi a piedi, dal tascapane e dalla maschera antigas. La borraccia mod.33 (Giornale Militare, Circ.n.46, 11. gennaio 1934) era di modello unico per tutte le armi ed aveva una capacità

N. 65 - Sfilata di un reggimento di fanteria della Divisione "Frecce Nere".


di un litro d'acqua; realizzata in alluminio, era provvista di nervatura e si chiudeva grazie ad un tappo metallico a vite munito di un ~econdo tappo assicurato ad una catenella. · La borraccia era anche provvista di fodera in panno grigio-verde, che poteva essere bagnata in modo da conservare fresco il contenuto de] recipiente, e di cinghia realizzata con nastro di cotone di colore grigio-verde largo 20 millimetri e lungo 1 metro e 50 centimetri, munito di fibbia scorrevole e di moschettone per l'aggancio agli appositi passanti cuciti sulla fodera. Lo zaino era realizzato in robusta tela color kaki-sabbia, aveva forma rettangolare ed era munito di un piccolo coperchio rovesciato e dotato di due cinghie in cuoio naturale cucite alle due estremità e agganciate a bot-

tonci1ù metallici posti sul dorso dello zaino stesso. Lo zaino era munlto, oltre che degli spallacci in tela con fibbia scorrevole, di cinque cinghie dello stesso materiale delle quali: - una centrale posta sulla parte superiore destinata al cappotto arrotolato; - due poste nella parte inferiore destinate al telo tenda arrotolato; - due laterali cucite verso il basso, una per lato, destinate a stringere le estremità del cappotto arrotolato. In realtà sia il cappotto quando non era indossato, sia il telo tenda veruvano arrotolati e portati a tracolla dai soldati oppure ve1ùvano posti sui camion insieme agli zaini. Nello zaino andavano riposti tutti gli effetti di vestiario di ricambio in dotazione, il

N. 66 - Caporale del battaglione "Laredo" appartenente alla Brigata "Frecce Nere". Il graduato indossa la giubba di panno con mostrine nere fregiate dalla lettera "L" in ottone e il distintivo di grado al petto e all'interno del paramano/ sotto forma di w1 doppio gallone di rayon rosso su paimo nero. Da notare inoltre il berretto basco privo di gradi al posto del "gorro" ed il cinturone da ufficiale


pacchetto di medicazione e dei caricatori di riserva. Il tascapane era costituito dalla classi.ca sacca rettangolare realizzata con robusta tela di cotone dello stesso colore dello zaino, dotata di coperchio che si chiudeva mediante due bottoni di frutto a quattro fori di colore grigio verde cuciti alla sacca con asole corrispondenti sul coperchio. Veniva portato a tra.colla mediante una cinghia dello stesso materiale e colore, priva di fibbia e con le estremitĂ cucite sui due Iati. La maschera antigas era del nuovo modello introdotto nel 1935 in sostituzione del mod.33 con sacca a due scomparti. La maschera e il cilindro si avvitavano direttamente l'una nell'altro e venivano riposti

in una custodia di tela grigio-verde di forma rettangolare, munita di coperchio fissato da cinghietta in cuoio grigio-verde e da un bottoncino di frutto, e di cinghia in tela cucita sui due lati. Per quanto riguardava la dotazione dĂŹ munizioni e l'armamento di reparto, la Circolare n. 038 del 21 dicembre 1936 (Ministero della Guerra, Comando del Corpo di S.M., Ufficio Servizi) stabiliva le quantitĂ di munizioni individuali e di rifornimento destinate ai reparti, ovvero: - individuali: 72 cartucce per ogni armato di fucile o moschetto e 18 per ogni armato di pistola; di rifornimento: 300 cartucce per ogni armato di fucile o moschetto e 50 per ogni armato di pistola.

N. 67 - Sottufficiali appartenenti alla Brigata mista "Frecce Azzurre". Tutti indossano ancora il berretto basco con i distintivi di grado, le giubbe caratterizzate dalle mostrine a forma di scudetto in panno azzurro e dai galloni di grado di tipo spagnolo cuciti diagonalmente sulle maniche secondo un'abitudine diffusa nei reparti misti. Il primo sottufficiale da sinistra è un sergente maggiore, tutti gli altri sono dei sergenti.


Occorre infine notare come nei reparti di fanteria e di cavalleria fossero in dotazione anche ' mitragliatrici leggere Breda mod.30" ovve_ro mitragliatori da 20 colpi calibro 6,5, 111.entre i reparti rnitraglieri utilizzavano le mitragliatrici pesanti Fiat dello stesso calibro. Per sottolineare l'entitĂ dello sforzo bellico sostenuto dal governo italiano a sostegno del nazionalismo iberico, si riportano le quantitĂ relative all'armamento spedite in Spagna dall'inizio dell'intervento al 15 gennaio del 1937: - 272 pezzi d'artiglieria completi da 20 mm., da 47 /35, da 65/17, da 75/27 mod. 906, da 75/27 CK, da 100/17 mod.14, da 149/12 e da 105/28; - 592 mortai d'assalto; 1

N. 68 - Ufficiale del battaglione

d'assalto "Sierra Avila" appartenente alla Brigata "Frecce Azzurre" 1937-1938. L'ufficiale indossa la sahariana di tela con le mostrine regolamentari stabilite nel febbraio del 1937 per le brigate miste, di colore rosso per la fanteria; in questo caso le mostrine sono prive di numero. essendo il battaglione un reparto autonomo. Sul braccio sinish¡o è cucito 1o scudetto di brigata a fondo nero con orlo, iscrizioni e fregio azzurri. L'uniforme è completata da pantaloni di panno kaki oliva, da maglione di lana grigio verde a collo alto e dal "garro" filettato d' azzurro ed oro con il fiocchetto dotato di cordone e di testa d'oro e di frangia azzurra. Da notare anche il pugnale appeso al cinturone con il fodero decorato da teschio e tibie in metallo argentato.

-

-

61.658 fucili e moschetti mod.91; 2.823 pistole di vario modello; 638 mitragliatrici pesanti; 917 fucili mitragliatori; 55.129.587 cartucce a pallottola per armi portatili varie; 1.042.016 bombe a mano; 592.000 bombe per mortai Brixia; 710.344 Proietti d' artiglieria per 1 pezzi dei reparti; 10.000 granate da 105 vuote per pezzi spagnoli; 35.000 granate da 105 piene per pezzi spagnoli; 71.400 maschere antigas; 250 lanciafiamme; 46.000 proi.etti ad aggressivi chimici.


N. 69 - Ufficiale del battaglione d'assalto "Sierra Avila" appartenente alla Brigata "Frecce

Azzurre" estate del 1938. La fotografia mostra tutte le variazioni apportate nell' estate del 1938 all'uniforme del battaglione, ovvero le mostrine a forma di scudo ritagliate nel paimo azzurro ed ornate dal pugnale in metallo dorato, nuova insegna del reparto. Da notare il taglio spagnolo della giubba evidenziato dalle tasche ai fianchi prive di cannello cenh¡ale.


N. 70 - Ufficiale di fanteria appartenente alla brigata "Frecce Nere". Il capitano indossa la sahariana di tela con lo scudetto dÏ panno a fondo rosso scuro con bordo, iscrizioni e fregio ricamato in filo nero e co11 le mostrine triangolari di panno nero sulle quali sono riportati i.I numero 3 in ottone - 3° reggimento di fanteria, primo della Brigata "Frecce Nere" - e stranamente, Ïl fregio della cavalleria. da notare il fiocchetto del "gorro" con cordoncino e testa in oro e frangia nera.



CAPITOLO TERZO



• I colori distintivi. e uniformi indossate dai membri del Corpo Truppe Volontarie erano prive, come abbiamo precedentemente notato, del distintivo "nazionale" che identificava ed identifica ancora oggi l'uniforme militare italiana, la stelletta a cinque punte applicata al bavero delle giubbe e dei soprabiti, e ciò per motivi squisitamente "politici": i volontari non dovevano assolutamente essere identificati come italiani. Il secondo distintivo militare caratteristico delle nostre forze armate erano i colori dell'arma, del corpo, del servizio o del reggimento rappresentati da mostrine di panno che nel caso del C.T.V. assumevano varie forme non sempre regolamentari, a triangolo, a striscia, a scudo o a fiamma ad una, a due e a tre punte, tutte cucite sul bavero delle giubbe, dei cappotti e delle sahariane. La prima disposizione in materia riguardante i reparti del C.T.V. apparve con l' Ordine di Massima N.5 datato 8 febbraio 1937 (M.M.I.S., Ufficio del Capo di S.M.) in cui si stabiliva quanto segue:

L

• Brigate Volontari e reparti totalmente italiani. * Per tu tti gli enti e reparti escluse le "Banderns" : - triangoli pieni di panno; sulle m ostrine degli appartenenti ai com.andi delle Brigate volontari - esclusi i Generali - dovevano essere apposti i numeri romani I, II e III in metallo dorato; Sulle mostreggia ture degli appartenenti alle compagnie carri armati dovevano essere apposti numeri arabi in metal lo dorato, su quelle delle compagnie motomitraglieri numeri romani (I) pure in metallo dorato mentre su quelle delle compagnie autoblindo i

numeri dovevano essere arabi e in metallo argentato. I carristi utilizzavano sulle mostrine anche degli emblemi fuori ordinanza che appaiono evidenti in numerose fotografie: il distintivo della Legione con al centro un carro armato oppure la silhouette di un carro armato. * Per le "Banderas" e i comandi dei "Gruppi Banderas":

- triangoli intagliati di panno con numeri arabi in metallo dorato apposti tra i due vertici. Il personale delle batterie da 75 C.K. e da 20 m/ m aveva mostreggiature della stessa forma con i numeri romani I, II, III e IV per le prime ed arabi per le seconde, di metallo argentato in entrambi i casi.

• Brigate miste e appartenenti a reparti -spagnoli in qualità di istruttori. * Strisce di panno cucite diagonalmente sui baveri per tutti, con numeri romani I e II in metallo dorato per i comandi di Brigata e argentati per i gru ppi di artiglieria, per le compagnie del genio e per le compagnie servizi delle brigate. Il personale dei reggimenti appartenenti alle bligate miste aveva lo stesso tipo di mostrine ma con i numeri arabi in metallo dorato. I colori distintivi delle mostrine erano i seguenti: - Missione Militare Italiana in Spagna (M.M.I.S.), comandi di Briga ta, Base Siviglia e Base Nord: bianco; - Fanteria, esclusi j volontari delle "Banderas": rosso; - Arditi divisionali:

bianco;

- Carristi, motomitraglieri ed autoblindomitraglieri: verde; - Artiglieria:

giallo carico;


Volontari delle "Banderas" e genio: nero; - Commissariato, amministrazione e sussimarrone; stenza: - Servizio automobilistico, ad esclusione del personale in servizio continuativo presso unità e reparti: grigio; Sanità:

cremisi.

Alcune specialità aggiungevano alle mostrine anche dei fregi metallici spesso mutuati da quelli in uso presso l'esercito spagnolo, ovvero: - genio divisionale: una torre in metallo argentato; - ufficiali medici: croce di Malta in metallo axgentato racchiusa tra due rami d'alloro di metallo dorato; - cavalleria: due lance e due sciabole in metallo argentato; - battaglione "Pace" (Arditi del C.T.V.): mostrine nere a tre punte con piccoli teschi con tibie incrociate in metallo argentato (6) I reparti delle divisioni "Volontari del Littorio" poi divisione "Littorio d'Assalto", "Fiamme Nere" e "XXIII Marzo" avevano le mostreggiature di foggia e colori particolari ovvero:

• Divisione "Volontari del Littorio". - 1° e 2° reggimento di fanteria: mostrine regolamentari; - 3° reggimento di fanteria: fiamme nere a due punte con filettatura rossa e numero reggimentale in metallo dorato; - battaglione "Temerario" (3° rgt.O fanteria): granata metallica con la bomba smaltata di nero e profilata di giallo, sormontata da cinque fiamme smaltate in rosso e profilate di giallo: al centro della bomba il fascio incrociato con il gladio e le cinque frecce. Sotto la bomba una fascetta semicircolare smaltata in giallo con l'iscrizione in caratteri

stampatelli neri "751 BTG. D'ASSALTO TEMERARIO"; - Bersaglieri mitraglieri: mostrine regolamentari. rosse con barra diagonale bianca; - Reggimento di Artiglieria: mostrine regolamentari gialle con granata in metallo dorato;

• Divisione "Fiamme Nere". - Fanteria; a partire dal 30 luglio del 1937 fiamme nere a due punte con il numero reggimentale in metallo dorato;

• Divisione 11XXIII Marzo''. - Fanteria: a partire dal luglio del 1937 fiamme nere a due punte con il numero reggimentale in metallo dorato; - Mitraglieri: mostrine triangolari nere con barra diagonale bianca;

• Divisione "Littorio d'Assalto". - Fanteria: fiamme nere a due punte con filettatura rossa e numero romano in metallo dorato; - Mortaisti e Mitraglieri: fiamme nere a due punte con file ttatura rossa e barra diagonale bianca; - Artiglieria: fiamme nere a due punte con filettatura gialla e granata in metallo dorato. I reparti appartenenti alle divisioni "Frecce" cambiarono la forma delle mostreggiature verso la fine dell'estate del 1937, adottando quelle a forma scudo. I colori furono i seguenti: - Fanteria: mostrine del colore distintivo divisionale, verde, azzurro e nero con il numero arabo del reggimento in metallo dorato; - Battaglione d'assalto "Sierra Avila" delle "Frecce Azzurre": scudetto azzurro con

(6) Questo dettaglio appare in una fotografia databile al 1939 che mostra un ufficiale del battaglione in uniforme di parata con il fez.


N. 71 - Ufficiale del battaglione d'assalto "Sierra Avila" appartenente alla Brigata "Frecce Azzurre" estate del 1938. Esempio di ufficiale con la camicia a maniche rimboccate e a colletto aperto, su1 quale spicca inoltre il pugnale in metallo dorato emblema del reparto.


N. 72 - Ufficiale del battaglione d'assalto "Sierra Avila" appartenente alla Brigata "Frecce Azzurre". Il tenente indossa l'uniforme ĂŹnvemale con mostrĂŹne e pugnale del battaglione e scudetto di Brigata.


gladio in metallo dorato; spesso era usato anche il solo gladio cucito direttamente sul bavero; - Battaglione "Laredo" delle "Frecce Nere": scudetto nero con la lettera "L" in m etallo doratOi - Mitraglieri: scudetto del colore divisionale con il profilo di una mitragliatrice in metallo o in filo dorato; - Artiglieria.: scudetto a fondo giallo carico con granata in metallo dorato; Gli appartenenti agli stati maggiori di tutte le divisioni erano distinti dalla mostrina triangola.re bianca con una striscia di gal1oncino d'oro cucita lungo il lato interno: gli ufficiali di Stato Maggiore delle divisio1ù 11 Frecce" adottarono lo scudetto a fondo bianco con il simbolo dello Stato Maggiore spagnolo, una stella a cinque punte racchiusa tra due rami di quercia, in ricamo o in rn.etallo eforato.

Nel luglio del 1938 questo tipo di mostrine ve1mero soppresse e sostituite dall' alamaro ricamato in filo dorato su fondo azzurro in uso presso lo Stato Maggiore del Regio Esercito, privo però di stelletta.(F.O.n.372, Intendenza C.T.V) Per concludere il discorso riguardante le mostreggiature è necessario descrivere quelle di modello particolare assegna.ti ad altri reparti e cioè: • Reali Carabinieri: I' alamaro ricamato in filo argentato filettato e soppannato di rosso; • Squadrone di cavalleria del "Gruppo Esplorante Celere": a partire dal 1938 fiamme a tre punte di panno bianco con il fregio della cavalleria; • Milizia della Strada: fiamme a tre pw1te nere al colletto, dalle quali era stato tolto il fascio littorio in ottone, e, solo per i militi, i sottufficiali e i graduati, l'alamaro

N. 73 - Ufficiali appartenenti alla Brigata "Frecce Azzurre". Anche qui una notevole varietà di tenute con 1ma sola caratteristica comune, il "gorro" con fiocchetto e distintivi di grado. Da notare le caratteristiche mostrine a scudetto, il distintivo divisionale ed il doppio scaglione indicante d ue ferite di guerra del terzo ufficiale da destra.


sul copricapo: Iato sinistro del berretto basco e parte anteriore della bustina e del "garro", cuciti su panno del colore di fondo e applicati in corrispondenza della metà della fronte ad 1 cm. sopra l'orlo del copricapo stesso in posizione verticale; - sulla giubba, sulla sahariana, suJla camicia, sul giubbone e sul cappotto: lato sinistro del petto, cuciti su di una striscia rettangolare di panno del colore di fondo e posizionati: - al posto dei nastrini delle decorazioni fino al febbraio 1937; - al di sopra dei nastrini delle decorazioni dopo il febbraio del 1937. A partire dal 20 febbraio del 1938 (F.O. n.254 Intendenza C.T.V.) venne introdotto l'uso dei distintivi di grado per gli ufficiali anche sulle maniche della giubba come avveniva nell'esercito spagnolo poiché, come recitava la circolare: "Si è verificato che in occasione di riunioni varie, cerimonie, ecc. in cui siano intervenuti Ufficiali italiani e autorità civili e militari spagnole, i nostri Ufficiali sono stati considerati carne titolari di grado inferiore a quello che effettivamente rivestono". Questa disposizione durò appena dieci mesi: il foglio d'ordini del 7 dicembre di quell' arn10 (n.479 Intendenza C.T.V.) ristabiliva lo status quo ante ordinando: "In deroga alle circolari di questo Comando n.02106 Serv. Del 4 agosto 1937 e n.6600 PA.G. del 15 febbraio e.a. ed a tutte le precedenti disposizioni in materia di uniformi, per i distintivi di grado prescrivo quanto in appresso: n) - I distintivi di grado non dovranno più essere applicati sulle maniche ma esclusivamente sul petto, al lato sinistro, della camicia, della giubba e del cappotto. b) - omissis. I distintivi di grado per gli ufficiali erano i seguenti: - Generali: un bastone ed una sciabola in croce con una stella a quattro punte posta al centro;

Ufficiali superiori: stelle ad otto punte in ricamo d'oro, una per i Maggiori ed i Seniori, due per i Tenenti Colormelli ed i Primi Seniori, tre per i colonnelli ed i Consoli. I Tenenti Colonnelli ed i Primi Seniori i. g.s. e i Maggiori ed i Seniori i.g.s. avevano tre e due stelle rispettivamente ma ricamate in argento; - Ufficiali inferiori: stelle a sei punte in ricamo d'oro, tre per i Capitani e i Centurioni e due per Tenenti e i Capi Manipolo. I Primi Capitani, i Primi Centurioni, i Capitani e i Centurioni i. g. s. avevano una stella ad otto punte ricamata in argento; i Primi Tenenti, i Primi Capi Manipolo, i Tenenti ed i Capi Manipolo i.g.s. avevano tre stelle a sei punte ricamate in argento. I Sottotenenti si distinsero fino al 17 febbraio 1937 con una stella ad otto punte in oro ricamata su panno nero: dopo quella data ebbero, insieme con i Sotto Capi Manipolo, due stelle a sei punte in ricamo d'argento, mentre i Sottotenenti e i Sotto Capi Ma.nipolo i. g. s. (7) ebbero due stelle a sei punte ricamate i n oro. (8) Spesso, e soprattutto nei reparti delle unità miste, le stelle venivano ricamate su rettangoli di panno del colore distintivo anziché kaki-oliva, secondo l'ordinanza spagnola. Le stellette sulle maniche dovevano essere cucite all'interno del paramano per gli ufficiali superiori e al di sopra di questo per tutti gli altri, e ciò sia per le giubbe che per le sahariane e i cappotti. A partire dal gennai.o del 1937 i Primi Capitani cambiarono distintivo sostituendo alla stella ad otto punte d'argento una simile ma in oro con sotto una sbarretta di galloncino d'argento lunga 40 millimetri, così come i Primi Tenenti ebbero da quel momento tre stelle in oro con la stessa sbarretta cucita sotto la stella centrale. l distintivi di grado per i sottufficiali ed i

(7) Incarico del grado superiore. (8) Erano utilizzate anche stellette in metallo dorato o argentato.


graduati di truppa utilizzati dal gennaio al1'agosto del 1937 erano costituiti da strisce di gallone rettangolari da cucire sul petto e sul copricapo e, nel caso dei reparti di "Frecce", anche sul paramano deUe giubbe, a cavallo della punta, oppure all'interno dello stesso: i sergenti e i caporali utilizzavano spesso i distintivi spagnoli, tre galloni d'oro soppannati e profilati di rosso o di lana rossa soppannati e profilati di nero rispettivamente1 cuciti diagonalmente al di sopra del paramano. I soldati di 1 /\ classe erano invece distinti da un gallone di lana rossa a forma di "V'' rovesciata, che veniva cucito sulla parte superiore della manica con il vertice verso la spalJa. Le strisce da cucire sul petto avevano le due estremità tagliate a punta, quelle per il copricapo e sui paramani solo l'estremità superiore1 ma spesso ne erano prive. I Caporali Maggiori e i Vice Capo Squa-

dra ne avevano tre, una larga e due strette, i Caporali e le Camice Nere Scelte solo due, una larga ed una stretta, in entrambi i casi di colore rosso e soppannate di nero; i Sergenti e i Capo Squadra e i Sergenti Maggiori e i Primi Capi Squadra avevano gli stessi distintivi ma in gallone dorato e soppannate di rosso. I Marescialli venivano distinti inizialmente con una stella a sei punte ricamata in argento su panno del colore dell'uniforme e cucita sul berretto basco e sul petto. Stando alle testimonianze di alcuni supertesti, i marescialli della divisione volontari "Littorio" utilizzarono, perlomeno fino all'inizio del 1938, delle sbarrette di gallone argento e nero identico a quello prescrìtto per il nostro esercito, in numero di tre per i marescialli maggiori, di due per i marescialli capi e di una per i marescialli ordinari; le barrette erano cucite orizzontalmente sul petto

N. 76 - Gruppo di appartenenti alla Divisione mista "Frecce Verdi". Inverno 1938/39 Si noti, al cenh·o del gruppo, il tenente colonnello con le mostrine verdi a forma di scudetto sul bavero con un piccolo fregio da alpini in metallo che sostituisce il numero reggimentale. Sulla tasca al petto ha cucito lo scudo del "Corpo d'esercito di Castiglia", cosa che denota Ja sua prove1ùenza dalla disciolta Divisione "Fiamme Nere-XXIII 1viarzo" inquadrata in quel corpo.


quindi "Aiutante" per il Maresciallo Ordinario, "Aiutante Capo" per il Maresciallo Capo e "Primo Aiutante" per il Maresciallo Maggiore. Il rettangolo di panno kaki-oliva su cui venivano cucite le strisce era alto rispettivamente 58, 50 e 42 mm. Le combinazioni da apporre su i copricapo erano identiche a quelle appena descritte ma le stTisce erano più strette - solo 6 mm. e il rettangolo kaki-oJiva sul quale andavano cucite era ]ungo solo 60 mm. I Caporali erano si distinti da una striscia larga solo 5 mm. Tutti i tipi di gallone erano tessuti secondo i modelli in uso nel Regio Esercito. L'ultima variazione apportata ai distintivi di grado dei sottufficiali fu quella del 7 di-

N. 79 - Gruppo

cembre 1938 (F. O. n.429 Uff.Personale & Affari Generali) che introdusse per i soli Marescialli nuove combinazioni basate su stelle e strisce: - Marescialli Maggiori e Primi Aiutanti: stella a sei punte posta su due strisce di galloncino alte 3 mm.ciascuna, il tutto in argento; - Marescialli Capi e Aiutanti Capi: come sopra ma con una sola striscia; - Marescialli Ordinari e Aiutanti: una stella a sei punte in ricamo d'argento. Questi distintivi dovevano essere posti su panno kaki-oliva e dovevano essere portati sul petto e sul copricapo come in passato; i galloncini dovevano avere la stessa larghezza della stella.

di appartenenti aJle "Frecce Verdi".

Al centro del gruppo ancora Felice Peyrani in sahariana di tela: tra gli alb·i componenti del gruppo si notino le solite mostrine a scudo, lo scudetto divisionale ed i vari tipi di "cnzndora" e di giubbetti di pelle indossati. Dei due sottufficìali posizionati nella fila cenh·ale, l'ultimo è un sergente della disciolta "Fiamme Nere-XXHI Marzo" distinto dalle classiche fiamme nere filettate di rosso al bavero e dai galloni distintivi al petto ed aJJa bustina.


• I distintivi speciali e d'onore. La circolare dell'8 febbraio 1937 (M.M.I.S., Ufficio del capo di S.M., n.682) proibiva tassativamente, come abbiamo già visto, l'uso dei nastrini delle decorazioni sulle uniformi del C.T.V.: questo divieto venne parzialmente revocato un mese dopo quando fu autorizzato l'uso dei nastrini relativi alle medaglie al valore .militare ed alle croci di guerra, da portare sopra i distintivi di grado, sulla parte sinistra del petto. Nel marzo di quell'anno il comando del C.T.V. incluse nella lista dei distintivi autorizzati anche quelli relativi alle promozioni per merito di guerra ed alle ferite di guer-

ra. (C.T.V., Ordine di massima n°.10 del 3 marzo). Il 15 ottobre del 1937 (C.T.V., Ufficio Personale e Affari generali, n.22531 di protocollo P.A.G.) infine, venne liberalizzato l'uso di tutti i distintivi e di tutte le decorazioni militari italiane, ovvero: - Ordine militare di Savoia; - Medaglie al valor militare; - Croce di guerra al valor militare; - Croce al merito di guerra; - Medaglie commemorative di guerra; - Distintivo di mutilato; - Distintivo di ferita di guerra. I nastrilù andavano applicati sulla giubba immediatamente sotto i distintivi di grado.

N. 80- Gruppo

di ufficiali delle "Frecce Verdi".

Ali' estrema sinisb·a appare il maggiore Felice Peyrani che indossa un'immacolata sahaxiana di tela sotto un semplice cappotto grigio-verde da truppa: il tenente fotografato ali' estrema destra apparteneva alla disciolta "Fiamme Nere-XXIII Marzo" i cui effettivi confluirono in parte nella "Frecce Verdi", come testimoniano le fiamme nere filettate di rosso sul bavero del cappotto kaki oliva da u.fficiale. Dei due ufficiali al cenlTO, il primo, un colotmello, indossa anch'egli il cappotto kaki oliva con le stelle distintive del grado sulle maniche, mentre il secondo, un maggiore, ha la sahariana di panno con le mostrine verdi a forma di scudetto ed il numero reggimentale sul bavero, :,mlla quale indossa il "capote-manta" con il collo guarnito di pelliccia di montone.


Nel mese di novembre del 1938 i legionari del C.T.V vennero autorizzati a portare il distintivo d'onore della "Legion" spagnola (C.T.V., Uff.Personale e Affari generalĂŹ, n.57000 di prot.P.A.G. del 1 novembre): tale atto precedette di un anno quello che concedeva l'uso dei nastrini relativi ad eventuali decorazioni spagnole. Esaminiamo ora in dettaglio alcuni di questi distintivi:

- Distintivo di mutilato di guerra: disco centrale con l'iscrizione "MUTILATO IN GUERRA 1915-18" attorniato da un ramo di quercia ed uno di olivo e sormontato dalla stella a cinque punte su di un raggiante; in basso, sotto la scritta appariva lo scudo sabaudo coronato. In metallo argentato, si portava sulla giubba e sulla sahariana al di sopra dei di-

stintivi di grado o dei nastrini. - Distintivo di mutilato per la causa nazionale fascista: un fascio in metallo dorato p osto su di uno scudo tricolore smaltato, sormontato da una fiamma rossa e con l'iscrizione "DOLORANDO ARDO"; lo scudo poggiava su due sbarre smaltate di colore rosso scuro. Veniva portato con le stesse modalitĂ stabilite per il distintivo di mutilato di guerra. - Distintivo di ferita di guerra: uno o piĂš galloncini a seconda del numero delle ferite concesse, cuciti con inclinazione a 45 gradi sulla manica destra di qualsiasi uniforme, 15 centimetri sotto la spa]la e al di sopra di eventuali distintivi di carica. I galloncini erano ricamati in oro,erano lunghi 50 mm. e spessi 5 mm. ognuno; il distintivo di ferito in servizio o per causa di servizio era identico ma ricamato in argento.

N. 81 - Dettaglio della foto precedente. In questa fotografia appare un alho tenente giĂ della "Fiamme Nere-XX[ll Marzo" con l'uniforme di panno ornata dalle fiamme nere con profilo rosso al bavero: sotto la giubba indossa un "civile" maglione a collo rovesciato.


L'll giugno 1938 venne stabilito che il distintivo si portasse "nella stessa guisa con cui lo portano i feriti dell'Esercito Nazionalista, a

JQ.nna di V rovesciata sulla manica sinistra". (Circ.03126 Comando C.T.V.) - Distintivo di ferito per la causa nazionale fascista: era identico a quello prescritto per i feriti di guerra ma con i galloncini in seta rossa; a questi ultimi doveva essere abbinato lo stesso scudetto prescritto per i mutilati per la causa nazionale fascista, dotato però di una sola sbarra smaltata di rosso scuro. (9) - Distintivo di mutilato in servizio: piastra ovale di metallo argentato, alta 19 mm. e larga 15 mm. recante al centro ]'iscrizione "MUTILATO IN SERVIZIO" attorniata da due fasci littori affrontati, sormontata dallo scudo sabaudo coronato e circondata in basso e lateralmente da un'ancora, da un'ala e da un gladio. - Distintivo di Ardito: un gladio con il motto "FERT" sulla crociera ed un nodo di Savoia sull'elsa, il tutto racchiuso tra un ramo di alloro ed uno di quercia, in ricamo o in metallo dorato; andava cucito sulla manica sinistra della giubba, della sahariana e del cappotto. Di questo distintivo furono usate diverse varianti: ne esisteva ad esempio un tipo che al posto del motto "FERT" recava l'iscrizione "ITALIA", mentre nella Divisione "Littorio" era usato un modello piÚ semplice con il gladio ricamato in oro su di un disco di parn10 rosso orlato di cordonetto d'oro. Nella divisione "Littorio d'assalto" questo fregio venne abolito e sostituito da uno scudetto di panno nero bordato di rosso cucito sul braccio destro dell'uniforme, dentro al quale era ricamato in oro il gladio. - Distintivo di promozione per meriti di guerra: due gladi incrociati sormontati da corona reale, in metallo o in ricamo. Era in argento se la promozione concessa

era al grado di ufficiale inferiore, in oro se al grado di ufficiale superiore, in oro su panno rosso se al grado di ufficiale generale. Si portava sulla giubba al di sopra dei distintivi di grado. - Distintivo per militari alle armi orfani di guerra: una stella a cinque punte contornata da due rami di alloro, il tutto ricamato in filo dorato su panno kaki-oliva e cucito sulla manica sinistra della giubba. - Distintivo della "Legione11 ; autorizzato il 1 novembre del 1938 dal comando del C.T.V. su concessione del Generalissimo Franco - ricordiamo che il Corpo Truppe Volontarie faceva parete integrante del "Tercio de Los Estranjeros" spagnolo (C.T.V., Ufficio Personale ed Affari generali, n.57000 di prot. PA.G.). Il distintivo era costituito da un archibugio e da una balestra incrociati attraversati da un'alabarda, il tutto in ricamo di filo d'oro; esistevano anche esemplari realizzati in filo argentato oppure in metallo dorato e argentato, o ancora ricamati in fili di colore naturale. Gli appartenenti al raggruppamento carristi vi aggiungevano i.I profilo di un carro armato, posto al centro del fregio. Il fregio doveva essere applicato su panno kaki-oliva e cucito al centro della tasca superiore destra della giubba; sotto di esso dovevano essere poste delle sbarrette orizzontali ricamate in filo rosso1 il cui numero indicava gli anni di permanenza in O.M.S. Da numerose fotografie d'epoca appare comunque diffusa l'abitudine di cucire questo particolare distintivo anche sulle controspalline delle giubba e della sahariana. - Distintivo del Gruppo Squadroni Celere del C.T.V.: scudetto di panno celeste alto circa 3,5 cm. e largo 3, con bordo interno di cordonetto d'argento e con al centro due sciabole e due lance incrociate in filo argentato attraversate da un fascio littorio in ricamo dorato.

(9) Coloro che avevano eventualmente diritto ad entrambi i distintivi, dovevano porre quello per le ferite le 'fasciste" sotto quello per le ferite di guerra.


N. 82 -

Ufficiali di artiglieria appartenenti alle "Frecce Verdi".

Il tenente qui rih¡atto indossa u.na bella giubba di cardellino kaki oliva perfettamente regolamentare sulla quale spiccano lo scudetto divisionale e le mostrine di panno giallo scuro con granata dell'artiglieria; il "gorro" è ornato da filettature verdi ed oro, dal fiocchetto misto oro e verde e dalle stellette del grado.


N. 83 - Sottufficiale appartenente ad un reparto di artiglieria divisionale. TI sergente maggiore qui ritratto indossa la tipica tenuta da libera uscita, caratterizzata dalla camicia bianca con cravatta. Da notare il gallone distintivo del grado sulla bustina e gli stivali da ufficiale fuori ordinanza.


N. 84 - Sottufficiale appartenente ad un reparto di artiglieria divisionale. Primo piano dello stesso sergente maggiore ritratto nella fotografia N. 83. Si notino il taglio da ufficiale de lla giubba, le mostrine con granata ed il gallone distintivo del grado al petto e sulla bustina mod. 35.


All'interno l'iscrizione "GRUPPO SQUADRONI C.T.V." ricamata in oro. - Distintivo del btg."Temerario11 del 3° regt. Della Divisione "Volontari del Littorio": distintivo a spilla in metallo smaltato, veniva fissato sulla patta della tasca superiore sinistra della giubba ed era identico a quello descritto per le mostrine. - Distintivo dei Cappellani: una croce di panno rosso cucita sulla tasca superiore sinistra della giubba e della sahariana e sul lato sinistro del petto sul cappotto; eventuali altri distintivi da portare a sinistra andavano posti al di sopra delJa croce. Spesso i cappellani utilizzavano le stesse mostrine del reparto cui appartenevano e le controspalline mobili prescritte in patria: ili panno nero filettate di rosso scarlatto e guarnite da uno scudo a fondo pure rosso scarlatto attraversato dalla croce latina in oro, coronato e circondato da nodi di Savoia anch'essi in oro.

Sulle controspalline non vi erano distintivi di grado ma una semplice bordatura in oro indicante il rango di ufficiale superiore. - Distintivo della 11Medalla Militar Colectiva" spagnola: concessa al raggruppamento Carristi (C.T.V., Segr. Del Com.te, N.855/V. 2 settembre 1938) al 2° battaglione "Sierra Argallen" del 1° reggimento "Frecce Azzurre", al 1° battaglione Monte fata" e al 3° battaglione "Munguia" del 1° reggimento "Frecce Nere" (C. T. V. Ufficio Ricompense, n.5062/21. di prot. U. R. 4 dicern bre 1938) e all'arma di artiglieria del C.T.V.. II distintivo, ricamato su panno kaki-oliva, consisteva in un disco con bordo festonato al centro del quale ne campeggiava un secondo più piccolo, di panno rosso bordato d'oro con al centro, pure in oro, l'emblema della specialità alla quale veniva concessa l'onorificenza; era sostenuto da due leoni e sormontato da una torre e recava l'iscrizione 11

N. 85 - Gruppo di ufficiali di artiglieria, 1938. Anche in questo caso grande varietà di combinazioni di uniformi: si noti tra le allre quella del terzo ufficiale da destra, costituita da sahariana e bustina di tela kaki sabbfa e da pantaloni kaki oliva con stivali.


"AL MERITO EN CAMPANA" ricamata in nero su fondo tessuto in oro. Il distintivo veniva cucito su.Il' avanbraccio sinistro del]' uniforme.

il bordo in rilievo e la parte centrale verniciata di nero sulla quale appariva un profilo dj mitragliatrice dorato.

• I distintivi divisionali. • I distintivi di carica. I distintivi di carica più in voga soprattutto presso i reparti italiani erano i seguenti: - Specialista al tiro dei mortai: una stella a sei punte; - Mitragliere scelto: il profilo di una mitragliatrice; - Tiratore scelto: il profilo di un fucile; - Puntatore scelto: il profilo di un caimone. Tutti questi emblemi erano ricamati in filo di rayon nero per i soldati e i graduati e in filo dorato per i sottufficiali, su panno kakioliva; dovevano essere cuciti sulla manica sinistra della giubba e della sahariana. Per i rnitraglieri era anche utilizzata una piastra di metallo dorato di forma ovale con

I primi distintivi divisionali adottati furono quelli per le Divisioni Volontari "Fiamme Nere" e "Littorio" nel 19371 realizzati in panno ricamato a mano o a macchina; ben presto però, dato l'alto grado di usura cui erano soggetti, furono sostituiti da altri metallici, smaltati per gli ufficiali e i marescialli, verniciati per tutti gli altri. Vennero poi man mano adottati da tutte le altre grandi unità e da una nutrita serie di reparti minori. I distintivi divisionali furono i seguenti: - Divisione Volontari "Fiamme Nere'\ primo tipo: ne esitevano due varianti; la prima rappresentata da uno scudo di panno ritagliato azzurro con cinque fiamme di

N. 86 - Gruppo di radiotelegrafisti di fanteria. Inverno 1937. Dovrebbero appartenere alla Divisione "Fiamme Nere'\ come testimmùano le fiamme di panno nero cucite sul bavero del primo a sinistra.


panno nere, la seconda da un disco di panno simile ma con il gladio di colore bianco posto al centro. _ Il 751 ° btg.d' assalto "Temerario" utilizzò per qualche tempo uno scudo simile al primo tipo ma con dieci fiamme nere e l'iscrizione "BRUCIAMO NON LUCIAMO" ricamata in filo d'oro al centro. - Divisione Volontari "Fiamme Nere", secondo tipo: scudetto di metallo azzurro con cinque fiamme nere profilate di. giallo recanti al centro il gladio dorato: bordo bianco profilato di giallo recante l'iscrizione "DIVISIONE/ VOLONTARI/ "FIAMME NERE" in giallo; - Divisione "Fiamme Nere-XXIII Marzo" : ne esistevano due varianti. La prima prevedeva lo scudetto di panno nero con al centro del vertice superiore l' aquila ad ali spiegate poggiante sul fascio littorio; al centro il fascio con l'iscrizione "DI-

VISIONE FIAMME NERE-XXIII MARZO". Orlatura dello scudetto, fregi e iscrizioni in argento. La versione metallica, usata poco prima dello scioglimento e del rientro in Italia prevedeva uno scudetto metallico identico a quello della Divisione "Fiamme Nere" con l'aggiunta di un'aquila dorata racchiusa in un ovale bianco profilato d'oro posto al vertice1 e con l'iscrizione ''DIVISIONE VOLONTARI/ FIAMME N ERE XXIII MARZO" in oro. - Divisione Volontari del "Littorio": scudetto di metallo azzurro con al centro il fascio dorato: bordo bianco profilato di giallo recante l'iscrizione "DIVISIONE/ VOLONTARI/"LITTORIO" in giallo. - Divisione "Littorio d'Assalto": scudetto di panno nero con al centro il distintivo degli Arditi ricamato in filo dorato; bordo esterno di panno rosso profilato d'oro con

N. 87 - Artiglieria contraerei. Si notino gli elmetti m.od. 16 ed i mosche!ti mod. 91 TS ben allineati sul cassone.


l'iscrizione "DIVISIONE LITTORIO D'ASSALTO" ricamata in filo nero; negli intervalli dell'iscrizione apparivano dei nodi di Savoia pure neri. Esisteva anche una versione ricamata in filo bianco. - Brigata mista "Frecce Azzurre": scudetto di panno rosso scuro con gli emblemi, il bordo e le iscrizioni ricamati in filo azzurro; al centro il simbolo della "Falange" spagnola; l'iscrizione recitava" AGREDIR PARA VENCER / BRIGADA MIXTA FLECHAS AZULES". - Divisione ''Frecce Azzurre": identico a quello dell'omonima Brigata mista ma con l'iscrizione " DIVISION FLECHAS AZULES". - Brigata d'assalto "Frecce Nere": scudetto metallico a fondo rosso scuro con al centro il giogo e le cinque frecce nere profilate di bianco; fascia esterna rosso scuro profilata di bianco con l'iscrizione "AGREDIR PARA VENCER BRIGADA DE ASALTO FLECHAS NEGRAS" in caratteri bianchi.

Divisione d'assalto "Frecce Nere": scudetto dì panno rosso scuro con filetto interno/ giogo e frecce ricamati in filo nero. Le iscrizioni, pure in filo nero, recitavano: "AGREDIR PARA VENCER" e "DIVTSION DE ASALTO FLECHAS NEGRAS". - Divisione "Frecce": esisteva in due varianti entrambe di panno. 11 primo tipo era costituito da uno scudetto rosso scuro con filetto nero staccato dai bordi esterni, con al centro il giogo e le frecce metà neri e metà celesti e con le iscrizione DlVISION "FLECHAS" ricamata in filo celeste e "AGREDIR PARA VENCER" ricamata in filo nero. Questo tipo venne portato dagli ufficiali di S.M. della Divisione dal 1 agosto 1937 al 1 luglio 1938. Il secondo tipo consisteva in uno scudetto diviso verticalmente in due parti, nera e celeste, con al centro il giogo e le frecce ricamate in filo bianco; il bordo era rosso scuro profilato di bianco con le iscrizioni "DIVISION FLECHAS" e" AGREDIR PARA VENCER" ricamate in filo bianco. - Divisione "Frecce Verdi": scudetto di -

N. 88 - Gruppo di artiglieri. Si notino alcuni dettagli interessanti quali le bandoliere mod. 89, la bustina con visiera abbassata ed il farsetto a maglia indossato dal terzo da sinistra seduto, l'uniforme di tela indossata dal suo vicino che porta tra l'altro gli occhiali prescritti per gli appartenenti a reparti motorizzati, le bustine con granata e le camicie mod. 35 con chiusura lampo.


N. 89 - Artiglieri contraerei della Divisione "Littorio". Autunno 1937 Indossano tutti il cappotto contraddistinto dallo scudetto divisionale del tipo metallico cucito sul braccio sinistro e dalle mostrine di paru10 giallo al bavero.

panno nero con al centro il simbolo della Falange ricamato in filo verde; bordo nero profilato di verde con le iscrizioni "AGREDIR PARA VENCER" e "DIVISION FLECHAS VERDES" pure in filo verde. Esisteva anche una variante che presentava il bordo verde con profili e iscrizioni realizzate in filo dorato. Battaglione d'assalto"Lupi" (Divisione "Fiamme Nere"): scudetto metallico verniciato, a fondo bianco con fascio littorio in oro sul quale appaiono due test_e di lupo sovrapposte, la prima rossa e la seconda nera, entrambe profilate d'oro. Bordo nero con profili e iscrizione "BATTAGLIONE/ D'ASSALTO CC.NN./ LUPI" in oro. - Reggimento "Carroccio" (Divisione "Dio lo Vuole"): esisteva in due versioni, entrambe di metallo verniciato.

(10) "Uniti fino alla vittoria"

La prima consisteva in uno scudetto diviso verticalmente in due parti, la prima a fondo bianco con la croce rossa profilata d'oro, la seconda a fondo cremisi con il fascio littorio e la campana in oro. Bordo nero con profili ed iscrizione "CARROCCIO/NON MORIERlS IN BELLO/IBIS REDIBIS". La seconda versione era diversa solo per avere il fondo azzurro chiaro con fascio littorio e campana in oro. - Gruppo celere del C.T.V.: scudetto metallico verniciato, a fondo nero con profilatura esterna dorata ed emblema della Falange rosso al centro, con sovrapposto il fascio littorio in oro; in alto fascia orizzontale col tricolore spagnolo. Iscrizione "JUNTOS HACIA /LA VICTORĂŒA"in. caratteri dorati (10) - Corpo di Esercito della Castiglia: scudetto di panno utilizzato dagli appartenenti alla Divisione "Fiamme Nere - XXITI Mar-


N. 90 - Gruppo di artiglieri, estate 1937.

zo" inquadrati nell'omonimo corpo d'armata spagnolo. Era in parmo rosso cupo con profilatura in filo nero, attraversato da una grande spada con una torre sovrapposta, entrambe ricamate in argento; in basso le lettere iniziali "C. E. C." (Cuerpo de Ejercito de Castilla) pure ricamate in nero.

• I distintivi degli automezzi. Grande doveva essere la confusione che regnava in materia i contrassegni negli automezzi legionari se, già a partire dall'inizio del 1937, il Comando del C. T.V. si vide costretto ad emanare una lunga serie di circolari in cui codificava le banderuole, le targhe e i dischi identificativi che tutti gli automezzi avrebbero dovuto obbligatoriamente montare a bordo. Il 20 febbraio 1937 (C. T. V., Circ. n.1288) osservando che "circolano ancora, nonostante le tassative prescrizioni in contrario, autocarri e au-

tomezzi recanti bandiere, iscrizioni ecc." si stabiliva che: 'fossero tolte dagli autocarri e automezzi in genere le bandiere e le scritte che ancora vi fossero e che soltanto le autovetture dovranno portare sul davanti, inalberate su un'asticciuola metallica fissata al tappo del radiatore, due bandierine, una con i colori della bandiera italiana, e l'altra con quelli della bandiera spagnola". Questo primo provvedimento ve1me modificato 1'8 maggio dello stesso anno quando ]a Circolare n.6350 stabilĂŹ che, "Tutte le vetture del Corpo Truppe Volontarie dovranno portare su.i parafanghi: a DESTRA: un gagliardetto (unico) riproducente sul lato esterno la bandiera Italiana; sul lato interno la bandiera Spagnola. a SINISTRA: un gagliardetto azzurro con il distintivo risultante dallo specchio allegato. I gagliardetti conservarono la forma di triangolo isoscele ma con la base misurante 28 centimetri e l'altezza 30 centimetri; sul fondo appunto azzurro vem1ero ricamati in oro i distintivi di grado dell'ufficiale che uti11


lizzava l'automezzo: - Generale comandante del C. T. V: la sigla orizzontale "C. T. V." affiancata dalla spada e dal bastone in croce con la stella a quattro punte al centro; - Generale di divisione: il bastone e la spada incrociati con la stella a quattro punte al centro; - Generale di brigata: come sopra ma in ricamo d'argento; - Colonnelli: tre stelle ad otto punte disposte in orizzontale; - Tutti gli altri ufficiali: nessun emblema. Il 25 maggio seguente una nuova precisazione: (C.T.V., Ufficio Servizi, n.0366 di prot/ serv.) le bandierine azzurre dovevano essere utilizzate esclusivamente dai generali e dai colonnelli e solo quando costoro fossero a bordo degli automezzi, altrimenti andavano tolte. Non sappiamo quanto fossero rispettate le prescrizioni in materia, ma di certo se ne usarono anche altri del tutto diversi da quel-

li regolamentari e soprattutto sugli automezzi dei reparti di "Frecce"; tre di questi guidoncini sono sopravvissuti fino ad oggi. Eccone la descrizione: guidoncino appartenuto alle "Frecce Verdi": un lato di colore verde ed uno dicolore nero bordati di fettuccia dorata; sul lato verde appare la scritta in argento "FLECHAS VERDES", su quello nero il giogo e le cinque frecce in verde; - guidoncino appartenuto alle "Frecce Azzurre": un lato di colore azzurro carico ed uno con il tricolore italiano bordati di corta frangia in oro; sul lato azzurro la scritta dorata "FRECCE AZZURRE", su quello tricolore una fettuccia con il tricolore spagnolo; - guid.oncino appartenuto alla Divisione "Fiamme Nere-X.X.III Marzo": due lati entrambi di colore nero bordati di fett uccia tricolore, una italiana ed una spagnola: su di un lato appaiono il fascio littorio con sotto il giogo e le cinque frecce della Falange e l'i-

N. 91 - Artigliere inverno 1938.


scrizione "YO TAMBIEN" tutte in argento, sull'altro l'iscrizione su tre righe "DIVISIONE XXIII MARZO/ FIAMME NERE/ VICE COMANDANTE". Oltre a definire le regole riguardanti i guidoncini da autovetture si stabilì anche che tutti gli automezzi - autocarri e mezzi corazzati compresi - dovevano essere distinti come appartenenti al C.T.V. soprattutto grazie ad una stella di colore azzurro che, nel caso delle autovetture e degli autocarri, doveva essere applicata sul parabrezza. Quest'ultima norma non dovette riscuotere grande successo se il comando, in occasione della costituzione della Divisione "Frecce", dovette tornarci sopra richiamando tutti all'ordine (C. T. V. 11 Foglio d'Ordini n.59 del 3 agosto 1937): "Si persiste nel voler applicare ai vetri para-

vento degli automezzi trofei non consentiti. Rammento che solo distintivo ammesso è la stella az-

zurra in campo bianco regolamentare che deve essere applicata nell'anfgolo inferiore del paravento - vicino al cruscotto - dalla parte opposta al conduttore, in modo che questi abbia completamente libero il campo di vista Il divieto di applicare altri distintivi agli automezzi è assoluto." Per quanto riguarda i carri armati, i mezzi corazzati del C.T.V. erano contraddistinti in maniera completamente diversa rispetto alle nonne vigenti in patria, e ciò sempre allo scopo di mimetizzare il più possibile la presenza ufficiale italiana. I distintivi utilizzati sui carri fino al 1938 ricordavano quelli adottati per la prima volta nel 1923 e poi modificati nel 1934, che erano basati sulla combinazione di dischi, di triangoli e di numeri ovvero: • distintivi di compagnia: un cerchio orlato di rosso per la JI\ di bianco per la 21\ di arancione per la 3/\ e di azzurro chiaro

N. 92 - Postazione d' a1tiglieria con mortaio da 260/9 mod. 1916. Da notare la granata cucita sul berretto basco, un fuori ordinanza comune tra gli artiglieri del C.T.V. e le uose di foggia spagnola indossate dal soldato in primo piano. La didascalia della foto recita: "Testa di ponte di Toledo"


N. 93 - Ufficiali df artiglieria/ inverno 1938. Il tenente colorn1ello a sinistTa indossa un cappotto da soldato di panno grigio verde mentre il capitano a desh·a veste la sahariana di panno con mostrine giallo carico e granata in ottone.

per la 41\ con al centro il numero della compagnia dipinto in nero; • distintivi di plotone: - un triangolo equilatero con il vertice rivolto verso l'alto e con l'orlo bianco per il 1°, 2°, 3° plotone; - un triangolo equilatero con il vertice rivolto verso il basso e con l'orlo rosso per il 4°,5° e 6° plotone; - un triangolo equilatero con il vert!_ce rivolto verso destra e con l'orlo azzurro chiaro per il 7°, 1'8° e il 9° plotone. All'interno dei triangoli erano dipinti in nero i numeri identificativi dei carri, che erano quattro per ogni plotone, oltre al carro comando: il 1° plotone aveva i carri 1, 2, 3 e 4, il 2° plotone i carri 5, 6, 7 ed 8, il 3° plotone, infine, i carri 9, 10, 11 e 12. I carri comando sembra fossero identificati da una stella bianca a cinque punte. All'inizio del 1938 per il "Raggruppamento

Carristi"/ ora costituito da due battaglioni, ciascuno su due compagnie ciascuna su tre plotoni di quattro carri oltre quello comando venne adottato un nuovo sistema di identificazione ovvero: - un cerchio tagliato orizzontalmente per la 1 A compagnia; - un semicerchio per la 2A compagnia; All'interno di questi distintivi era dipinto il numero del carro: - per la 1 A compagnia: - da 1 a 4 per il 1°plotone, da 5 a 8 per il 2° plotone e da 9 a 12 per il 3.0 plotone; - per la 2A compagnia: - da 13 a16 per il 1° plotone, da 17 a 20 per il 2° plotone e da 21 a 24 per il 3° plotone. I carri comando erano contrassegnati dal fascio littorio dipinto davanti al simbolo della compagnia: quindi ad esempio il fascio seguito dal cerchio tagliato orizzontalmente col numero 6 dipinto all'interno indicava il


carro comando del 2° plotone della 1/\ compagnia. I fasci, i cerchi, i semicerchi ed i numeri dovevano essere dipinti di bianco. Anche per quanto riguardava le targhe, regolamentate dalla Circolare n.5272 del 24 aprile 1937, la confusione doveva essere grande se il comando fu costretto ad emanare una dettagliata circolare a riguardo: (C. T.V., Intendenza, n.C.39 D.T. del 10 novembre 1937). Il documento recitava: "Ultimato il censimento degli automezzi ed effettuato il controllo degli automezzi di preda bellica., non devono piÚ circolare per l'avvenire

automezzi sprovvisti di targhe o con targhe non consentite. Si dispone pertanto: 0 1. ) Tutti gli automezzi o motomezzi in uso presso i reparti, comandi, enti di qualsiasi genere, di qualsiasi servizio o con qualsiasi incarico, che agiscono o dipendono da questo Comando, debbono essere rnunitĂŹ di doppia targa (una anteriore, una posteriore); 2. 0 ) Le targhe .... .............. ..... omissis. Per norma riconfermo che quelle autorizzate e di cui alla Circolare .1704 del 10 giugno 1937, dell'Intendenza, sono le seguenti:

N. 94 - Ufficiali d'artiglieria, 1938. hl questa foto è da notare: il primo ufficiale da sinistra indossa l'impermeabile ed w,a sciarpa civile annodata al collo; - gli altri tre indossano il cappotto da ufficiale con i gradi cuciti al di sopra e all'interno del paramano; il "gorro" indossato dal secondo e le mostrine d'artiglieria del quarto.


fondo azzurro, lettere C. T. V. e numen in giallo: Comando Truppe Volontarie; fondo azzurro, lettere D. V. L.e numeri in _,giallo: Divisione Volontari del Littorio; - ¡ fondo azzurro, lettere A. T. V. e numeri in nero: Artiglieria Truppe Volontarie; - fondo azzurro, lettere B.S. e numeri in giallo (11) Intendenza, Divisione rnista "Frecce" e Divisione Volontari "Fiamme Nere-XXIII Marzo"

Le targhe di circostanza sono proibite. Tutte le targhe devono essere prelevate all'Intendenza. Inoltre devono essere piombate e per nessuna ragione spiombate. 3. Anche le vetture di requisizione o private, qualunque ne sia la provenienza, dovranno essere munite di targa regolmnentare da applicare in aggiunta alle targhe che gli automezzi avessero." Riguardo poi alla posizione delle targhe il comando precisò in data 3 gennaio 1938 (C. 0

)

T. V., Intendenza, Circ.n.550/T) che le targhe posteriori andavano fissate, in tutti i tipi di automezzo, nell'apposito portatarghe mentre per quelle anteriori ci si doveva regola.re nel modo seguente: - sugli autocarri Fiat 618: sulla sbarra di accoppiamento dei fari, al centro del radiatore; - sugli autocarri Spa 38: sulla sbarra anteriore del paraurti del radiatore; - sugli autocarri Citroen: al centro del paraurti anteriore; - sugli autocarri Cerano 47 e 50: al centro del radiatore; - sugli autocarri Lancia RO: alla base del radiatore; - sugli autocarri lsotta-Fraschini 80 M: alla base del radiatore. Lo stesso documento stabiliva l'uso di dischi metallici dipinti del diametro di 1.8 cm., da applicare in numero di tre per ogni auto-

(11) Le iniziali 11B.S." stavano per ''Base Siviglia".

N. 95 - Gruppo di ufficiali di artiglieria, 1938.


mezzo, uno su ciascuna delle fiancate e uno sulla facciata posteriore. I colori erano i seguenti: • Comando Truppe Volontarie: fondo bleu, numeri bianchi; • Div. Volontari "Littorio": fondo grigio, numeri neri; • Div. Voi. ".Frecce Nere-XXIII Marzo": fondo nero1 numeri bianchii • Div. Mista "Frecce": il giogo e le cinque frecce di colore azzurro, nero o verde;

• Artiglieria: - raggruppamento P.C.(Piccoli Calibri): fondo arancione, bordatura, lettere P.C. e numeri verdi; - raggruppamento M.C.(Medi Calibri): fondo arancione, bordatura, lettere M. C. e numeri rossi; - raggruppamento C. A.(Contraerei): fondo arancione, bordatura, lettere C.A. e numeri neri; • Centro Complementi ed Addestramen-

N. 96 - Artiglieri in azione. Inverno 1938/39. Tutti indossano il cappotto ed il passamontagna; si noti la bandoliera mod. 89 con il gancio per appendere la fondina della pistola ed il moschetto mod. 91 con baionetta ripiegabile.


• • • •

to: fondo bianco, numeri neri; Genio: fondo cremisi, numeri bianchi; Raggruppamento Carristi: fondo verde, numeri neri; Autogruppo di Manovra: fondo bleu, numeri neri; Autoreparto Servizi Intendenza, Autoreparto d'Istruzione ed Autodrappello Intendenza: fondo rosso, numerj bianchi; Sezioni Sanità ed Ospedali: fondo bianco con croce rossa nella metà superiore e

numeri neri in quella inferiore; • Sezione Sussistenza: fondo bianco, stella e numeri verdi. In mancanza dei dischi metallici da rivettare sulle fiancate gli emblemi potevano esservi dipinti direttamente sul mezzo: in ogni caso dovevano essere bordati da un orlo largo 1 cm. dipinto di nero "per garantire una maggiore durata della verniciatura ed nn.che una maggiore loro visibilità", con la sola eccezione dei tre raggruppamenti di artiglieria.

N. 97 - Batteria d'artiglieria contraerei in posizione. Si notino gli stivali con speroni indossati dai due ufficiali in primo piano.


N.98 - Distribuzione di pacchi a cura del giornale "Il Legionario", inverno 1937. In questo gruppo appaiono alcuni componenti delle "Banderas", come testimoniano le mostrine a forma di h¡iangolo intagliato applicate sul bavero delle giubbe, e alcuni artiglieri contraddistinti dalle mostrine triangolari di colore giallo ma soprattutto dalle piccole granate metalliche inalberate sul berretto basco, conb:avvenendo cosÏ alle prescrizioni che proibivano l'uso del distintivo di reparto sui copricapo, con le sole eccezioni della "Littorio" e dei Carabinieri. Si noti la grande varietà di tenute indossate, che comprendono giubbe di panno, sahariane di tela e di panno, e di calzature che vanno dagli scarponi con fasce ai gambali ed agli stivali completamente allacciati. Per quanto riguarda i distintivi di grado, si notino le stellette ed i galloni applicati sui berretti baschi e sulle giubbe degli ufficiali e dei sottufficiali.


N. 99 - Gruppo di radiotelegrafisti. Inverno 1938.

N.100- Cannone contraerei da 22 mm. Inverno 1937.


N. 101- Messa

al campo in un reparto di artiglieria. Tudela di Navarra, 7 febbraio 1938.

Da notare la strana giubba con martingala indossata dall'artigliere ritratto dĂŹ spalle. Sul retro della foto appare una didascalia che recita "Dio e Patria ... Legionario D'Italia. La messa al campo-TudeJa di Navarra 7 febbraio XVI".


N. 102 - Gruppo di ufficiali italiani e spagnoli appartenenti al Genio. Tutti gli ufficiali segnalati dalla freccia appartenenti al Genio del C.T.V., indossano l'wĂšfonne d'ordinanza invernale con pantaloni lunglĂš o corti con l'emblema spagnolo del Genio, w,a torre in metallo argentato, cucita al bavero.

N. 103 - Gruppo di appartenenti al raggruppamento Carristi. li secondo ufficiale da sinistra indossa la sahariana di panno con i distintivi di grado al polsino ed un piccolo carro armato in metallo dorato cucito sul bavero: il carro leggero reca l'insegna di carro comando, il fascio dipinto di bianco.



CAPITOLO QUARTO



e brigate miste e le divisioni del Corpo Truppe Volontarie avrebbero dovuto avere in dotazione esclusivamente dei labari di vari colori, tra i quali comunque non mancavano mai il nero, il tricolore italiano e quello spagnolo, associati ad iscrizionj identificative del reparto, a motti e simbologia di varia natura, tra i quali ricorrevano il fascio e le cinque frecce col giogo. A fianco dei labari, più o meno regolamentari, le varie "banderas" inalberarono una sterminata serie di gagliardetti, pochissimi dei quali autorizzati dai comandi. La documentazione ufficiale riguardante le insegne è scarsa: sono solo due infatti le circolari che abbiamo potuto rintracciare sul1' argomento, una riguardante la Divisione"Volontari del Littorio 11 e l'altra la 2A brigata volontari "Fiamme Nere", entrambe emesse nel febbraio del 1937. Alla Divisione "Volontari del Littorio" (Circ. 58 di prot. Pers., Centro A-S.M., del 12 febbra io) veniva concesso l'uso di un labaro divisionale, di uno stendardo per ciascun reggimento di fanteria, di uno stendardo per il reggimento di artiglieria e di un gagliardetto per il battaglione mitraglieri, raccomandando che fossero consegnati ai reparti dal comandante della divisione "personalmente presso il Quartier Generale con cerimonia semplice e austera" Il labaro divisionale misurava 70 centimetri di altezza e 50 di larghezza, era di colore nero e recava1 al recto, il fascio con sotto l'iscrizione su due righe "111. DIVISIONE / V.L/' e al verso il motto "MEGLIO VIVERE/ UN GIORNO/ DA LEONE": fregio ed iscrizioni in oro. Il labaro realmente adottato, che conosciamo grazie ad una foto scattata a Napoli durante la rivista passata nel 1938 da Vittor io Emanuele III ai reparti rimpatriati, era di

L

colore nero ma aveva il fascio posto nella parte alta del drappo e l'iscrizione '1 DIVISIONE VOLONTARI/ DEL/ LITTORIO" ricamata al di sotto su tre righei fascio ed iscrizione erano in ricamo d'oro. I reggimenti di fanteria ed il reggimento d'artiglieria ebbero una bandiera, impropriamente definita "stendardo" nel testo, di forma rettangolare/ lunga 60 centimetri ed alta 45. L' insegna dei reparti a piedi era di due colori diversi: - nero al recto, con al centro il fascio affiancato dal numero reggimentale spostato verso il basso e con una striscia tricolore posta in diagonale verso l'angolo superiore al flottante; - rosso al verso con al centro il motto reggimentale che per il l O reggimento era "ONORE i NON / ONERI" e per il 2° 11 0SA/ L'INOSABILE". L'artiglieria doveva avere la stessa insegna ma con il verso di colore giallo carico fregiato del motto "SEMPRE/ E/ DOVUNQUE".

I fregi e le iscrizioni erano in oro ad eccezione del motto ricamato sul verso della bandiera dell'artiglieria, che era in lettere nere. Di queste insegne, e particolarmente delle bandiere per i reggimenti di fanteria, esiste un'altra versione, forse quella realmente adottata, che ci viene da una cartolina commemorativa in cui sono raffigurati i quadrati dei legionari in parata al centro dei quali svetta la bandiera nera descritta dalla circolare che presenta tuttavia due differenze: - lungo il bordo inferiore del drappo è riportata l'iscrizione ricamata in oro: "REGG. FANTERIA VOLONTARI LITTORIO"; - l'angolo in alto al flottante è ornato, nel1' ordine, dal tricolore italiano e da quello spagnolo.


Il gagliardetto dei rnitraglieri aveva la classica forma triangolare e doveva misurare 40 centimetri dì altezza e 50 di lunghezza: il recto era di colore nero ed era fregiato dal fascio ricamato in oro e dal tricolore italiano posto in punta, mentre il verso era di colore rosso con al centro una fascia orizzontale bianca; nel campo superiore rosso era riportata la parola "TRAVOLGO", in quello inferiore la parola "ARRESTO", entrambi in lettere nere. Grazi.e ad un'altra cartolina dedicata al "2° reggiITtento d'assalto Carnìcie Nere" della Divisione d'assalto "Littorio" databile quindi all'autunno del 1938, conosciamo iJ labaro reggimentale ed una serie di gagliar-

N. 104 - Gruppo

detti appartenenti alle "banderas" che, a termine di regolamento, non avrebbero dovuto avere alcuna insegna. Il labaro, del quale è raffigurato solo il recto, era di colore nero con il fascio ricamato in oro nella parte superiore del drappo, sormontato dall'iscrizkme semicircolare 2° REGGIMENTO" e con sotto "DIVISIONE/ D'ASSALT0/1'LITTORIO": tutte le scritte erano in ricamo d'oro, così come dorati erano i cordoni ed i fiocchi che ornavano l'asta sormontata dall'aquila imperiale al volo spiegato e circondata dall'alloro. L'ultimo modello di labaro utilizzato recava al centro il fascio littorio sormontato dall'iscrizione disposta a semicerchio "DI11

di appartenenti al raggruppamento Carristi.

Da notare il gagliardetto tenuto dal personaggio che si intravede sulla destra: potrebbe essere il reh·o di quello che abbiamo riprodotto nel volume, di stoffa verde bordato di frangia d'oro con al centro la sagoma di un carro leggero con al di sopra la "Meda Ila Militar Collectiva" concessa al raggruppamento nel 1938. I quattro carristi indossano la tenuta invernale con casco e bandoliera, ad eccezione del secondo da destra il quale, avendo il grado di sergente, indossa il cinturone da ufficiale privo però dello spallaccio.


VISIONE D'ASSALTO" e con sotto il nome "LITTORIO", il tutto ricamato in oro.

I gagliardetti erano tutti a fondo nero, tutti di forma h·iangolare e tutti ornati dal nome dèll'unità ricamato in oro ovvero "VAMPA", "LUPI", "INFLESSIBILE" e "ARDENTE":

di uno di questi gagliardetti conosciamo il recto dell' originale che differisce da qu ello della cartolina solo per l'iscrizione "BATTAGLIONE LUPI" ricamata in oro al centro. Stando inoltre ad alcune testimonianze d'epoca raccolte da Ernestino Chiappa sembra che il verso di questo tipo di gagliardetti fosse tutto di colore rosso, colore della fanteria spagnola, oppure secondo altre fonti che riportasse il tricolore italiano.

Il secondo testo ufficiale in materia di insegne è quello riguardante la II A brigata volontari "Fiarnme Nere", emanato dallo stato maggiore dell'unità il 16 febbraio del 1937 ed indirizzato al comando M.M.I.S. di Salamanca. (Circ.n.136 di prot.Ord.): nel documento sono rappresentate le insegne da consegnare al comando della II/\ brigata, al comando dei tre gruppi "banderas" che la costituivano (VI0 Pittau, VII 0 .Marino ed VlII0 Randelli) e appunto alle nove "bandems'' (630/\ Ardita, 6381\ Audace, 6511\ lntrepida, 7301\ Impavida, 7381\ Disperata, 751 A Temeraria, 724/\ Inflessibile, 7351\ Invincibile e 740/\ Implacabile). Le varie insegne, come scrive nella circo-

N. 105 - Gruppo di ufficiali appartenenti al raggruppamento Carristi. Gli ufficiali indossano la combinazione di tela d'ordinanza blu ardesia con le mostrine b·iangolari di panno verde dei carristi al bavero, il berretto basco coi distintivi di grado ed il cinturone con la fondina per la pistola. Il maggiore al centro della fotogra fia indossa invece la sahariana di tela, mentre il primo ufficiale da destra indossa la "cazadora" di panno.


lare il comandante della brigata generale Coppi, erano "già costruite. Vedi disegno annesso. Fra il 20 e il 24 avrà luogo la cerinwnia per il battesimo e la consegna delle insegne. Sarei assai grato se il Capo della MMIS, od un suo rappresentante, volesse presenziare alla cerimonia per la quale preciserò il giorno." Le insegne disegnate nell'allegato alla circolare erano le seguenti: - Comando di Brigata: drappo rettangolare con il recto azzurro bordato da una sottile orlatura nera ed ornato da fiamme a cinque punte poste in ognuno dei quattro angoli; al centro del drappo il motto 11BRUCIAMO NON LUCIAM01' . Il verso era il tricolore spagnolo. - Comando Gruppo di "banderas'': la stessa insegna appena descritta con il drappo a coda di rondine ornato dagli stessi emblemi dell'altro ma con solo due fiamme nere poste negli angoli ali'asta;

- Banderas: gagliardetto triangolare ornato anch'esso dagli stessi emblemi appena descritti ma con una sola fiamma posta neU' angolo all'asta in alto e il motto ricamato lungo il lato al flottante inferiore. Dubitiamo che le insegne descritte nel documento venissero realmente adottate in quella forma e con quell'aspetto: grazie ad una fotografia e ad una cartolina infatti sappiamo che il 751 ° battaglione '7emerario" ebbe in dotazione uno stendardo quadrato a fondo azzurro bordato di nero, ornato da una sola. fiamma a cinque punte pure nera posta nell'angolo in alto all'asta e dall'iscrizione centrale "BRUCIAMO NON LUCIAMO" ricamata in filo bianco, ed un gagliardetto1 sicuramente in dotazione ad una delle "Banderas"che lo componevano: nel cartoncino a colori questo è triangolare, di colore azzurro chiaro con una fiamma nera a cinque punte posta nell'angolo in basso ali' asta,

N. 106- Carristi del C.T.V. In prìmo pia.no un sottufficiale che indossa la combinazione di tela kaki sabbia le cui tasche sono stranarnente dotate di chiusura lampo metallica; in secondo piano due ufficiali, quello di destra ìndossa la sahariana di panno, quello di sinistra la giubba dì panno entrambe kaki oliva. Entrambi portano al bavero le mostrìne verdi triangolari della specialità prìve però dì numero del reparto sostituito da un piccolo carro armato metallico.


privo di motto sostituito dall'iscrizione ricamata in oro 751/ BATTAGLIONE/ D'ASSALTO/ TEMERARIO" e bordato di frangia in oro. · Appare legato ad un'asta di ferro lucido sormontata da un globo con l'iscrizione "ROMA" in rilievo, sul quale poggiar aquila che stringe il fascio tra gli artigli, il tutto in metallo dorato. Questo è quanto risulta dai documenti: in realtà, come abbiamo già avuto modo di sottolineare e come abbiamo potuto rilevare dalle numerose foto e dagli esemplari conservati in numerose collezioni private ed in alcuni musei, le unità fecero a gara nel produrre labari e gagliardetti: alcuni di questi, tutti appartenenti ai reparti delle "Frecce" sono conservati nei depositi del Museo dell' Esercito spagnolo ed è stato possibile riprodurli, almeno in parte, grazie a Luis Sorando che ne sta curando la catalogazione, mentre altri sono in possesso del Museo della Fanteria di Roma e di collezionisti privati. 11

Tra tutte, ben quindici appartengono a vari reparti delle "Frecce Nere", il che ci ha permesso di codificarne i modelli principali, ovvero: a- Labari di reggimento: costituiti da un recto di colore nero recante al centro un grande fascio littorio dipinto nei suoi colori naturali, sovrapposto ad una striscia diagonale tricolore e con a fianco il motto "A NOI"in giallo, e da un verso rappresentato dal tricolore spagnolo recante al centro il giogo e le frecce in nero, con l'iscrizione "DIVISIONE FRECCE NERE", il motto "AGGREDIRE PER VINCERE" e l'identificativo del reparto ovvero: 2° REGGIMENTO (cat. N. 94126); REGGIMENTO D'ARTIGLIERIA (cat. N . 94140); COMANDO; I labari erano ornati da una frangia in filato d'oro: tutte le iscrizioni erano di colore nero. Altri due labari appartenuti alle "Frecce Nere" sono conservati a Roma, uno pres-

N. 107 - Carristi con un mezzo corazzato russo catturato. Indossano tutti il casco mod. 32 ed il giubbone di cuoio; da notare i gambali del primo a sil:istra e la tuta blu ardesia del secondo.


so il Museo della Fanteria e l'altro presso una collezione privata. Il primo, del quale è visibile solo il recto, è stranamente di colore azzurro spento interamente bordato di cordoncino giallo e rosso e ornato di frangia rossa applicata solo lungo l'orlo inferiore. Lungo l'orlo superiore è riportata l'iscrizione "1° REGG.TO FLECHAS NEGRAS" e lungo quello inferiore i.J motto" AGREDIR PARA VENCER 11 : entrambe le iscrizioni sono in lettere in stampatello, nere profilate di rosso. Al centro del labaro campeggia il giogo con le cinque frecce, il tutto in nero profilato di rosso. Il labaro è provvisto di sei fettucce di colore azzurro spento e di cordone con fiocchi giallo/rossi. Il secondo, appartenente alla collezione Vitetti, è di aspetto molto più rozzo, ha forma allungata ed appartiene alla 1A batteria da 65/17 della brigata '1 Flechas Negras".

Il labaro è di stoffa nera, bordato lungo l'orlo inferiore a punta di fettuccia è di frangia in oro e munito di due fettucce per il fissaggio cucite lungo l'orlo superiore pure nere con l'interno di colore azzurro. Gli ornamenti sono in sequenza dall'alto verso il basso: - la sigla "C.T.V." in lettere in stampatello ritagliate nel panno rosso; al di sopra delle lettera T è cucito un piccolo fascio littorio rosso con la lama rivolta verso destra; - lo scudo della brigata di panno rosso recante al centro il giogo e le frecce di colore nero affiancato da due fa.sci littori pure di colore nero posti ai lati e dall'iscrizione ricamata in rosso lungo gli orli esterni "BRIGADA DE ASALTO" a sinistra e "FLECHAS NEGRAS" a destra; tra le due appare il millesimo "1937" ricamato in filo bianco. Al di sopra dello scudo ma separata da questo è cucita una sottile striscia di panno

N. 108 - Gruppo di ufficiali carristi. Il primo ed il quarto ufficiale da sinistra indossano la sahariana di parn10, il quinto indossa quella di tela, il sesto la giubba di tela e il secondo, infine, il giubbetto di cuoio sopra l'uniforme di pa11110. Da notare il tesclùo metallico sul casco di quest'ultimo.


N. 109 - Carrista.

In combinazione di tela kaki sabbia del modello con bottoni e bustina di tela kaki.

rosso che ne segue la linea curva. - l'iscrizione ricamata in filo rosso "1" batt. 65/17" con sotto, in corrispondenza della punta del labaro, un rettangolo di panno rosso con sopra il fascio littorio ricamato in filo d'oro e con la lama rivolta a destra ricamata in filo bianco. Il labaro misura 68 centimetri di altezza e 34 centimetri di Jargezza. Il verso è completamente nero senza alcuna iscrizione o decorazione. b- Gagliardetti di battaglione: ne esistono sette in tutto, sei di unità di fanteria simili tra loro ed uno di artiglieria. I gagliardetti di fanteria conservati in Spagna sono di forma triangolare, dotati di quattro nastri cuciti al recto e muniti di bottoni automatici al verso, riproducenti in piccolo gli ornamenti dei labari: il recto a fondo nero con il fascio, la banda diagonale tricolore e il motto "A NOI", il verso rosso con una fascia centrale gialla con al centro il giogo e le frecce e l' identificativo del reparto ovvero:

. - 1° REGG.TO FRECCE NERE/ BATTAGLIONE "MUNGUIA" (Cat.n.

9444.8); - 2° REGG.TO FRECCE NERE/ BATTAGLIONE "PENA AMARILLA" (Cat.n. 94428); - DIVISIONE FRECCE NERE / "AGGREDIRE per VINCERE"/ BATTAGLIONE AUTONOMO "LAREDO" (Cat. N . 94455); Il gagliardetto di artiglieria, anch'esso triangolare, era completamente diverso, con il recto diviso in tre parti, verde, bianco e rosso, ornato dal solito fascio littorio dipinto sul bianco e dai nomi degli scontri cui l'unità partecipò, riportati in giallo sul verde - dal1' alto in basso GUADALAJARA, GUERNICA, BILBAO, SANTANDER, BELCHITE, ALCUBIERRE, TERUEL, ALCANIZ, TORTOSA e CASTELLON- e sul rosso, sempre dall'alto in basso LEVANTE, JAVALAMBRE, EBRO, CATALUNA, CENTRO. Il recto era costituito dal solHo tricolore spagnolo con al centro l'emblema del giogo


e delle frecce con l'iscrizione "ler GRUPO 100/17" in nero: negli angoli all'asta, su periore ed inferiore, era dipinta in giallo una granata con la fiamma rivolta verso l'alto. c- Gagliardetti di compagnia e di batteria: sono in tutto cinque, tutti di forma triangolare, di colore nero e con scritte ed emblemi riportati solo al recto: • 1° regg. to di fanteria: iscrizione ricamata a macchina in filo comune di colore bianco: "le R.gto FLECHAS"lungo I' orlo superiore, "NEGRAS" al centro e "2° COMPANIA" lungo J' orlo inferiore (Cat.n.94436); • 2° regg.to di fanteria: iscrizione in caratteri di colore bianco: "2° REG.TO FLECHAS NEGRAS" lungo l'orlo superiore, "BANDERA PENA AMARILLA" al centro, e "PELOTON ARDITI" lungo l'orlo

inferiore (Cat.n. 94470); • 2° regg.to di fanteria: al centro, spostato verso l'esterno, un teschio con il pugnale tra i denti e l'iscrizione "2° Rgt. F.N. / Plotone Arditi / Btg. Algorta "in caratteri corsivi bianchi (Cat.n. 94435); • Regg. to d'artiglieria: al centro1 spostata verso l'esterno e leggermente verso l'alto, una granata di colore giallo intenso con il giogo e le frecce, di colore nero, nella bomba e l'iscrizione "Rgt. Artiglieria F.N./VIll0 Gruppo-8.a Batteria" in caratteri corsivi gialli (Cat.n.94437). Un secondo esemplare differiva solo per il numero della batteria, in questo caso la 9a. (Cat.n.94440) • gagliardetto appartenuto probabilmente ad una compagnia di fanteria: drappo triangolare nero ornato al recto e al verso da nove triangoli verdi, bianchi e rossi. -

N. 110 - Ufficiale carrista. Tndossa la combinazione di tela blu ardesia del tipo dotato di chiusura lampo: si noti l'assenza dei distintivi di grado sulla tuta.


la sequenza è ripetuta tre voJte in questo ordine dall' alto verso il basso - disposti lungo l'orlo all'asta; il verso è di colore nero e reca le iscrizionj ricamate in oro: "1° REGIMIENTO DE ASALTO" disposta lungo l'orlo superiore esterno, "FLECHAS NEGRAS", disposta lungo l'orlo inferiore esterno e "A noi !" ricamata al centro. Il recto aveva il tricolore spagnolo. • gagliardetto appartenuto probabilmente ad una compagnia: drappo triangolare con il recto nero bordato d.' oro recante al centro il fascio littorio ricamato in oro ed il verso, pure bordato d'oro, con il tricolore spagnolo recante al centro il giogo e le cinque frecce ricamate in nero: La freccia centrale era più lunga. delle altre quattro. Presso il Museo della Fanteria di Roma sono conservati tre gagliardetti appartenuti al 1° reggimento di fanteria della brigata "Fle-

chas Negras" identici a quelli delle "Frecce Azzurre" se non per il colore di fondo: sono infatti di forma triangolare, di colore nero, bordati da una cornice decorata lungo i lati esterni da triangoli alternati gialli e rossi e lungo quello interno da triangoli bianchi, rossi e verdi; i due angoli all'asta e la punta del gagliardetto erano di colore rosso. Lungo il lato corto erano cuciti tre passanti di stoffa, uno rosso a ciacuna delle estrenùtà ed uno verde al centro. Il recto era decorato al giogo e dalle cinque frecce in lana bianca mentre il verso recava le iscrizioni identificative del battaglione ricamate in lettere in stampatello bianche ovvero: <<BATTALLON/ MONTE JATA»; «BATTALLON/ BERMEO>>i «BATTALLON/ MUNGUIA». Per guanto riguarda le insegne degli altri reparti di Frecce, due sono bandiere apparteN. 111 - Carristi e fanti in tenuta estiva.

Il soldato in primo piano, sul carro, indossa la combinazione di tela di color kaki sabbia del modello con bottoni.


nenti alla Divisione ''.Frecce Verdi" e tre sono dei gagliardetti appartenenti invece alle "Frecce Azzurre". Le bandiere delle "Frecce Verdi", appartenenti al reggimento d'artiglieria e al 1 ° reggimento di fanteria, erano identiche tra loro, di forma quadrata, bordate di corta frangia di filato d'oro e dotate di quattro gruppi di fettuccia doppia in seta verde per assicurarle all'asta. Anche i colori e le ornamentazioni erano uguali per i due reparti: il recto era in seta di colore verde chiaro e recava, ricamate in oro, le iscrizioni identificative del reparto, il suo motto e, nel caso dell'artiglieria, anche il fregio d'arma, ovvero: • reggimento d'artiglieria: "REGGIMENTO ARTIGLIERIA" con sotto FRECCE VERDI"lungo il bordo superiore, i due cannoni in croce sorm.o ntati dalla granata al centro e il motto "ANTE VIRIDES IGNE" lungo il bordo inferiore; • 1° reggimento di fanteria: "1° REGGIMENTO" con sotto 11FRECCE VERDI" lungo il bordo superiore e il motto "OMNIA VINCIT" lungo il bordo inferiore. Il verso recava il lTicolore spagnolo so-

vrapposto a quello italiano, disposti longitudinalmente e separati da una corta frangia di filato d'oro, con al centro uno scudo sannitico a nero bordato d'oro, diviso verticalmente in due parti, una ornata dal giogo e dalle frecce di colore verde e ]' altra dal fascio littorio nei suoi colori naturali. Delle "Frecce Verdi" conosciamo anche il labaro divisionale: era di stoffa verde chiaro come gli altri e recava in alto una fascia rettangolare separata dal resto grazie ad una fettuccia dorata. La fascia era a sua volta divisa in due parti che recavano a destra il tricolore italiano e a sinistra quello spagnolo: al centro del labaro appariva uno scudo a fondo nero bordato d'oro con il giogo e le cinque frecce affiancate dal fascio littorio, anch'essi ricamati in oro. Al di sopra dello scudo era ricamata l'iscrizione "DIVISIONE/ FRECCE VERDI" e, al di sotto, il motto "AGREDIR PARA VENCER" sotto il quale era riportata la data"ll OTTOBRE 1938 XVI E.E", tutte .ricamate in oro. Il labaro era ornato anche da una corta frangia in filato d'oro.

N. 112 - Il sottotenente Filippo Donato appartenente allo squadrone di cavalleria del Gruppo Celere, caduto il 7 aprile 1938 a Miranda. (Fotografia tratta da "Uniformi ed Armi" n. 115, novembre 2000) L'ufficiale indossa la giubba invernale di panno kaki-oliva con il fregio della cavalleria al bavero ed i distintivi di grado - due stelle a sei punte ricamate in oro - probabilmente soppannati di azzurro chiaro.


L'asta era in metallo cromato probabilmente sormontata da una semplice freccia in metallo dorato; cordoni e fiocchi erano in oro. Dei tre gagliardetti delle "Frecce Azzurre" uno apparteneva al battaglione 11Sierra Avila", l'altro al X0 gruppo d'artiglieria "Extremadura" ed il terzo al battaglione mitraglieri. I primi due erano identici, entrambi di forma triangolare, di colore celeste scuro bordati da una cornice che lungo i lati esterni era decorata da triangoli gialli e rossi alternati e lungo quello interno da triangoli

bianchi, rossi e verdi: i due angoli all'asta e la punta triangolare del gagliardetto erano di colore rosso. Lungo il lato corto del gagliardetto erano cuciti tre passanti di stoffa, uno di colore rosso a ciascuna delle due estremità ed uno centrale di colore verde. Il verso di entrambi i tipi era decorato dal giogo e dalle frecce di colore bianco per la fanteria e giallo per l'artiglieria mentre il recto recava: • battaglione "Sierra Avila": l'iscrizione, in caratteri bianchi "BATALLON DE

N. 113 - Il tenente i.g.s. Enrico Reisoli Matthieu,

comandante dello squadrone di cavalleria del Gruppo Celere. (Fotografia tratta da "Uniformi ed Armi" N . 115, novembre 2000) L'ufficiale indossa l'uniforme di panno kaki oliva con il fregio della cavalleria spagnola - due sciabole e due lance in croce - in metallo argentato cucito sul bavero della giubba ed i distintivi di grado - tre stelle a sei pm1te in argento e non in oro, trattandosi di un tenente con "incarico al grado superiore1' - ricamate su di una SlTiscia di panno azzurro chiaro, colore distintivo del reparto, cucita sopra il taschino di sinislTa della giubba. Da notare anche il berretto basco ornato, oltre che dal distintivo di grado, anche da due lance incrociate ricamate in argento.


ASALTO / "SIERRA AVILA"; (Cat.n. 94450) • gruppo di artiglieria: una piccola granata ricamata in giallo nell'angolo in alto e l'iscrizione, pure in caratteri gialli, "X/ GRUPO / EXTREMADURA". Il terzo gagliardetto (Cat.n.94452) presentava invece una inusuale forma a mandorla, era anch'esso celeste scuro bordato lungo l'orlo superiore dal tricolore spagnolo, lungo quello inferiore da quello italiano e lungo il lato all'asta da una fascia rosso cupo con settore centrale nero. I tre lati esterni deJl'insegna erano inoltre rinforzati da un cordoncino di colore giallo oro. Al recto recava l'identificativo del reparto ricamato in caratteri neri lungo i due bordi "BATALLON D'AMETRALLADORAS" e < FLECHAS AZULES >, men tre al verso campeggiava lo stesso scudetto che le "Frecce Azzurre" portavano sulla manica della giubba, rosso cupo con fregio ed iscrizioni azzurre. N. 11 4 -

Esistono poi tutta una serie di insegne di vario genere che appaiono in numerose fotografie d'epoca: di seguito riportiamo la descrizione dettagliata di quelle che è stato possibile decifrare con sufficiente precisione. • Divisione d'assalto "Littorio", battaglione arditi: drappo rettangolare di colore nero bordato sui tre J.ati di fettuccia e di corta frangia d'oro, recante al centro l' emblema degli arditi divisionali - il gladio con sotto il nodo di Salomone racchiuso tra due rami di alloro - spostato verso l' asta e affiancato dall'iscrizione ricamata in oro "DIVISIONE D' ASSALTO/LITTORIO". (Fonte: E.Chiappa) • Divisione "Littorio": gagliardetto appartenuto ad un reparto di arditi non identificato: drappo triangolare di colore nero bordato di fettuccia e di frangia d'oro, recante al recto il teschio con le tibie incrociate ricamato in filo bianco in posizione centrale ma spostato verso l'asta. Al verso l'iscrizione ricamata in oro:

Membri dello squadrone di (avalleria del Gruppo Celere - Mpadrid 28 marzo 1938.

(Fotografia h:atta da "Uniformi ed Armi" n. 115, .novembre 2000) Anche qui si notano le più svariate combinazioni di uniforme: sahariane di tela indossate con maglioni a collo alto e rovesciato e con pantaloni di panno (secondo ufficiale da sinistra) sahariane e pantaloni di panno abbinate a gambali (il sottufficiale primo da sinistrn), sal1ariana e pantaloni da cavallo (l'ufficiale quarto da sinistra).


N. 115 - Ufficiali dello squadrone di cavalleria del Gruppo Celere -Madrid 28 marzo 1938. (Fotografia tratta da "Uniformi ed Armi" n. 115, novembre 2000) Da notare la "Canadiense" indossata dal primo ufficiale da sinistra, gli elmetti mod. 1933, tutti fregia ti dalla croce di Savoia, i berretti baschi ancora in uso dopo la loro abolizione ed i vari tipi di ca lzatura indossati.

''MUERAN" disposta lungo l'orlo superiore, "LOS 11 al centro, "COMUNISTAS" lungo l'orlo inferiore. Asta in metallo cromato con freccia a forma di lancia in metallo dorato. (Fonte: E.Chiappa) • Divisione "Littorio": gagliardetto appartenuto ad un battaglione di fanteria: drappo triangolare con il verso di colore nero fregiato dal fascio littorio posto lungo l'orlo all'asta e dal numero "I", entrambi ricamati in oro. Il recto era interamente di colore rosso, senza alcun fregio. (Fonte: E.Chiappa) • Divisione 1'Littorio": gagliardetto appartenuto ad un reparto sconosciu to di arditi: drappo triangolare nero bordato di fettuccia e di frangia in oro, attraversato longitudinalmente da un fulmine con i colori spagnolì al quale è sovrapposto l'emblema degli arditi divisionali (vedi sopra). (Fonte: E.Chiappa) Asta in metallo cromato con freccia a ferro di lancia in metallo dorato.

• Divisione.d'assalto "Littorio", 2" compagnia del batt.ne "Ardente", 2° rgt. di fanteria: drappo triangolare nero con al centro lo scudetto della divisione (vedi tavola N.) recante due iscrizioni ricamate in oro disposte a semicerchio "BTG. ARDENTE" sopra lo scudetto e "2" COMPAGNIA" sotto lo scudetto. (Fonte: E.Chiappa) • Divisione "XXIII Marzo": gagliardetto appartenuto ad un batt.ne di CC.NN. drappo triangolare nero bordato di fettuccia e frangia d'oro recante il teschio senza tibie incrociate spostato verso l'orlo all' asta e, sulla stessa Jinea, l'iscrizione "I Bnt:. CC.NN.", il tutto in ricamo d'oro. (Fonte: L.Sorando) • Divisione "XXIII Marzo -Fiamme Nere": · gagliardetto del 3° btg. "Toro'' del 4° reggimento di fanteria: drappo triangolare nero J:ecante le iscrizioni in oro: "DIVISIONE XXIII MARZO" disposta lungo l'orlo superiore, ''FIAMME NERE" al centro e '1 BATTAGLIONE TORO" lungo l'orlo inferiore. (Fonte: coll.privata Roma)


• Battaglione radiotelegrafisti del C.T.V.: drappo triangolare di colore nero recante i seguenti ornamenti: - Disposti lungo l'orlo all'asta, dall'alto verso il basso: "XV0/XVI 0JE,F.j1°jII 0 jIII0 T "ovvero" XV 0 e XVl 0 anno dell'Era Fascista, 1°, II 0 e III 0 Telegrafisti"; lungo l'orlo all'asta, verso il basso: i] giogo e le cinque frecce con sotto l'iscrizione "CATALUNA"; - al centro spostato verso l'alto: l'emblema del genio spagnolo, una torre con a fianco i nomi delle battaglie cui l'unità prese parte disposte parte dall'alto verso il basso ovvero: "TOLEDO/MADRID/GUADALAJARA/TERUELJLEVANTE/" e parte verso l'esterno "MALAGA/BILBAO SANTANDER/EBRO". Tutti gli ornamenti ricamati in argento: asta a punta in metallo cromato. (Fonte: L. Sorando) • Divisione "Dio lo vuole", 2° gruppo banderas, 2A bandiera "Intrepida": gagliar-

detto triangolare nero con l'iscrizione in oro disposta su due righe: "INDOMITO/ "DIO LO VUOLE". Asta in metallo cromato con cuspide in metallo dorato. (Fonte: L.Sorando) • gagliardetto appartenuto ad un reparto non identificato, probabilmente di arditi: drappo triangolare nero con al centro, spostato verso l'asta, un teschio con tibie incrociate ed il pugnale tra i denti, con al di sopra l'iscrizione "COMPAGNIA/ DELLA MORTE" e al di sotto '1 COMANDO" Fregio ed iscrizioni ricamate in argento. • gagliardetto appartenuto ad un reparto non identificato di arditi: drappo triangolare nero bordato di fettuccia e di frangia in oro con al centro il teschio e le tibie incrociate ed il pugnale in bocca, lungo l' orlo superiore l'iscrizione "me ne frego! 11 in corsivo. Fregio ed iscrizioni ricamati in oro.

N.116 - Appartenenti alla Milizia della Strada di scorta ad un'autovettura del comando C.T.V. Si noti il fregio in bronzo fissato sul casco del milite in primo piano.


N. 117 - Il carabiniere Demos Simonazzi, caduto ad Akaniz

il 14 aprile 1938.

Si notino gli alamarĂŹ soppannati di rosso ma privi di stellette al bavero della giubba e la granata in metallo lucido a l berretto basco con le cifre V.E. nella bomba, tassatĂŹvamente proibita dai regolamenti.


N. 118 - Carabinieri appartenenti alla Divisione "Littorio" schierati in attesa di essere passati in rassegna dal comandante del C.T.V. generale Bergonzoli, Logrofio 10 ottobre 1937.

N. 120 - Carabinieri Reali. Un gruppo di prigionieri repubblicani è sorvegliato da due carabi1ùeri: il pr imo da sinistra è un ufficiale, l' alh·o è un brigadiere contraddistinto dai galloni in argento, qui cuciti rovesciati, che in patria venivano portati sul paramano a punta della giubba.


N. 119 - Carabiniere in tenuta

invernale. Il milite indossa la tenuta di panno kaki oliva perfettamente regolamentare, con gli alamari privi di stellette sul bavero della giubba, la bustina ornata dalla granata in rayon nero, i gambali e la bandoliera per armi a cavallo.



BIBLIOGRAFIA E FONTI ESSENZIALI

e si eccettuano due volumetti pubblicati nella penisola iberica non esistono testi esaurienti riguardanti le uniformi dei nostri soldati impiegati nella Guerra Civile spagnola. Il primo di queste opere riguarda tutte le forze impegnate durante la Guerra Civile e si intitola '' Uniformes Militares de la Guerra Civil Espanola", realizzato da Josè Maria Bueno e pubblicato in due edizioni, la prima nel 1971 ad opera dell'Editoria! San Martin e la seconda, riveduta ed ampliata, nel 1997 dall' Almena Ediciones. Il secondo, intitolato "Uniformes ltalianos de la Guerra Civil Espanola 1936-1939" di Giuseppe Maria Ravetto, è stato pubblicato nel 1996 sempre a cura dell'Editoria! San Martin di Madrid; Altri testi riguardanti le uniformi e le insegne del C.T.V. sono: "I ta z·wm · .m . Spaòa na" , 2/\ ed'1z10ne . 1939, a I-

S

bum fotografico di grande interesse pubblicato come supplemento della rivista "Prospettive"; - "La battaglia di Guadalajara" in "Uniformi e Armi" n.103; - "Le uniformi dei carristi italiani nella Guerra di Spagna" in "Unifonni e Armi" n.114; - "La cavalleria italiana nella Guerra di Spagna" in" Uniformi e Arrni" n.J.J.5; - "Los de la Muerte"in Unifonni e Armi" -

n.119 "ll gagliardetto 1919-1943. Le insegne del PN.F. dal 1919 al 1943" di A Brisone

pubblicato a Bresso (MI) nel 1996 da Hobby & Work Italiana Editrice; Numerose sono altresì le opere di carattere generale pubblicate alla fine della guerra civile; tra queste le più interessanti sono: Mortai e Lupi in Catalogna" di G.Amoroso, pubbliéato a Torino nel 1941 da L.Lattero; 11

-


Da Malaga a Guadalajara" di S. Astolfi, pubblicato nel 1940 dalla Ed.SIA; "Da Cadice ai Pirenei. Ricordi di un legionario" di M.Bassi, pubblicato nel 1940 dalle Ed. F. Le Monier a Firenze; fl Legionario" di R.Beretta, pubblicato nel 1939 dalle Ed. Guanda a Modena; "Legionari di Roma in terra iberica" del Duca di Bergamo, pubblicato nel 1940 dalle Ed.Sagdos a Milano; "In Spagna" di U.Borlandi, pubblicato a Roma nel 1940; "Dove il littorio chiama" di A.Calandra, pubblicato nel 1939 dall'Istituto Poligrafico dello Stato a Roma; Il C. T. V Da Malaga a Tortosa" di B.Caloro, pubblicato nel 1939 da "Il Legionario" a Roma; Venti rnesi di guerm in Spagna" di E. Faldella, pubblicato nel J 939 dall'editore Le Monier a Firenze; Cuore di Legionario" di G. Fiori, pubblicato nel 1939 dalle Ed. V.Ferri in Roma; La Legion. C. T. V" di E. Gimenez Caballero, pubblicato nel 1939 dalle Ed. Los Combatientes a Madrid; "L'arma del Genio nella battaglia di Catalogna. C. T. V" pubblicato nel 1939 a Firenze; "Legionari di Roma in terra iberica. 1936-39" pubblicato nel 1940; ''L'impiego deWartiglieria italiana nella guerra di Spagna" di E. Manca di Mores, pubblicato nel 1941 dalla Tipografia Regionale a Roma; "Legionario di Spagna" di G.P. Matty, pubblicato nel l941 da SET a Torino; "Trenta mesi con le Frecce Azzurre" di I. Meandri, pubblicato nel 1938 dalla tipografia Valenti a Ravenna; "Spagna. Cattedra di fede ed eroismo" di L.Moresco, pubblicato nel 1939 dall' editrice A.V.E. a Roma; "Con gli insorti in Marocco e in Spagna" di C.Mortari, pubblicato nel 1937 da F.lli Treves a Milano; "Camice Nere a Guadalajara" di L.Mosca pubblicato nel 1941 dall'ed. Partenope a Napoli; '' La tropas Flechas Negras" di S.Piazzoni, pubblicato nel 1941 dall'ed. Juventud a BarceUona; "La Tntervencion extranjera y las ayudas ex11

-

-

1

-

-

-

'

teriores << di R. Salas Larrazabal, pubblicato nel 1970 nei Cuadernos Bibliograficos de la Guerra de Espana dalla Università di Madrid; - "Legionari e Arditi in terra di Spagna" di N.G. Usai, pubblicato nel 1939 da ed.Vettoriani a Roma; Raggruppamento Carristi'', pubblicato nel 1939 dall'Officina Tipografica a Milano; Per quanto riguarda la struttura del C.T. V. e le operazioni belliche dal 1936 al 1939 l' opera basilare è "La partecipazione italiana alla guerra di Spagna 1936-1939" dei generali Alberto Rovighi e Filippo Stefani pubblicata dall'Ufficio Storico SME. 1

-

'

1

-

'

11

-

11

-

11

-

-

-

-

-

-

-

Assolutamente fondamentali per la redazione di questo volume sono state le fonti documentarie conservate presso l'archivio dell'Ufficio Storico SME in Roma e in par ticolare: • Repertorio F6 - Fondo "Ol tremare Spagna (0.M.S.)" 1937-1939, costituito da 337 raccoglitori; • Repertorìo F7 - Fondo "Diari Storici 0.M ..S." 1937-1939, costituito da 49 raccoglitori così ripartiti: • C.T.V.: dal n.1 al n .7; - divisione ' Littorio": dal n.8 al n.15; - brigata "Dio lo Vuole" e divisione" Fiannne Nere": n.16 e 17; - brigata "Penne Nere" : n.19; - divisione "Fiarmne Nere-XXTTT Marzo"; dal n.20 al n.23; - eparti delle "Frecce", divisioni e brigate: dal n .24 al n.33; - reparti vari (banderas, battaglio.ni e compagnie): dal n. 34 al n .49. • Repertorio F18 - Fondo "O.M.S. Gabinetto" 1936-J 939, costituito anch'esso da 49 raccoglitori; • Registro Circolari M7 "Carteggio Ministero della Guerra - Gabinetto 0 .M.S." 1936-1939, costituito da 20 raccoglitori senza registro numerati dal 150 al 170, per un totale di 179 cartelle. Altra fonti di primaria importanza sono la raccolta del "Giornale Militare" per gli anni compresi tra il 1929 ed il 1935, e gli archivi fotogrnfici dell'Ufficio Storico SME, Vitetti di Roma, Dì Somma di Napoli e Solero di Torino. 1


TAVOLE DI UNIFORMI E DISTINTIVI

Co~o Truppe Vij}ijntarie Italiane in ~paina


Tav. n. 1 - Sottotenente di fanteria. di un reparto di fanteria con la tenuta di combattimento prescritta dal regolamento per le nostre truppe metropolitane, con il cappotto grigio verde, l'equipaggiamento e l'armamento da truppa ai quali si aggiunge la pistola d'ordinanza Beretta. Si notino le mostrine triangolari di panno rosso cucita sul bavero e la steUa in oro ind icante il grado cucita sulle maniche del cappotto.



Tav. n. 2 - Legionario appartenente ad una "banderan della divisione "Dio lo Vuole''. Il fante indossa la tenuta da campagna invernale stabilita nel 1.937 che comprende l'elmetto mod. 1.91.6, il cappotto in pam10 grigio verde 111.od. 1934 per armi a piedi con le caratteristiche mostrine di pam10 nero, colore della fanteria legionaria, gli scarponi mod. 1.91.2 con due paia di ca lzettoni di lana, kaki oliva e bianchi: sotto il cappotto spicca il farsetto a maglia regolamenta.re indossato sulla camicia. r.:equipaggiamento comprende la maschera antigas, lo zaino con telo tenda, il cinturino e le giberne.



Tav. n. 3 -

Giubba d'ordinanza.

per la truppa, per i graduati e per i sergenti di tutti i reparti, con dettaglio dei vari tipi di mostrine utilizzati su di essa.


.I

I I


Tav.n. 4 1. Mostrine del C.T.V.

2. M.M.l.S., comandi di brigata, Base Sud e Base Nord; Stato Maggiore divisionale; 3. Sanità 4. Servizio automobilistico, escluso il personale impiegato nelle unità e reparti; 5. Ufficiali medici; 6. Genio divisionale; 7. Servizio di commissariato, amministrazione e sussistenza; 8. Reparti di fanteria; 9. Motonùtraglieri 10. Autoblindo 11. Carristi 12. Battaglione Mitraglieri della divisione "XXIII Marzo"; 13. Reparti del genio

14. Battaglione Mitraglieri delJa divisione "Littorio"; 15. Reggimento d'artiglieria della divisione "Littorio" 16. Mostrine a striscia per compagnie del ge1ùo delle brigate miste, fino all'estate 1937; 17. Mostrine a striscia dei reggimenti di fanteria delle brigate miste, fino all'estate 1937; 18. Mostrine a striscia per servizio di comnùssariato, amministrazione e. sussistenza deHe brigate miste, fino all'estate 1937;

19. Mostrine per i gruppi banderas;

20. Mostrine per batterie da 20 millirneh-i;

21. Mostrine per batterie da 75 C.K. (Commissione Krupp); 22. Altro emblema portato dai carristi sulle mostrine in sostituzione del numero o del profilo del carro; 23. Distintivo della cavalleria portato in sostituzione delle mostrine; 24. Profilo di carro portato sulle mosh·ine d t~i carristi in sostituzione del numero; 25. Mostrine per delle "Frecce Nere" fino ali' estate '37, qui di un tipo particolare col numero del reggimento e il fregio di cavalleria (da fotografia). 26. Mostrine per il Btg. "Laredo" della Brigata ''Frecce Nere" della Div. "Frecce" 1938.



Tav. n. 5

1. Vista frontale del cappotto d i parnw grigio-verde mod. 1934 per truppe a piedi; 2. Vista posteriore dello stesso (a sinistra) e di quello per artiglieria e cavalleria; Nel contorno campionatura dei vari tipi di mostrine utilizzate sui cappotti.


......

\ :

.~· .......

!

··) /

2


Tav. n. 6 - Mitragliere appartenente alla divisione "Volontari del Littorio". Il legionario indossa l'tmiforme di parn1.o kaki oliva con le mostrine tipiche della sua specialità e lo scudetto divisionale cucito sulla manica sinistra. L'equipaggiamento è costituito in questo caso dalla buffetteria spagnola mod. 1911, dal tascapane e dal telo tenda mod. 1929 entrambi italiani.



.... , ..............

...•·

3 ..

'•

1

Tav. n. 7 - Camicie d ordinanza in dotazione agli ufficiali1

ai sottufficiali1 ai graduati e alla truppa del C.T.V. l. Camicia d'ordinanza con colletto staccabile in tessuto di lana o tela utilizzata dai graduati e dalla truppa;

2. Camicia di lana grigio-verde con colletto staccabile e chiusura lampo mod. 1935 per graduati e truppa; 3. Vista posteriore di entrambi i modelli.

Nella pagina a fianco: Tav. n. 8 - Da sinistra: sottotenente di un reparto di fanteria volontaria con l'uniforme indossata fuori servizio costituita dalla giubba con ì pantaloni lunghi sulla quale indossa l'impermeabile di gabardina kaki; colom1ello del battaglione arditi del C.T.V "Pace" con l'uniforme indossata durante una parata della vittoria del 1939: l'ufficiale indossa la tenuta usata in queste occasioni caratterizzata dalla camicia bianca e dalla cravatta in seta nera ed ornata dai distintivi di grado cuciti sulle maniche secondo l'ordinanza del febbraio 1938, dall'emblema della Falange sul petto, da quello della "Legion" sulle contrnspalline ed infine da quello degli arditi cucito sul braccio sinistro. (Da fotografia tratta dalla rivista "Con le CCNN nella bufera spagnola" 1939). Indossa, come il resto del reparto, il fez caratteristico di queste unità indossato certamente solo in occasioni di particolare solernùtà.



2

3

5

4

6

7

Tav. n. 9 - Campionatura delle mostrine a fiamma in uso nei reparti del C.T.V. 1- Fiamme del 3° reggimento di fanteria, divisione "Volontari del Littorio" con a fianco, in dettaglio, il numero "l" di tipo spagnolo; 2- Fiamme del 1° reggimento d'artigHeria "Littorio", divisione d'assalto "Littorio"; 3- Fiamme del 5° reggimento fanteria, divisione" Fiamme Nere-XX[J[ Marzo"; 4- Fiamme usate spesso dag.li appartenenti al "Raggruppamento Carristi"; 5 - Fiamme per i mortaisti ed i mitraglieri, divisione d'assalto "Littorio"; 6- Fiamme per la Milizia Stradale (Regolamento del 1931); 7- Fiamme del battaglione "Pace", arditi

del C.T.V.; 8- Fiamme dello squadrone di cavalleria del "Gruppo Esplorante Celere" adottate nel 1938. Al centro tipi diversi di granata per mostrine dei reparti di artiglieria.

Nella pagina a.fianco: Tav. n. 10 - Maggiore di fanteria della divisione "Fiamme Nere". J:ufficiale indossa la tenuta invernale perfettamente regolamentare eccezion fatta per le cavigliere che stringono i calzettoni di lana kaki oliva. Sulla giubba spiccano, oltre ai distintivi di grado cuciti sulle maniche, lo scudetto divisionale sul braccio sinistro e l'emblema della "Legion" sulle spalline.



7 4

6

Tav. n. 11 - Campionatura dei fregi dipinti sugli elmetti di alcuni reparti del C.T.V. 1- Fregio per la cavalleria; , 2- Fregio per Reali Carabinieri: recava spesso le cifre "V.E." dipinte in rosso; 3- Fregio per artiglieria; 4- Fregio per ufficiali d'amministrazione, secondo l'ordinanza spagnola; 5- Fregio per bersaglieri; 6- Fregio utilizzato dagli arditi e spesso dai carristi sul casco in cuoio; 7- Fregio dei reparti delle "Frecce"; 8- Fregio degli alpini u tilizzato spesso nelle banderas delJa divisione,, Penne Nere".

Nella pagina a fianco: Tav. n. 12 - Ufficiale superiore appartenente allo stato maggiore di una grande unità . Il tenente colo1mello indossa l'uniforme invernale sulla quale spiccano le mosh¡ine l,:iangolari di panno bianco con orlatura interna di galloncino d'oro, d'ordinanza fino al 1938 quando saram10 sostituite daJl' alamaro in oro su panno azzurro del noslTO Stato Maggiore. Si notino le fasce mollettiere e Je cavigliere, l'uso delle quali era formalmente proibito. Sull'uniforme l'ufficiale indossa uno dei modelli piÚ in voga di giacca a vento, di gabardine kaki sabbia con inserti in pelle sulle spalle.



3

ÂŽ /

4 5

Tav. n. 13 - Bustina mod. 1935 per ufficiali, sottufficiali e truppa. Dettaglio dei fregi applicati sulla bustina: 1- per ufficiali dei Reali Carabinieri;

2- per ufficiali, sottufficiali e truppa della divisione "Littorio"; 3- per sottufficiali e graduati dei primi contingenti arrivati in Spagna; 4- per Reali Carabi1Ăšeri; 5- per la milizia stradaJe; 6- per ufficiali dei primi contingenti arrivati in Spagna; 7- per i reparti di cavalleria; 8- Fascio littorio non regolamentare utilizzato nella divisione "Littorio".

nella pagina a fianco: Tav. n. 14 - Motociclista con la tenuta regolamentare per la specialitĂ , comprende11te il giubbone ed il casco entrambi in cuoio, i gambali, la bandoliera per armi a cavallo ed il moschetto mod. 1891 per armi a cavallo con baionetta ripiegabile.



Tav. n. 15

1. Fronte e retro del giubbone in cuoio utilizzato dai reparti motorizzati, con dettaglio del bottone in pelle; 2. Cinturone del modello prescritto per gli ufficiali ed i marescialli.


2

.

······-···· ---~- --- - -- --· -------- - --

········

() --·---·-- ···· - ---., ----,;--- ~---------·

....~

-o

-=O


1Ă v. n. 16 - Dettaglio

delle giubbe utilizzate dagli ufficiali del C.T.V.

l. Modello "italiano" con le mostrine del commissariato ed i gradi da maggiore; 2. Modello "spagnolo" con le mostrine delle 2 Fiamme Nere senza il numero di reggimento ed i gradi da tenente. Alato alcuni dettagli portati spesso dagli ufficiali sulle giubbe: dall'alto verso il basso: distintivo dell'arma di fanteria spagnola, cucito sul taschino destro; distintivo utilizzato spesso dagli ufficiali degli arditi e portato come quello sopra; distintivo del corpo di stato maggiore spagnolo portato corne gli altri due; spalline mobili da cappella.no del modello per truppe coloniali (da fotografia).


--

. ..~·-, LA ~~

~J-l, '· ./!

.

-

'

.

.

.,.,


Tav. n. 17 a) Fronte e retro della giubba da ufficiale. Coll. Vitetti-Roma giubba in panno cordellino color kaki oliva con bottoni bombati di frutto marrone. La giubba è ornata da: - fiamme di panno nero sui baveri, indicanti la divisione" Fiamme Nere"; - distintivo a spilla della "Falange", in metallo argentato, sul taschino sinistro; - nastrini della Croce al merito di guerra, della 1a Guerra Mondiale, dell'Unità d'Italia, dell' Africa Orientale e di Volontario in A.O.I.; - medaglia spagnola di ''Sufrimiento por la Patria"; - distintivi di grado da seniore i.g.s. - due stelle ad otto punte in ricamo d'argento - cuciti sul petto, sopra ai nastri1ù. Sulla giubba è affibbiato il cinturone d'ordinanza con fondina per revolver Glisenti mod. 1889 e pugnale mod. 1935 da truppa della M.V.S.N.. Camicia e cravatta non originali. b) Fronte e retro della sahariana appartenuta al generale Bergonzoli. Coli. Vitetti-Roma La sahariana è del tipo invernale realizzata in parn1.o cordellina di colore kaki oliva, con bottoni bombati di frutto marrone; si intravede il distintivo di grado - una stella posta su di un bastone ed una spada posta in croce - in metallo dorato. SuHa giubba è appuntata la medaglia d'oro al valor militare; la camicia non è originale.



Tav. n. 1.8 1. Vista frontale e posteriore del modello di sahariana piĂš diffuso tra gli ufficiali; 2. Vista posteriore di altri due modellĂŹ in distribuzione. Nel contorno campionatura dei vari tipi di mostrine utilizzate sulle sahariane.


.-

2


Tav. n. 19 - Sottufficiale del 1 ° reggimento di fanteria della divisione

¡

d'assalto "Littorio" in cappotto.

Si notino i distintivi di grado sulla bustina e sul cappotto, la bandoliera con appesa la fondina della pistola e lo scudetto divisionale cucito sul braccio sinistro.


)


Tav. 11 . 20 - Soldati appartenenti alJe brigate miste. I due indossano I'tmo il cappotto grigio verde mod. 1934 per truppe a piedi e l'altro il " capote-manta"

spagnolo: si notino gli scarponi indossati con le fasce mollettiere e con i calzetto1Ăš. Il soldato sulla sinistra indossa la maschera antigas mod. 1935, la borraccia mod . 1933 ed il cinturixto mod. 1891 corredato dalle classiche giberne mod.. 1.907, entrambi in cuoio grigio verde.


~

\

· ~ì


Tav. n. 21 - Sergente delle

"Frecce Azzurre".

Il sottufficiale indossa uno dei capi d'abbigliamento "fuori ordinnnzn" più in voga tra i membri delle unità miste, la" cazadora", della quale abbiamo individuato ben nove varianti al modello di base, varianti riferite alla forma del colletto, dei polsini e delle alette delle tasche. La tenuta per così dire "sportiva" è completata in questo caso dal maglione a collo alto di fattura civile e dal "gçrro", caratteristico copricapo delle "Frecce" . A sinistra alcuni '' gorros" utilizzati dagli ufficiali e a destra quelli utilizzati dai sottufficiali e dalla truppa; in particolare: - a sinistra, dall'alto verso il basso: maggiore di fanteria delle "Frecce Azzurre"i tenente di fanteria delle "Frecce Verdi" i capitano di stato maggiore delle "Frecce Azzurre". - a destra, dall'alto in basso: sottufficiale di fanteria delle "Frecce Nere"; soldato di fanteria delle "Frecce Azzurre"i soldato del genio delle "Frecce Nere".



Tav.n.22 (a) Bustina mod. 1935 e berretto basco (b) appartenuti al Gen. Bergonzoli. Coil. Vitetti-Roma.

Si noti il distintivo di grado da generale di brigata - un bastone ed una sciabola in croce con una stella a quattro punte sovrapposta - in ricamo sulla bustina e in metallo sul berretto basco. (c)"Teresiana" da ufficiale. Coll. Vitetti-Roma.

Caratteristico berretto in uso nell'esercito spagnolo, la "Teresiana" in questione apparteneva ad un tenente colom1ello - due stelle ad otto punte ricamate in oro - d'artiglieria delle "Frecce Azzurre", come si evince dai cannoni in croce con la p irarnide di palle posta sulle cinque frecce ed il giogo di colore azzurro.


,:7

b


Tav. n. 23 1. Alamaro del paramano per la Milizia della strada (da originale) con soppanno azzurro adottato nel 1938 per i reparti metropolitani; 2. Mostrine a scudo per reparti dĂŹ fanteria del le "Frecce Azzurre"; 3.

"Frecce Nere";

4.

"Frecce Verdi";

5. Mostrine a scudo fuori ordinanza portate da alcuni ufficiali delle "Frecce Verdi" ; 6. Mostrine del battaglione d'assalto "Sierra Avila" delle "Frecce Azzurre"; 7. Mosh¡ine per ufficiali medici; 8. Mostrine per gli ufficiali dello stato maggiore divisionale delle "Frecce''; 9. Mostrine dell'artiglieria delle "Frecce"; 1 O. Alamaro dei Reali Carabinieri; 11. Alamaro per ufficiali di tutti gli stati 1.naggiori di visiona.li a paxtire dal luglio del 1938. 12. Mosli-ina a scudo per mih¡aglieri, qui delle "Frecce Nere"; 13. Mostrina particolaxe di reparto sconosciuto, 2Argt. Fanteria, Divisione "Volontari del Littorio" (da fotografia). 14. Mostrina particolare di reparto sconosciuto, 2Argt. Fanteria, Divisione" Volontari del Littorio" (da fotografia). a-b-c) Altri tipi di granata riscontrati sulle mostrine dell'artiglieria.


e "T" 10

;·

i!

I


Tav. n.24 a) "Gorro" in panno cordellino kaki. Coll. Vitetti-Roma. Altro i.nodello utilizzato soprattutto dalla truppa e dai sottufficiali dei reparti misti: questo in particolare apparteneva ad un soldato di fanteria.

b) "Gorro" in panno cordellino kaki. Coli. Vitetti-Roma. Apparteneva ad un sergente d i fanteria come denotano i galloncini in oro e rosso, il fiocch etto di lana rossa con la testa in oro ed il gallone a punta oro e rosso cucito sul davanti. c) "Gorro" in panno cordellino kaki. Coll. Vitetti-Roma. Il caratteristico copricapo usato dalla truppa e dagli ufficiali dei reparti misti italo - spagnoli, apparteneva in questo caso ad un soldato dello squadrone di cavalleria inquadrato nel "Gruppo Esplorante Scuola" come evidenziato daJl.e profilature, dal cordoncino e dal fiocchetto di colore bi,mco e blu.


a

...

. _.~ t~

e,:+

~:'

~,

e


Tav. n. 25 a. Cappello del "lercio" utilizzato fin dagli anni '20 in Marocco, vista laterale; b. Vista superiore; c. Cainicia per ufficiali, fronte e retro;


' @-

~ ~~

;

.

o 路路 : o 路路 i- --~


Tav. n. 27 1. Due modelli di "Canadiense" indossati spesso dagli ufficiali del C.T.V., soprattutto dai generali;

2. Fronte e retro del modello piĂš diffuso di "Cazadora" con dettaglio del bottone in pelle e del fregio per reparti di artiglieria.


~

'<SY


1Ă v. n. 28 I quattro modelli di giacca a vento utilizzati dagli ufficiali del C.T.V



"Frecce Verdi" in tenuta da campagna.

Tav. n. 29 - Colonnello del 2A reggimento di fanteria delle

L'ufficiale indossa la sahariana con le mostrine a scudo di paimo verde ed il numero reggi menta le in metallo dorato, caratterizzata anche dall'emblema della "Legion" e dallo scudetto dell"'Ejercito de Cnstilln". Su tutto indossa il "capote-mnnta" nella versione da ufficiale. A sinistra dettaglio dei due modelli di" cnpote-mantn" in uso, da truppa (sopra) e da ufficiale (sotto).



/

Tav. n. 30 - I

due modelli di impermeabili piĂš diffusi tra gli ufficiali.

Nella pagina a fianco: Tav. n. 31 1. Cappotto da ufficiali;

2. Impermeabile a doppio petto; 3. Fregio metallico a spilla raffigurante la testa di Mussolini, portato spesso sul lato sinistro del petto della giubba e della sahariana; 4. Distintivi metallici a spilla per ufficiali che avevano terminato con esito favorevole la scuola di guerra (a sinistra) e per gli ufficiali che avevano frequentato in guerra i corsi pratici sul servizio di Stato Maggiore.


r- - - - - - - - : ; ~ - - -- -~

4


Tav. n. 32- Soldato appartenente al 1° reggimento di fanteria delle "Frecce Verdi". Indossa l'uniforme invernale - elmetto con passamonta gna e cappotto di panno grigio-verde con sopra il telo da tenda mod. 1929, usato come impermeabile. A fianco dettaglio dello sviluppo del telo tenda.


'

·- - - ----------- --- -~1 o I

I .e::>

I( l I I

( I

,

I

1t

l ( (

' 1

I e:;,,, I I I

I I I

I ,_ I

I

I e:;:,,.

I

I

'=-

I

i

I

!

-------"'--.. J I o


Tav. n. 33 - Dettagli di alcuni oggetti di equipaggiamento delle armi a piedi. a- Zaino mod. 1928 con elmetto mod. 1933 agganciato, coperta da campo fissata nella parte superiore e con telo tenda mimetico fissato nella parte posteriore; a destra vista dello stesso aperto e privo di oggetti aggiuntivi e aperto. b- Cinturino di cuoio grigio verde mod. 1891 con giberne mod. 1907 e relativa cinghia di sostegno.


a


Tav. n.34 Calzature per armi a piedi utilizzate in Spagna dalla fanteria in abbinamento alle fasce ed ai calzettoni, dall'artiglieria in abbinamento con le fasce, con i calzettoni e con i gan:i.bali, dai carristi, dalla cavalleria e dai motomitraglieri in abbinamento con i gambali. a- Dettaglio del modo dĂŹ indossare le calzature nei reparti di fanteria e d'artiglieriai b- Dettaglio dello scarpone mod. 1912i c- Dettaglio dei due tipi di chiodatura: a sinistra del tipo da montagna e a destra del tipo normale da pianura.


a

b


Tav.n.35 Dettagli di copricapi tratti da fotografie. Tipi di artiglieri: a sinistra un sottufficiale con il berretto basco, a destra un tenente con il cappello di tela di prescrizione per i reparti del "Tercio" impegnati in Africa. Intorno vari tipi di granata usati sulle mostrine e sui copricapo.

Nella pagina a fianco : Tav. n. 36 Seniore della milizia stradale in tenuta estiva di tela caratterizzata dai distintivi stabiliti per questa specialità della M.V.S.N. ovvero le fiamme nere e lo scudetto cucito sul braccio sinistro. Alb:a particolarità di questa uniforme, che è stata tratta da tma fotografia, è costituita dalla "Teresiana", che in questo caso è ornata dal fregio della stradale ricamato in oro su panno kaki-oliva. A sinistra e a destra dettagli del berretto.



Tav. n.37 Casco in pelle per la Milizia della strada. a. Vista anteriore; b. vista posteriore; c. vista laterale; d. dettaglio del lato sinistro del soggolo; e. fregio applicato sulla parte anteriore del casco.


a

b

~ '

.

.


Tav. n.38 Maggiore medico con giubbetto in pelle fuori ordinanza, ma molto in voga tra gli ufficiali del C.T.V., fregiato dalle ste.lle ad otto punte in oro cucite su pa1mo cremisi, colore della specialità : l'uniforme è co1npletata dai pantaloni di panno e dagli stivali" completamente al/accinti".


,·

vd(r


Tav. n. 39 Fronte e retro della giubba da ufficiale medico, Coll. Vitetti-Roma. La giubba è del tipo invernale realizzata in paimo cordellino di colore kaki oliva, con bottoni bombati di frutto marrone. La giubba è ornata da: a) mosb¡ine con fregio stabiliti per gli ufficiali medici; (b) fregio argentato a spilla della Falange spagnola, appuntato sul taschino sinistro; fregio della "Legion" iberica, con sotto due sbarrette ricamate in rosso indicanti due a1mi di campagna, cucito sul taschino destro; (c) scudetto metallico della divisione "Volontari del Littorio" cucito sul braccio sinistro; distintivi di grado da tenente - due stelle a sei punte in ricamo d'oro cuciti sopra ai paramani. Sulla giubba è affibbiato il cinturone regolamentare con la fondina per la pistola d.' ordinanza Beretta; camicia e cravatta non originali.


.;:

a

b


Tav. n. 40 Cappellano militare appartenente ad un reparto della divisione "Fiamme Nere". Il nostro cappellano, che ha il grado di tenente, indossa la sahariana di tela kaki prescritta per gli ufficiali fregiata dal d istintivo del proprio ufficio, la croce latina di pa1mo rosso cucita sul taschino sinistro, e da quello della divisione, in questo caso il primo tipo in assoluto ovvero un disco di panno azzurro con le fiamme nere, cucito sul braccio sinistro. Si notino anche gli stivali del tipo "interamente allacciato" dÏ gran moda durante la campagna di Etiopia. Da alcune fo tografie d'epoca appare certo che i cappellani in forza ai reparti italiani del C.T. V indossassero anche l'uniforme stabilita dal regolamento del 1931 e dalle aggiunte e varianti successive, soprattutto però nelle località di retrovia o saldamente in mano ai nazionalisti.



Tav. n.41

Capitano dei carristi in tenuta estiva con la sahariana ornata dalle fiamme a due plmte di colore verde sulle quali spiccava a volte, come in questo caso, il fregio della "Legion" del tipo da carristi. Da notare il casco in cuoio sul quale spesso faceva bella mostra di sĂŠ il teschio, gli occhiali ed i guanti in pelle.



Tav. n.42 Fronte e reh'o della giubba da ufficiale del Raggruppamento Carristi. Coll. Vitetti-Roma. La giubba è del tipo estivo realizzata con gabardine di cotone color kaki sabbia, con botto1ù bombati di frutto marrone chiaro; la giubba presenta dei baveri di taglio civile, diversi da quelli consueti, i paramani a punta, e reca traccia, sul taschino silùstro, della striscia di tessuto, probabilmente di colore verde, sulla quale erano applicate le stelle distintive del grado. La giubba è ornata da: - un carro armato in metallo argentato posto sul taschino sinistro; - il fregio della " Legion" iberica con un carro sovrapposto, in metallo dorato, cucito sui baveri; - lo stesso fregio, più grande e in metallo argen tato, cucito sul taschino destro; - il fregio della" Legion" in ricamo dorato, cucito sulle spalline; - distintivi di grado da capitai10 - tre stelle a sei p tmte ricamate in oro - cuciti sopra ai paramani. Sulla giubba è affibbiato il cinturone d'ordinanza con la fondil1a per il revolver Glisenti mod. 1889. (a-b): dettagli. Camicia e cravatta non originali.



Tav. n.43 Carrista in tenuta da combattimento. Indossa la caratteristica" combinazione" di tela blu ardesia corredata dalla sciarpa "civile", dalla bustina con occhiali e dalla pistola di modello spagnolo portata a tracolla. Sul carro appaiono i contrassegni adottati nel 1938: in questo caso il semicerchio bianco col numero 17 indica la 2a compagnia del battaglione ed il diciassettesimo carro, appartenente al 2° plotone.



@

¡1

..-.....

:'

..

....... '

;'

,'

,

,,.,,/

.

m .

3

Tav. n. 44 Casco in dotazione ai carristi, ai motociclisti, ai carabinieri motociclisti ed agli automitraglieri del C.T.V. 1. Vista anteriore e posteriore del casco in cuoio mod. 1932; 2. Dettaglio della parte sinistra del sottogola; 3. Dettagli degli occhiali.

Nelln pagina a fianco: Tav. n. 45 Artigliere in tenuta di servizio estiva, caratterizzata dalla camicia indossata con le maniche rimboccate, sulla quale si doveva indossare comunque la bandoliera d i cuoio grigio verde.



Tav.n.46 Giubba da ufficiale del reggimento d'assalto d'artiglieria "Littorio" appartenente alla "Divisione Littorio d'Assalto" 1938. Coli. Vitetti-Roma. 1- La giubba vista di lato e di fronte: si notino le stelle a sei pw1te ricamate in oro su panno giallo cucite alle maniche, le fiamme nere filettate di giallo scuro che avrebbero dovuto avere il numero "111 e la granata in metallo dorato, anziché il fascio littorio ed infine lo scudetto metallico cucito sulla manica destra, appartenente al battaglione "Lupi", che era il 4° battag.lione del 2° reggimento di fanteria CC.NN. d'assalto appartenente alla stessa divisione. Probabilmente l'ufficiale proveniva da questa mùtà e ne aveva conservato l'insegna da braccio. a- Dettaglio della spallina con il fascio littorio non regolamentare; b- Dettaglio del retro della giubba e dello scudetto divisionale cucito sulla manica sinistra.


b


Tav.n.47 Soldato dello squadrone di cavalleria del Gruppo celere esplorante. Il soldato indossa la tenuta estiva in tela kaki completata dai gambali e dalla bandoliera d'ordinanza per la cavalleria italiana: sulla giubba spicca il distintivo della Legion" cucito sul petto e lo scudetto in metallo smaltato del gruppo cucito sul braccio sinistro, sopra al quale è cucito il distintivo spagnolo di ferito di guerra. A fianco dettaglio della bustina mod. 1935 e del "garro" da truppa. 11



Tav.n.48 Fronte e retro della sahariana da ufficiale di cavalleria. Coll. Vitetti-Roma. La sahariana è del tipo estivo realizzata in cotone pesante color kaki sabbia, con bottoni di frutto marrone del tipo da camicia a quath·o fori. La giubba è ornata da: - il distintivo della cavalleria - due sciabole e due lance in croce - in metallo argentato cucite sui baveri; - il distintivo della "Legion" iberica cucito sulle spalline; - lo scudetto metallico dello squadrone di caval leria inquadrato nel "Gruppo Celere Scuola" costituito il 1° novembre del 1938 a Valladolid; - i distintivi di grado da tenente - due stelle a sei punte ricamate in oro - su panno azzurro chiaro, colore distu1tivo dello squadrone, cuciti sopra al polsino. SuJJa sahariana è affibbiato il cinturone d'ordinanza con la fondina per revo.lver Glisenti mod. 1889; camicia e cravatta non originali.


~

\

I

I -


Tav.n. 49

Ufficiale dello squadrone di cavalleria italiano del "Gruppo Esplorante Celere". Il capitano è raffigurato in uniforme di panno sulla quale spiccano le fiamme a tre punte di panno bianco con il fregio della cavalleria iberica1 adottate1 secondo le testimonianze di alcuni reduci raccolte da E. Chiappa negli anni 1 601 dai primi mesi del 1.939. Si noti anche l'elmetto mod. 1.933 con il fregio della cavalleria dipinto Ïn nero, gli stivali di colore giallastro ed i distintivi di grado sulle maniche. Tutt'intorno dettagli della bustina mod. 1.935 con i gradi da tenente ed il gorro da truppa e da ufficiale.



a

b

Tav.n.50

Calzature di modello speciale in dotazione alla cavalleria, ai carristi, all'artiglieria, ed alle truppe motorizzate in genere. a- Gambali per anni a cavallo utilizzati dalla cavalleria, dai carristi, dai motomitraglieri e dall'artiglieria in abbinamento con gli scarponi mod. 1912 per arnĂš a piedi; b- Gambali di modello spagnolo, detti "tubos'' utilizzati dai reparti motorizzati in genere sempre abbinati agli scarponi mod. 1912.

Nella pagina a fianco: Tav. n. 51

Ufficiale e sottufficiale dei Reali Carabinieri. 11 capitano a sinistra indossa la tenuta estiva regolamentaTe, costituita dalla sahariana ornata dai distintivi di grado e dai caratteristici alamari d'argento su panno rosso, secondo l'ordinanza in vigore per l'Arma in Africa, dai pantaloni di tela con stivali e dal berretto basco nero con le stellette in oro. Il brigadiere a destra indossa anch'egli la tenuta regolamentare ma del tipo invernale in panno kaki oliva sulla quale spiccano, oltre agli alamari appena descritti, anche i distintivi di grado non regolamentari per gli appartenenti al C.T.V.: i galloni in argento su pam10 nero infatti sono quelli utilizzati sui paramani della giubba indossata in Italia, per di piĂš cuciti con la punta in basso anzichĂŠ in alto. Sul berretto basco spicca la granata in metallo argentato, il cui uso era tassativamente proibito in Spagna. A destra in alto dettaglio della granata.



Tav. n. 52

Dettagli di alcuni oggetti di equipaggiamento in dotazione aU1artiglieria, alla cavalleria e ad alcuni reparti speciali. a- Bandoliera a tre taschette rnod. 1889 in dotazione ai carabinieri, alla cavalleria,¡ agli arditi divisionali, ai bersaglieri motociclisti ed agli automobilisti; b- Bandoliera a due vaschette mod. 1889 in dotazione ali' artiglieria e ai carristi.


a

?

u

- -

i----..

b


Tav. n.53

Ufficiali. Distintivi di grado per la giubba, per la sahariana, per la camicia e per il cappotto. l. Generalii 2. Colonnelli e Consoli; 3. Tene11ti Coloru1elli e Primi Seniori; 4. Maggiori e Seniori; 5. Tenenti e colo1melli e Primi Seniori i.g.s.; 6. Maggiori e Seniori i.g.s.; 7. Primi Capitani e Primi Centurioni dal gennaio 1937.; 8. Primi Capitani e Primi Centurioni, Capitani e Centurioni i.g.s.; 9. Capitani e Centurioni; 10. Primi Tenenti e Primi Capi Manipolo dal ge1maio 1937; 11. Primi Tenen ti, Primi Capi Manipolo, Tenenti e Capi Manipolo i.g.s. del "Gruppo Squadroni C.T.V."; 12. Tenenti e Capi Manipolo; 13. Sottotenenti e Sotto Capi Manipolo fino ad aprile del 1937; 14. Sottotenenti e Sotto Capi Manipolo dall'aprile del 1937; 15. Sottotenenti e Sotto Capi Manipolo i.g.s.;


.· 2

3

5

4

6

9

10

I

11

12 13

•• 14

15


Tav. n.54 Ufficiali. Distintivi di grado sul berretto basco, sul "gorro" e sulla bustina. 1. Generali; 2. Colonne.Ili e Consoli; 3. Tenenti Colonnelli e Primi Seniori; 4. Maggiori e Seniori; 5. Capitani e Centurioni; 6. Primi Tenenti e Primi Capi Ma1Ăšp0Io; 7. Primi Tenenti, Primi Capi manipolo, Tenenti e Capi Manipolo i.g.s.; 8. Tenenti e Capi Manipolo; 9. Primi Capitani e Primi Centurioni, dal gennaio 1937; 10. Sottotenenti e Sotto Capi Manipolo fino all'aprile '1937; 11. Sottotenenti e Sotto Capi Manipolo dall'aprile 1937; 12. Sottotenenti e Sotto Capi Manipolo i.g.s.


7

@ 9 ~

'~··7

e~ 10

!

'{l;'-f

--(

'fl 11

$ $ 12


a

b

e

d

~-··~-..

...... .:- ......-........ :---=~ - ~ -"::: -. -. - ~ .-.::.~-" --.....-...-

-----·

,,,_

'""

-- - - --

:..·.- :·

~

- .~ =·= - - ---:::::-

:;.;.;.·~.~·::· ------...~~-.:....,..:i!:;-_;.4:~";--:a.· ·-' ~-:::-

_______

... _. ........ -·-·- __.. _..,......,.,...,. ________.,._ ,,_ ~---;,.~---=-~~-;-;;-:....-:;,,_;;,:;:;...--,.., ,

~....:::..,..~;..-;. ...--.

2

-· - - ~ ~

3

Tav. n. 55 Sottufficiali e graduati. Distintivi di grado per copricapo e per giubba, sahariana, camicie e cappotti. Distintivi in uso fino ad agosto 1937 ma u tilizzati anche negli atmi successivi. a. Marescialli; b. Sergenti Maggiori e Caporal Maggiori: in alto galloni per i copricapo, in basso galloni per giubba, sahariana, camicia e cappotto; c. Sergenti e Caporali: in alto galloni per i copricapo, in basso galloni per giubba, sahariana, camicia e cappotto. d. Distintivi particolari per i Marescialli della divisione "LiUorio"; (da fotografia) 1.. Maresciallo Maggiore e Primi Aiutanti; 2. Marescìallo Capo ed Aiutanti Capi; 3. Maresciallo Ordinario ed Aiutanti.

Nella pagina a jìanco: Tav. n. 56 Sottufficiali e graduati. D istintivi di grado per copricapo, giubbe, sahariana, camicie e cappotti. 1. Distintivi in uso dall'agosto 1937 al termine della guerra. a. Maresciallo Maggiore; b. Maresciallo Capo; c. Maresciallo Ordinario; d. Sergente Maggiore; e. Sergente; f. Caporal Maggiore; g. Caporale; h. Soldato Scelto; i. Distintivo tipo per i copricapo, in questo caso da Maresciallo Maggiore.


-_.,--·-

e

b a

I d

-- ~-

I [

-

_~-1

e

] h 9

f


Tav. n.57 Distintivi di grado per sottufficiali e graduati. A Distintivi utilizzati nei reparti di "Frecce" secondo l'ordinanza spagnola: 1. Sergente; 2. Caporale; 3. Altra versione per caporali; 4. Altra versio11e per i sergenti; 5. Soldato di 1a classe;

B. Distintivi per i Marescialli e gli Aiutanti introdotti nel dicembre 1938: 1. Marescialli Maggiori & Primi Aiutanti; 2. MaresciaUi Capi & Aiutanti Capi; 3. Marescialli Ordinari ed aiutanti; C. Dettaglio dei tipi di gallone utilizzati per confezionare i d istintivi di grado dei Sottufficiali

(rayon giallo oro e argento)~ dei graduati (rayon rosso).


2

3

4

A

B

2

e


4

a

8

b

o 2

e 3

EID 10

/

5

Tav. n. 58 - Distintivi speciali e d'onore. l .Distintivo di mutilato in servizio; 2. Distintivo di militare in servizio orfano di guerra; 3. Distintivo di ferito per la causa nazionale fascista; 4. Distintivo d i promozione per meriti di guerra: a. al grado dĂŹ ufficiale inferiore; b. al grado di ufficiale superiore; c. al grado di ufficiale generale; 5. Distintivo della falange; 6. Distintivo di ferita di guerra: 7. Distintivo di ferita in servizio o per cause di servizio; 8. Distintivo di ferita per la causa nazionale fascista; 9. Distintivo di ferita di guerra spagnolo; 10. "Medalla Militar Collectiva" spagnola concessa a reparti di fanteria; 11. Distintivo dĂŹ mutilato di guerra. 12. "Meda.Lia Militar Collectiva" spagnola concessa a reparti di artiglieria.


2

~,,' . }

,,-.....~. ,.

'路~---路..T .

~

. "Q

.J 路 . 路;

5

Tav. n. 59 - Distintivi da ardito. 1. Distintivo regolamentare in uso nel Regio Esercito; 2. Variante in ricamo; 3. Variante usata nella divisione "Littorio"; 4. Variante in ricamo; 5. Variante usata nella divisione" Littorio" .


2

3

+-- -- "'-- -- -- -'!-

/

5

Tav. n. 60 - Distintivi vari. 1. Carn.pionatura di distintivi della "Legion": i primi due da sinisti¡a erano da carristi.; 2. Distintivo per mitraglieri, in ricamo; 3. Distintivo per mitragli.eri, in metallo; 4. Distintivo di specialista al tiro dei mortai; 5. Distintivo del battaglione "Temerario" del 3° reggimento fanteria, divisione" Volontari del Littorio"; 6. Distintivo de.I "Gruppo Squadroni Celere";


la

Tav. n. 61 Distintivi Divisionali. 1. Divisione volontari "Fiamme Nere": a. secondo tipo in parn1.o; b. variante in pa1u1.o del 751° batt.ne "Tèmerario" ; 2. Divisione volontari "Fiamme Nere": a. primo tipo metallico; b. variante tratta da cartolina a colori; 3. Divisione volontari "Fiamme Nere-XXIII Marzo": a. primo tipo in r icamo; b. ultimo tipo in metallo usato poco prima dello scioglim.ento; 4. Milizia Nazionale della Strada.


- ..

Tav. n. 62

Distintivi divisionali e di reparto. 1. Scudetto metallico del "Gruppo Celere"; 2. Scudetto in paiu10 del "Cuerpo de Ejercito de Cnstilla" 3. Divisione volontari "Littorio" metallico; 4. Divisione "Lit:torio d'Assalto"; 5. Divisione "Dio lo vuole", reggimento "Carroccio" metallico; 6. Divisione "Fiamme Nere" battaglione d'assalto "Lupi".


6

2

3

7

8

Tav.n.63 Campionatura degli scudetti da braccio appartenuti ai reparti delle unitĂ delle "Frecce", tratti da originali e da fotografie. 1- Scudetto della Brigata Mista "Frecce Azzurre"i 2- Scudetto della Brigata d'Assalto "Frecce Nere" i 3- Scudetto per ufficiali dello stato maggiore della divisione" Frecce" in uso dal mese di agosto del 1937 al luglio del 1938i 4- Variante dello scudetto per la Brigata d'Assalto "Frecce Nere" i 5- Variante dello scudetto della divisione "Frecce"i 6- Scud<::~tto per la divisione" Frecce Azzurre"; 7- Scudetto per la divisione "Frecce Nere"; 8- Scudetto per la di visione "Frecce Verdi".


SEMPRE E

2

DOVUNQUE

Tav. n. 64

Stendardi per la Divisione "Volontari del Littorio", secondo la circolare del 12 febbraio 1937. 1. Fronte e retro dello stendardo per i reggimenti di fanteria, in questo caso il 1°; 2. Retro dello stendardo per il reggimento d'artiglieria. Facsimili dal disegno originale allegato alla circolare (Ufficio Storico S.M.E., Roma)


2

Tav. n. 65 1. Riproduzione del labaro del Corpo Truppe Volontarie, ripreso da una fotografia scattata durante il "Desfile de la Victoria" a Madrid nel 1939. 2. Recto e verso del labaro appartenuto al 2° regg.to di fanteria della divisione "Frecce Nere" . Museo dell'Esercito spagnolo. (Cat. N. 94126) Un altro esemplare (Cat. N . 94140) apparteneva all'artiglieria, era identico ma recava le iscrizioni: "REGGIMENTO ARTIGLIERIA" .


Tav. n. 66 1. Gagliardetto della bandiera o battaglione" Aquila", appartenente al 1° gruppo banderas della divisione " Dio lo Vuole". 1937 (Da originale, collezione Brisone); a - Recto; b - Verso; 2. Bandiera d.el. btg. D'assalto "Sierra Avilla" appartenente alla brigata "Frecce Azzurre" Da fotografia. a - Rectoi b - VerSOi


o


Tav. n. 67 1. Gagliardetto della bandiera o battaglione "Lupi" facente parte del 2° reggimento della Divisione d'assalto "Littorio", autunno 1938. (Da fotografia). 2. Gagliardetto di w1 reparto delle "Frecce Nere" . (Da fotografia). 3. Gagliardetto del battaglione arditi "Pace". (Da fotografia).



Tav. n. 68 1. Labaro appartenuto al 4° regt. di fanteria de.Ila divisione

"XXII1 Marzo-Fiamme Nere", autunno 1937. (Da fotografia). a - Versoi b - Recto; 2. Labaro della "Brigntn mista Frecce Azzurre" appartenente alla "Divisione Frecce", novembre 1937. (Da fotografia).



1à v. n. 69 1. Labaro della 3A Divisione "Penne Nere\ primavera del 1937. Da fotografia. a - Recto; b - Verso; r gruppi "banderas" utilizzavano delle insegne simili ma con ricamato in oro il proprio numero d'ordine ed il norne del comandante, ad esempio "10° Gruppo Banderas Martirii". 2. Labaro della Divisione "Frecce Azzurre", autwu10 del 1938. Da originale conservato presso il Museo dell'Esercito di Madrid . Sul cartiglio saldato sotto l'aquila, al termine della guerra, vennero riportati i dati relativi alle perdite subite (morti 464, feriti 2070, prigionieri 7000) ed alle ricompense attribuite alla divisione (med. d'oro 3. med. d'arg. 97, med. bronzo 193). Gagliardetto della Divisione " Frecce" in uso dall'agosto del 1937. (Da fotografia). Recto: rappresentava i colori della 1 A brigata "Frecce Azzurre"; Verso: rappresentava i colori della 2/\ brigata "Frecce Nere";


a

b

3 a

b


/

Tav. n. 72 1. Gagliardetto del "Raggruppamento Carristi". (Da fotografia). Si noti l'emblema al centro del drappo, identico a quello metallico portato sulle mostrine. 2. Gagliardetto del gruppo "Autisti Geno-vesi". Da originale, Collezione Privata. a - Recto; b- Verso; 3. Gagliardetto del 9° pl.otone mortai del VU gruppo banderas "Marino", 2/\ brigata Volontari "Fimmne Nere", febbraio 1937. (Da cartolina in bianco e nero).

Nelln pagina n fi.anco: Tav. n. 73 1. Labaro del comando della J A brigata mista "Frecce J\ zzurre", Divisione "Frecce", dal novembre 1937. (Da fotografia). a - Recto; b - Verso; 2. Recto del labaro della 1,/\ brigata mista "Frecce Azzurre", Divisione "Frecce". Da fotografia fatta ad Aragona l'H .ll.1937, zona di Saragozza. li verso del la baro è sconosciuto.



Tav. n. 74 1. Recto e verso del labaro del X gruppo d'artiglieria 11 EXTREMA DURA", brigata "Frecce Azzurre" . Coll. Privata, Torino. 2. Recto del gagliardetto appartenuto¡ al batt. Mitraglieri della brigata ,,Frecce Azzurre" . Facsimile da originale conservato presso il Museo dell'Esercito spagnolo (Cat. n. 94452) Il verso era identico ma presentava solo lo stesso scudetto portato dai reparti sul braccio sinistro, a fondo rosso con il giogo, le frecce e l'iscrizione ricamata in azzurro.


..,

Tav. n. 75 1. Verso del gagliardetto del Batt." Pefia /\111nrilla" del 2° regt. "Frecce Nere".

Facsimile da originale conservato presso il Museo dell'Esercito Spagnolo (Cat. N. 94428) . Il recto è rappresentato dal h·icolore spagnolo recante al centro della fascia gialla il giogo e le frecce in nero e l'iscrizione, pure in nero, "2° REGG.to FRECCE NERE/ BATTAGLIONE PENAAMARILLf\". 2. Recto del gagliardetto appartenuto ad una delle batterie del X gruppo di Artiglieria "Extremadura". Facsimile da originale conservato presso il Museo dell'Esercito spagnolo. Il verso è identico ma presenta al centro il giogo e le frecce di colore giallo. 3. Verso del gagliardetto appartenuto al 1° gruppo di artiglieria da 100/17. Facsimìle da originale conservato presso il Museo dell'Esercito spagnolo. Il recto è rappresentato dal h·icolore ita liano decorato col fascio posto sulla parte bianca - iJ fascio ha le verghe nere legate da un nastro rosso, l'impugnatura con testa di leone in oro e la lama in acciaio - e dai nomi di quindici località in cui si svolsero i combattimenti ai quali partecipò il gruppo.


Tav. n . 76

1. Verso e recto del gagliardetto appartenu to al Batt."Sierra Avila" della brigata "Frecce Azzurre". Museo dell'Esercito spagnolo. 2. Verso e recto del.la bandiera appartenuta al regg.to d'artiglieria delle "Frecce Verdi". Museo dell'Esercito spagnolo.



1àv. n. 77

Serie di gagliardetti appartenuti a reparti della brigata "Frecce Nere" nel 1938 Museo dell'Esercito Spagnolo. 1 e 2. Gagliardetti delle batterie d'artiglieria (Cat. n. 94440 e 94441); 3. Gagliardetti del 1 ° reg.to di fanteria appartenuto alla 2A comp. del 1 ° btg. "Monte fata"; (Cat. 94436) 4. Gagliardetto appartenuto al plotone ardjti del 3° btg. "Algorta"; 5. Gagliardetto appartenuto al plotone arditi del 1° btg. " Peiin Amnrilln" del 2° rgt. di fanteria (Cat. n . 94470);


o


tav. n.78

Guidoncini per autovetture 1. Guidoncini per le autovetture del C.T.V., secondo la circolare dell'8 maggio 1937. a - per il comandante del C.T.V; b - per i generali di divisione; e - per i generali di brigata; d - per i colonnell i. 2. Guidoncino per il vice comandante della Divisione "XXIJJ Marzo-Fiamme Nere" fronte e reb:o, da originale, coli.ne privata, Bologna. 3. Guidoncino per un reparto di "Frecce Azzurre", fronte e retro, da fotografia. 4. Guidoncino per un reparto di" Frecce Verdi", fronte e retro, da originale, coll.ne privata, Bologna.


3



RINGRAZIAMENTI

/ L

autore desidera rivolgere un sentito ringraziamento a tutti coloro che han-. no contribuito alla realizzazione di questo lavoro. In particolare ringrazio l'amico fraterno Piero Crociani per l'aiuto prestatomi nella ricerca svolta presso l'archivio dell'Ufficio Storico ed Ernesto Vitettj per il vitale contributo pervenuto dal suo archivio e dalla sua collezione, nonché per i suoi preziosi consigli. Desidero inoltre manifestare tutto il mio apprezzamento al Col. Enrico Pino, Capo dell' Ufficio Storico S.M.E. per la preziosa collaborazione offertanu. da tutto l'ufficio durante le ricerche, ed in particolare al Gen. Nicola Della Volpe, al Ten. Col. Roberto Di Rosa1 al Ten. Col. Antonino Di Gangi, ai Maggiori Filippo Cappellano e Amedeo Chiusano ed agli aiutanti Maurizio Saporiti

e Daniele Prinarì per le fotografie contenute nel volume. Un rìngrazìamento particolare va alla rivista "Unifonni e Armi"sulla quale sono apparsi alcuni pregevoli articoli sugli italiani in Spagna, a Mirco S0lero1 uno dei maggiori collezionisti di militaria italiana in Spagna,all'amico Luìs Sorando, studioso di vessillologia militare spagnola che mi ha forni to tutti i dati riguardanti le insegne dei reparti di " Frecce'' conservati presso il Museo dell'Esercito dì Madrid e Toledo, e a Franco Scandaluzzi, autore di un pregevole studio sulle bandiere del C.T.V. Desidero infine rivolgere un pensiero affettuoso all'amico Ernestino Chiappa, recentemente scomparso, che per lunghi anni, unico in Ita.lia, si era interessato deUe uniformi indossate dai nostri soldati durante la Guerra Civile spagnola.


INDICE DELLE TAVOLE

1 2 3 4

5 6 7 8 9 10 11

12 l3 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39

Ufficiale di fanteria, pag. 161 Legionario, pag. 163 Giubba d'ordinanza, pag. 165 Mostreggiature, pag. 167 Cappotti, pag. 169 Mib:agliere, pag. 171 Camicie, pag. 172 Ufficiali, pag. 173 Fiamme, pag. 174 Ufficia.le di fanteria, pag. 175 Fregi da elmetto, pag. 176 Ufficiale di S.M., pag. 177 Bustine, pag. 178 Motocic.lista, pag. 179 Giubboni di pelle, pag. 181 Giubba da ufficiali, pag. 183 Giubba da ufficiali, pag. 185 Sahariane, pag. 187 Telegrafisti, pag. 189 Fanteria, pag. 191 Sottuffidali di fanteria, pag. 193 Copricapi, pag. 195 Mostreggiature, pag. 197 Copricapi, pag. 199 Vestiario, pag. 201 Ufficiale di fanteria, pag. 203 Soprabiti, pag. 205 Giacche a vento, pag. 207 Ufficiale di fanteria, pag. 209 Impermeabili, pag. 210 Soprabiti, pag. 211 Fanteria, pag. 213 Equipaggiamento, pag. 215 Calzature, pag. 217 Copricapi, pag. 218 Ufficiale della Milizia, pag. 219 Casco della Milizia, pag. 221 Ufficiale medico, pag. 223 Giubbe, pag. 225

40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78

Cappellano, pag. 227 Ufficiale dei carristi, pag. 229 Giubbe, pag. 231 Carristi, pag. 233 Casco da carristi, pag. 234 Artigliere, pag. 235 Giubbe, pag. 237 Cavalleria, pag. 239 Sahariane, pag. 241 Cavalleria, pag. 243 Calzature, pag. 244 Carabinieri, pag. 245 Equipaggiamento, pag. 247 Distinti.vi di grado, pag. 249 Distintivi di grado, pag. 251 Distintiv.i di grado, pag. 252 Distintivi di grado, pag. 253 Distintivi di grado, pag. 255 Distintivi vari, pag. 256 Distintivi vari, pag. 257 Distintivi vari, pag. 258 Distintivi divisionali, pag. 259 Distintivi divisionali, pag. 260 Distintivi divisionali, pag. 261 Labari e gagliardetti, pag. 262 Labari e gagliardetti, pag. 263 Labari e gagliardetti, pag. 265 Labari e gagliardetti, pag. 267 Labari e gagliardetti, pag. 269 Labari e gagliardetti, pag. 271 Labari e gagliardetti, pag. 272 Labari e gagliardetti, pag. 273 Labari e gagliardetti, pag. 274 Labari e gagliardetti, pag. 275 Labari e gagliardetti, pag. 276 Labari e gagliardetti, pag. 277 Labari e gagliardetti, pag. 279 Labari e gagliardetti, pag. 281 Labari e gagliardetti, pag. 283


INDICE GENERALE

Capitolo I La struttura del Corpo Truppe Volontarie

pag.

7

Capitolo II Le uniformi, l'equipaggiamento e l'armamento

pag. 33

1. Le unifonni dei reparti italiani a. Gli ufficiali

pag. 41

b. I marescialli e i sergenti maggiori

pag. 61

c. I sergenti, i graduati e la truppa

pag.

62

a. Gli ufficiali

pag.

83

b. I sottufficiali, i graduati e la truppa

pag. 86

2. Le un!formi delle unitĂ miste italo-spagnole

3. L'equipaggiamento e l'armamento di tutti i reparti del C.T.V.

pag. 87

Capitolo III I distintivi del C.T.V. .l colori distintivi

pag. 101

I distintivi di grado

pag. 106

I distintivi speciali ed' onore

pag. 113

l distintivi di carica

pag. 120

I distinti.vi divisionali

pag. 120

I distintivi degli automezzi

pag. 124

Capitolo IV Le insegne del C.T. V.

pag. 139

Bibliografia e fonti essenziali

pag. 157

Tavole di uniformi e distintivi

pag. 159


STILGRAFICA srl

00159 Roma • Via Ignazio Pettinengo, 31/33 lei. 06 43588200 • Fax 06 4385693 •,w,w.stilgrafica.com , info@stilgraiica.com Finito di stampare nel mese di Marzo 2004



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.